LA “SHAKESPEARE &CO.” DI ENZINO DI VIGGIANELLO
Lettere lucane
Quando dalla Svizzera tornavamo in vacanza in Italia, una settimana la passavamo a Pedali di Viggianello (la contrada di mia madre), e una a Fratta di Rotonda (la contrada di mio padre). A Pedali mi divertivo di più, perché giocavo con mia cugina Carmela, la sua vicina di casa Diana e con Enzino Libonati, che era l’unico che giocava con me senza essere né parente né amico di mia cugina. Per anni abbiamo giocato a pallone sulla piazza di Pedali; poi, diventati grandi, ci siamo persi, e ognuno è andato per la propria strada. Una sera di quattro anni fa, uscendo qui a Roma per gettare la spazzatura, una macchina si fermò al mio fianco – ne uscì un uomo che, senza quasi darmi il tempo di capire, mi abbracciò. Era Enzino – eravamo entrambi ingrassati, ahimé. Scoprii che aveva un locale a pochi chilometri da casa mia, la “Shakespeare & Co.” di via dei Savorgnan. Mi ci portò e ci raccontammo in poche ore il senso degli anni che non avevamo condiviso. Per me era un periodo difficile – mi stavo separando, e cercavo casa. Enzino mi disse che me l’avrebbe trovata lui. Gli dissi quanto potevo spendere e non volli sapere altro – “la prima che ti convince me la prendo”. E così fu: ancora oggi abito nella piccola casetta che mi trovò lui. Sopratutto i primi tempi, per me la “Shakespeare & Co.” fu molto importante. I miei figli amavano andarci perché c’era il biliardino come nei paesi, ma sopratutto un mondo vitale di fricchettoni, artisti, meridionali e, in generale, gente di cuore. Era bello la sera trovare vecchi amici di Viggianello, vedere che mio figlio parlava con quelli più grandi e mia figlia giocare a biliardino. Un giorno Enzino mi disse: “Era mia madre a mandarmi da te. Mi diceva: vai da quel bambino che gioca sempre da solo”. Fu allora che capii che Enzino, ogni tot di anni, mi viene a raccattare in punta di piedi da qualche parte.