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Epidemiologia per la sanità pubblica – ISS

Impatto della vaccinazione COVID-19 sul rischio di infezione da SARS-CoV-2 e successivo ricovero e decesso in Italia

? #Covid19

Online primo studio nazionale sull’impatto della vaccinazione ?

Da 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione ?
– dell’80% delle infezioni
– del 90% dei ricoveri
– del 95% dei decessi


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Impatto della vaccinazione COVID-19 sul rischio di infezione da SARS-CoV-2 e successivo ricovero e decesso in Italia ?? 

Il report presentato in questa pagina offre un’analisi congiunta dei dati dell’anagrafe nazionale vaccini e della sorveglianza integrata COVID-19.

Il documento presenta i dati relativi alle persone vaccinate dal 27 dicembre 2020 al 3 maggio 2021 e riporta una valutazione del rischio di infezione da SASRS-Cov-2 dopo la vaccinazione in Italia.

Questa attività è stata possibile attraverso il Decreto-legge 14 gennaio 2021 n. 2, che disciplina i sistemi informativi funzionali all’implementazione del Piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 (comma 7, art 3).

Il documento è a cura del Gruppo di lavoro ISS e Ministero della Salute “Sorveglianza vaccini COVID-19” in collaborazione con i referenti regionali della sorveglianza integrata COVID-19 e con i Referenti regionali della Anagrafe Nazionale Vaccini (flusso AVN vaccinazioni anti-COVID-19).

Ulteriori note per la corretta interpretazione dei risultati

Nell’interpretazione della tempistica degli eventi descritta nel rapporto occorre tener presente che gli intervalli temporali considerati non riflettono esattamente il tempo intercorso tra la vaccinazione e il momento dell’infezione.
Questi intervalli, infatti, non tengono in considerazione il tempo di incubazione della malattia (mediana di 5 giorni; IQR: 3-7, in base a dati di letteratura), eventuali ritardi nell’accesso ai test diagnostici dopo la comparsa dei sintomi (mediana 2 giorni; IQR: 1-4 tra i casi sintomatici nel periodo gennaio-febbraio 2021) e il tempo necessario per effettuare la diagnosi (mediana 1 giorno; IQR: 0-1 tra i casi nel periodo gennaio-febbraio 2021).

Va sottolineato inoltre che, a causa della forte pressione sui dipartimenti di prevenzione, si possono registrare dei ritardi nella notifica e nell’aggiornamento tempestivo delle informazioni dei casi nella piattaforma della sorveglianza, così come possibili errori nella registrazione delle vaccinazioni trasmesse all’Anagrafe nazionale vaccini del Ministero della Salute, sottostimando, di conseguenza, i dati più recenti.
Per questo motivo le analisi sono state limitate ad eventi osservati non oltre la metà di aprile.

Eventuali dati incongruenti al momento dell’estrazione dei dati sono stati esclusi dalle analisi del presente rapporto (es. date di vaccinazione precedenti l’inizio della campagna vaccinale, date di vaccinazione future rispetto alla data di estrazione dei dati, dosi differenti dalla prima o seconda, seconde dosi, in assenza della prima, ecc.). Inoltre, poiché i dati contenuti nel presente rapporto sono il risultato di un record linkage deterministico tra l’anagrafe nazionale vaccini e il database dei casi positivi al SARS-CoV-2, effettuato attraverso una chiave univoca, eventuali errori presenti nella chiave univoca possono non permettere il linkage tra alcuni record nei due dataset.
I dati contenuti nell’anagrafe vaccini e nella Sorveglianza integrata sono in continua fase di consolidamento e, come prevedibile in una situazione emergenziale, alcune informazioni possono essere incomplete.
Pertanto, il numero di soggetti vaccinati e il numero dei casi COVID-19 relativi al periodo più recente, devono essere interpretati come provvisori.

Una lettura dei risultati di questo rapporto deve tenere conto che i diversi vaccini sono stati resi disponibili in tempi diversi e che quindi per gli ultimi la finestra temporale necessaria per osservare un eventuale evento può non essere ancora sufficientemente ampia.

Inoltre, il piano di vaccinazione messo in atto in Italia prevede, a tutt’oggi, la vaccinazione prioritaria solo di alcuni gruppi di popolazione e/o fasce di età, pertanto in questi ultimi è possibile osservare un maggior numero di eventi solo per il fatto che al momento solo queste subpopolazioni sono state vaccinate (ad esempio il personale sanitario, i residenti anziani nelle residenze sanitarie o gli ultraottantenni).

Tali considerazioni sono destinate a modificarsi con la immissione in commercio di nuovi vaccini e l’ampliamento dell’offerta vaccinale ad altri gruppi di popolazione.

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