La testimonianza di FILIPPO PUGLIESE : dopo 32 anni non è cambiato nulla
Certo è che dopo cinquanta anni il principio Two peoples Two States è solo una frase di circostanza per politici e per statisti per non dire cosa intendono fare
1990 Time For Peace
PALESTINA LIBERA
La testimonianza di FILIPPO PUGLIESE :
Chissà cosa fanno oggi quei ragazzi palestinesi di 10/12 anni che ho conosciuto a Gerusalemme 32 anni fa.
Ero il 1 gennaio 1990 in Palestina, alla manifestazione pacifista organizzata a Gerusalemme dal Movimento per la Pace Europeo.
Eravamo più di cinquemila venuti da tutta l’Europa a manifestare sull’orlo di un cratere, quale era Gerusalemme che prima di allora non aveva mai visto una manifestazione pacifista imponente; eravamo venuti a scandire
Two Peoples Two States, Time For Peace, Palestina Libera
Cortei, marce nei Territori, Sit In delle Donne in Nero, catena umana intorno alle mura, conferenze stampa e convegni insieme con pacifisti israeliani e palestinesi, furono queste le azioni che provocarono un grande dispiegamento di polizia e dell’esercito chiamato in servizio di ordine pubblico, bravo a fronteggiare il nemico ma non una grande manifestazione; furono queste le azioni che scatenarono una reazione tanto violenta che impressionò tutto il mondo.
La polizia approfittò della manifestazione per dare la caccia ai palestinesi che dai Territori erano venuti a manifestare con noi.
A nulla valse la casacca tutta bianca 1990 Time For Peace che indossavamo per segnalare di essere europei, perchè le cariche furono violentissime contro di noi e i palestinesi.
Gli arresti di palestinesi e europei furono moltissimi e furono eseguiti per poter giustificare all’opinione pubblica mondiale l’eccessivo dispiegamento dell’esercito.
Per molte notti ho avuto l’incubo di un poliziotto a cavallo che durante la manifestazione, per provocarmi, faceva alitare il cavallo sul mio collo.
Ma l’immagine che ancora oggi non mi abbandona è quella del pestaggio violento di un gruppo di otto/nove ragazze palestinesi che, scappando, avevano avuto la malasorte di capitare in un vicolo cieco.
Pensammo che il nostro intervento con la casacca bianca potesse fermare i poliziotti.
Nulla da fare: fummo picchiati anche noi e uno di noi, un aclista di Potenza, fu manganellato, calpestato, trascinato verso una camionetta e arrestato.
Riuscii a scappare e andai verso l’hotel dove era il quartiere generale pacifista a dire che uno di noi era stato arrestato.
Per le strade era un caos di idranti, manifestanti, poliziotti a cavallo, gas lacrimogeni, scontri continui.
Nella hall dell’hotel c’era il Console Italiano e mentre gli spiegavo arrivarono lacrimogeni e la polizia a cavallo devastò tutto alla ricerca dei camerieri palestinesi.
A guidarmi per le strade di Gerusalemme, nella corsa verso l’hotel, furono quei ragazzi di 10/12 anni, bravi a tirar di fionda nell’Intifada, che mi accompagnavano sempre.
Oggi sono quarantenni. Chissà cosa fanno oggi quei ragazzi di allora.
Certo che oggi, dopo 32 anni, non è cambiato nulla.
Anzi, tutto è peggiorato: la destra è al potere da più di 15 anni, i territori continuano ad essere occupati e i coloni continuano a costruirvi insediamenti,
un muro vergognoso è stato costruito, un ignobile apartheid viene praticato, la striscia di Gaza è sovraffollata, la conflittualità è continua, all’autorità Palestinese non è riconosciuta la dignità di Stato, gli estremisti radicalizzano le situazioni, il processo di pace è interrotto, i missili hanno sostituito l’Intifada, i bombardamenti sono sui civili.
Chissà se quei ragazzi di allora vedranno una Palestina libera !
Certo è che dopo cinquanta anni il principio Two peoples Two States è solo una frase di circostanza per politici e per statisti per non dire cosa intendono fare.
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