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Von der Leyen dal Papa: insieme alla Santa Sede per garantire il vaccino per tutti

Le conseguenze drammatiche della pandemia, i migranti e la crisi climatiche e, naturalmente, i recenti sviluppi della situazione in Medio Oriente

#Papa 

Von der Leyen dal Papa: insieme alla Santa Sede per garantire il vaccino per tutti
Nell’intervista a Vatican News, la presidente della Commissione europea, ricevuta oggi da Papa Francesco, sottolinea gli obiettivi comuni con la Santa Sede e afferma:
In tempi di polarizzazione, populismo e nazionalismi, la forza grande e unificatrice della religione ha un significato immenso

{di: Salvatore Cernuzio e Mario Galgano – Città del Vaticano}

Le conseguenze drammatiche della pandemia, i migranti e la crisi climatiche e, naturalmente, i recenti sviluppi della situazione in Medio Oriente.
È durata circa mezz’ora, dalle 10.50 alle 11.20, l’udienza tra Papa Francesco e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. La leader europea, a Roma per il Global Health Summit co-presieduto con il presidente del Consiglio Mario Draghi, è stata ricevuta questa mattina nel Palazzo Apostolico vaticano. Dopo l’udienza con il Pontefice, intorno alle 11.25, ha incontrato il segretario di Stato, Pietro Parolin e il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher. 

Con il Papa colloqui su Medio Oriente, pandemia, migranti

“Nel corso dei cordiali colloqui – informa una nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana – si è fatto riferimento ai buoni rapporti bilaterali, ulteriormente sviluppatisi grazie al Dialogo Strutturato tra le Parti, e alle iniziative in corso per la ricorrenza del 50° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Unione Europea”. “Ci si è quindi soffermati sul tema dello sviluppo umano e sociale del continente, anche nella prospettiva della Conferenza sul futuro dell’Europa recentemente avviata”, prosegue la nota, che informa inoltre che “nel prosieguo della conversazione sono state affrontate alcune questioni di comune interesse, quali le conseguenze sociali della pandemia, le migrazioni e i cambiamenti climatici, nonché i recenti sviluppi in Medio Oriente”. Al momento dello scambio dei doni, Ursula von der Leyen ha consegnato a Francesco una copia fotostatica della dichiarazione Schuman del 1950 e una edizione in due volumi della Storia dell’Unione Europea. Il Papa ha ricambiato con i documenti del suo pontificato insieme al Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace e il Documento sulla Fratellanza umana, siglato ad Abu Dhabi nel 2019. In dono anche il medaglione di bronzo che ricorda le parole del profeta Isaia al capitolo 32: “Il deserto diventerà un giardino”.

Prima dell’udienza, la leader europea, ai microfoni di Vatican News, ha ribadito il buono stato delle relazioni diplomatiche tra Unione Europea e Santa Sede e gli sforzi dell’Ue per lo sviluppo sostenibile e per affrontare la crisi sanitaria globale, che prendono spunto proprio dai vigorosi appelli del Pontefice.

L’intervista a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea

Presidente, qual è lo stato delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Unione Europea dopo 50 anni?

I rapporti tra Santa Sede e Unione Europea sono eccellenti. Questi 50 anni hanno fatto vedere che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. La buona collaborazione si basa fondamentalmente sulla condivisione degli stessi valori: impegno per la pace, solidarietà, dignità della persona. Seguiamo da vicino il Vaticano sul tema della globalizzazione della solidarietà, molto vicina al nostro cuore, e siamo riconoscenti per l’interesse manifestato per la Conferenza per il futuro dell’Europa. Già questi pochi elementi dimostrano quanto i nostri rapporti siano positivi e profondi.

L’Unione Europea condivide e rilancia gli appelli del Papa sulla diffusione dei vaccini, attraverso Covax. In che modo la Commissione Europea affronterà la crisi sanitaria globale?

Nessuno potrà considerarsi al sicuro finché tutti non avranno accesso a un vaccino efficace e a prezzi accessibili. L’Unione Europea è rimasta coerente – nonostante le difficoltà incontrate nell’assicurare i vaccini – al principio per cui la metà della produzione europea deve essere convogliata ad altri 90 Paesi. Questa è una parte. La seconda parte, Covax, è di estrema importanza. L’Unione Europea è tra i maggiori finanziatori di Covax: proprio ieri abbiamo avuto un summit G20 nell’ambito del quale il Team Europe si è impegnato a fornire 100 milioni di dosi a Covax. È fondamentale ora fornire dosi di vaccino gratuite, perché scarseggiano ovunque. Ieri abbiamo raccolto un altro successo: i nostri partner BioNtech-Pfizer, Johnson&Johnson e Moderna si sono impegnati a consegnare ancora quest’anno 1,3 miliardi di dosi, con destinazione specifica a Paesi con basso reddito a titolo gratuito e Paesi con medio reddito a prezzi ridotti. Queste tre vie – esportazione, donazione e partenariati industriali – hanno come priorità la realizzazione di impianti per la produzione dei vaccini in Africa, sui quali sta lavorando Team Europe insieme ai nostri partner africani. Un progetto, ovviamente, non a breve termine… Noi proseguiremo con la tecnologia, con investimenti massicci, ma anche con la formazione del personale in modo che presto l’Africa possa essere indipendente per la produzione dei vaccini per le proprie necessità.

Papa Francesco reputa la questione ambientale una delle più urgenti sfide di oggi. Come può agire l’Europa per uno sviluppo sostenibile e integrale?  

Sono davvero grata per il dono della Laudato si’ e per l’impulso positivo che ha dato per la protezione del pianeta, della natura, del clima. L’Unione Europea si è impegnata fin dall’inizio. Il primo e più importante argomento nel mio mandato è l’European Green Deal. L’UE sarà il primo continente ad avere la neutralità climatica nel 2050, mentre oggi abbiamo la prima legge europea sul clima. Questo significa che non solo ci siamo prefissati obiettivi, ma anche che scriviamo leggi che passo dopo passo ci aiutano a raggiungere la neutralità climatica e la riduzione di emissioni di gas serra entro il 2030. È un compito enorme, ma se non agissimo le conseguenze potrebbero essere orribili e già abbiamo un’anticipazione di cosa possa significare il cambiamento climatico. Dobbiamo assumere la responsabilità per i nostri figli e nipoti: se vogliamo che possano conoscere la primavera, l’estate, l’autunno, l’inverno come li abbiamo conosciuti noi, è urgente agire ora. L’Unione Europea fa la sua parte, lavoriamo con grande impegno anche per tirarci dietro il mondo e sono felice di vedere che Corea del Sud, Sud Africa, Giappone, Cina e Stati Uniti hanno tutti stabilito obiettivi entro i quali raggiungere la neutralità climatica. Ecco perché credo che la Laudato si’ sia stata veramente una chiamata al risveglio.

Sappiamo che l’Europa ha radici cristiane: a cattolici, protestanti, ortodossi, si sono aggiunti credenti di altre religioni, che sono cittadini europei. Quale ruolo svolge la religione, e soprattutto il cristianesimo, nell’Europa di oggi?

Il cristianesimo è profondamente radicato in Europa. Si percepisce ogni giorno, nel nostro agire quotidiano, l’origine dei valori cristiani: quando parliamo della pace, della dignità della persona, per esempio nello stato di diritto, di solidarietà o, per esprimerlo in termini un po’ più antichi, di misericordia, si percepiscono le radici cristiane e anche la profondità con cui esse sono intrecciate nella nostra epoca. Nei nostri argomenti quotidiani il cristianesimo e i valori sui quali poggia svolgono un ruolo importante. Inoltre, in tempi di polarizzazione, populismo, nazionalismi, la forza grande e unificatrice della religione che si impegna per la coesione e la riconciliazione ha un significato immenso. È l’elemento unificatore che dà la forza per affrontare la quotidianità e soprattutto gli impegni che ci aspettano.

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