EX AGROBIOS, INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
L’annuncio del senatore e capo del Dipartimento per il Mezzogiorno della Lega, Pasquale Pepe
Interrogazione parlamentare, con richiesta di risposta scritta, sulla vicenda dei dipendenti della ex Metapontum Agrobios, azienda impegnata dal 1985 in attività per lo sviluppo ed il trasferimento dell’innovazione in agricoltura e nel sistema agro-industriale. Nel corso del 2011, la società è divenuta società in house della Regione Basilicata che, tuttavia, nel 2012 l’ha messa in liquidazione. L’attuale guida di centrodestra della Regione ha così ereditato dal centrosinistra un pasticcio contrattuale e normativo che mette a rischio il lavoro di oltre 50 professionisti”.
Lo dice, in una nota, il senatore e capo del Dipartimento per il Mezzogiorno della Lega, Pasquale Pepe.
“Anziché attardarci nel contrasto alle sterili polemiche sollevate da un colpevole centrosinistra” aggiunge Pepe “abbiamo scelto da tempo di stare al fianco dei lavoratori per risolvere antichi problemi coinvolgendo i Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e della Pubblica Amministrazione, a cui è rivolta l’interrogazione e a cui è stato chiesto quali iniziative intendano assumere per addivenire ad una conclusione giusta e di buonsenso della situazione. Il personale dell’allora Metapontum Agrobios, infatti, venne trasferito alle agenzie regionali Arpab ed all’Alsia. Tuttavia, tra Arpab e Alsia ci sono state differenze di trattamento tra i dipendenti, in quanto in personale transitato in Arpab è stato inquadrato dall’Inps di Potenza nella gestione privatistica, mentre quello transitato in Alsia è stato inquadrato dall’Inps di Matera nella gestione pubblica ex Inpdap. Peraltro, la posizione dei lavoratori è a forte rischio, in quanto la Corte dei Conti ha rilevato criticità sulla capacità di assunzioni della Regione per l’aumento della spesa di personale anche a seguito del trasferimento a suo tempo operato del personale Alsia nel ruolo unico regionale”.
“Il sostegno ai lavoratori” conclude Pepe “si fa con i fatti, non con le chiacchiere. Pertanto, ci assumiamo l’onere di adoperarci per risolvere pastrocchi altrui e di tutelare la dignità di chi lavora, calpestata dagli smemorati che l’hanno messa a rischio”.