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SEQUESTRATA L’AZIENDA DE PASCALIS DI SCANZANO

Traffico di droga e riciclaggio per i 24 indagati. 18 gli arresti. Non riconosciuto il vincolo mafioso

Sono 24 le persone finite nella rete di carabinieri e guardia di finanza con le accuse di aver gestito un traffico di droga nell’area del materano e aver effettuato investimenti illeciti anche nel settore agricolo. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Potenza, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I 24 indagati sarebbero stati ritenuti responsabili, a vario titolo ma per ora non accomunati dal vincolo associativo mafioso, di aver gestito il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti ed in particolare cocaina, hashish e marijuana che avrebbero smerciato nei comuni del metapontino ma anche in quelli più interni del materano: fiumi di droga arrivavano a Policoro, Scanzano, Bernalda, ma anche Tursi, Colobraro e Valsinni e di lì diretti in altre aree della provincia.
Per alcuni degli indagati le accuse sono anche di aver trasferito valori in modo fraudolento, auto-riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, estorsione ed incendio. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 150 militari delle due forze, il nucleo cinofili dei cc di Tito e un elicottero della gdf di Bari. L’organizzazione aveva ramificazioni che partivano dall’area del materano e interessavano anche la Calabria con Cosenza e Catanzaro, La Lombardia con Varese e Milano, l’Emilia Romagna con Parma e la Puglia con Brindisi.
12 le persone arrestate: Giacomo e Filippo SOLIMANDO, il primo detenuto e ritenuto il capo del sodalizio; il calabrese Benito ARONE promotore dell’associazione malavitosa, Aldo DE PASCALIS, Antonio BEVILACQUA anche lui ritenuto promotore del sodalizio, Lorenzo MODARELLI, Giuseppe SACCONE, Antonio MORANDO, Giovanni BRUNO, Stefano SANTORO, Pietro RUSSO, già detenuto; Giuseppe ALOISIO.
Ai domiciliari sono finiti LABRIOLA Antonio, VIOLANTE Pietro, marco BRUNO, TUTINO Daniele, DE PASCALIS Rossana e DE PASCALIS Leo. Obbligo di dimora invece per Antonio DI PIZZO, Stefano TRAVASCIO, Daniele ALTIERI, Maurizio MARTINO, Antonella ASTRELLA e Marco SANTARCANGELO.
Il meccanismo criminale era ben oleato e, attraverso quella che è stata definita la prima vera azienda della mafia, la De Pascalis, è stato disvelato un raffinato ed insidioso meccanismo di riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita. Soldi che provenivano anche dal narcotraffico. Il giro di denaro era ingente ed è stato stimato per oltre 10ml di euro. La lavatrice del denaro sporco era proprio l’azienda di Scanzano che riciclava il denaro nelle attività produttive. Per quanto riguarda lo stupefacente, l’approvvigionamento avveniva in Puglia, Calabria, Campania, Albania ma anche coltivando in proprio la cannabis grazie alla disponibilità di numerosi appezzamenti di terreno.
Le indagini hanno permesso di sequestrare in più fasi numerosi quantitativi di droga e di fare luce sugli incendi che dal 2015 hanno riguardato proprietari di varie aziende agricole, tra cui i fratelli leone e lo stesso De Pascalis. Un atto incendiario che oggi suona solo come una copertura.

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