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Mattarella a Palermo ricorda le stragi di Capaci e di Via d’Amelio

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia commemorativa in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio

#Mattarella #Palermo 
Strage di Capaci 29 anni dopo, Mattarella: “Nessuna zona grigia, nessuna omertà né tacita connivenza: o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Palermo in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Il Presidente Mattarella è intervenuto alla cerimonia commemorativa che si è svolta nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, nel corso della quale hanno preso la parola: Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone; Luciana Lamorgese, Ministro dell’interno; Marta Cartabia, Ministro della giustizia; Lamberto Giannini, Capo della Polizia-Direttore generale della pubblica sicurezza; Patrizio Bianchi, Ministro dell’istruzione.

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia commemorativa in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio
Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Palermo, 23/05/2021

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Rivolgo un saluto alle autorità che ad alto livello rappresentano qui il Parlamento, il Governo, la Regione, la Magistratura, tante realtà importanti nel nostro Paese.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone, con Roberto Fico, Presidente della Camera, Giuseppe Pisani, Segretario di Presidenza del Senato della Repubblica, Marta Cartabia, Ministro della Giustizia, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Un saluto a tutti i presenti e a quanti seguono da remoto. Un saluto particolarmente intenso nei confronti dei giovani, segno di speranza per il futuro del nostro Paese.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Nonostante i tanti anni passati, è sempre di forte significato ritrovarsi in questa aula bunker, un luogo di grande valenza simbolica, dove la Repubblica ha assestato colpi di grande rilievo nel cammino della lotta contro la mafia.

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Ancor più significativo nell’anniversario del terribile attentato che uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, cui fece seguito, qualche settimana più tardi, quello in cui furono assassinati Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.  Una ricorrenza, questa, divenuta Giorno della Legalità, in ricordo di tutte le vittime di mafia.

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti. Un ringraziamento particolare vorrei rivolgere, come ogni anno, a Maria Falcone. Va iscritto a merito suo e della Fondazione che preside e anima con tanta passione, se questo anniversario, di per sé triste e angosciante, è diventato, anno dopo anno, occasione di riscatto e di consapevolezza; che ha dinamicamente coinvolto, in numero crescente, diverse generazioni di giovani.

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

L’onda di sdegno e di commozione generale, suscitata dai gravissimi attentati a Falcone e a Borsellino, il grido di dolore e di protesta che si è levato dagli italiani liberi e onesti è diventato movimento, passione, azione. Hanno messo radici solide nella società. Con un lavorio paziente e incessante, hanno contribuito a spezzare le catene della paura, della reticenza, dell’ambiguità, del conformismo, del silenzio, della complicità.

Il Presidente Sergio Mattarella nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

La mafia, lo sappiamo, esiste tuttora. Non è stata ancora definitivamente sconfitta. Estende i suoi tentacoli nefasti in attività illecite e insidiose anche a livello internazionale. Per questo è necessario tenere sempre la guardia alta e l’attenzione vigile da parte di tutte le forze dello Stato. Ma la condanna popolare, ampia e possente, ha respinto con efficacia, in modo chiaro, corale e diffuso, i crimini, gli uomini, i metodi, l’esistenza della mafia.

Palermo 23/05/2021
Il Presidente Sergio Mattarella durante il suo intervento in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Nessuna zona grigia, nessuna omertà né tacita connivenza: o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative.

Il Presidente Sergio Mattarella durante il suo intervento in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

La mafia teme, certamente, le sentenze dei tribunali. Ma vede come un grave pericolo per la sua stessa esistenza la condanna da parte degli uomini liberi e coraggiosi.

Il Presidente Sergio Mattarella durante il suo intervento in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

La mafia ha sicuramente paura di forze dell’ordine efficienti, capaci di contrastare e reprimere le attività illecite.
Ma questa paura l’avverte anche di fronte alla ripulsa e al disprezzo da parte dei cittadini e soprattutto dei giovani.

Palermo 23/05/2021
Il Presidente Sergio Mattarella durante il suo intervento in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

La mafia, diceva Antonino Caponnetto, «teme la scuola più della Giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa»

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone,in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Una organizzazione criminale, che ha fatto di una malintesa, distorta e falsa onorabilità il suo codice di condotta, in questi ultimi decenni ha perduto terreno nella capacità di aggregare e di generare, anche attraverso il terrore, consenso e omertà tra la popolazione.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone,in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

La mafia, con queste premesse, non è invincibile. Può essere definitivamente sconfitta, realizzando così la lucida profezia di Giovanni Falcone.

In questa giornata, così significativa e così partecipata, ricordiamo – nel nome di Falcone e Borsellino – tutti gli uomini e le donne che sono stati uccisi dalla mafia.
Magistrati ed esponenti politici; sindaci e amministratori; giornalisti e testimoni; appartenenti alle forze dell’ordine e alla società civile; servitori dello Stato e cittadini che hanno detto no al pizzo; collaboratori di giustizia, loro familiari, persino persone che passavano per caso in un luogo di attentato.

Il loro numero è impressionante, una lista interminabile, una scia di sangue e di coraggio, che ha attraversato dolorosamente la nostra storia recente.
La loro morte ha provocato lutti, disperazione, sofferenze.

Non li possiamo dimenticare.
Ognuno di loro ha rappresentato un seme.
Il loro ricordo richiede decisi passi avanti verso la liberazione e verso il riscatto.

Falcone e Borsellino erano due magistrati di grande valore e di altissima moralità. L’intelligenza e la capacità investigativa erano valorizzate e ingigantite da una coscienza limpida, da un attaccamento ai valori della Costituzione, da una fiducia sacrale nella legge e nella sua efficacia.

La mafia volle eliminarli non soltanto per la loro competenza nella lotta alla criminalità organizzata, per la loro efficienza, per la loro conoscenza dei metodi e delle prassi del crimine organizzato.
Li assassinò anche perché erano simboli di legalità, di intransigenza, di coraggio, di determinazione. Erano di stimolo e di esempio per tanti giovani colleghi magistrati e per i cittadini, che li amavano e che riponevano in loro fiducia e speranza.

Sono rimasti modelli di stimolo e di esempio.

A Falcone, a Borsellino, a tante nobili figure di magistrati caduti vittime perché avvertivano alta la responsabilità del ruolo e della dignità della funzione di giustizia, guarda il complesso della Magistratura italiana.

Ad essi si ispira il lavoro tenace di tanti magistrati, presidio di legalità.

A figure di magistrati come loro la società civile guarda con riconoscenza.
Vi guarda come lezioni che consentono di nutrire fiducia nella giustizia amministrata in nome del popolo italiano.

In direzione contraria sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della Magistratura, minano il prestigio e l’autorevolezza dell’Ordine Giudiziario.

Questi devono risiedere nella coscienza dei cittadini.

Anche il solo dubbio che la giustizia possa non essere, sempre, esercitata esclusivamente in base alla legge provoca turbamento.

Se la Magistratura perdesse credibilità agli occhi della pubblica opinione, s’indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia.

Vorrei ribadire, oggi, quanto già detto nel giugno 2019 al CSM e nel giugno 2020 al Quirinale: la credibilità della Magistratura e la sua capacità di riscuotere fiducia sono imprescindibili per il funzionamento del sistema costituzionale e per il positivo svolgimento della vita della Repubblica.

A questo scopo gli strumenti a disposizione non mancano.

Si prosegua, rapidamente e rigorosamente, a far luce su dubbi, ombre, sospetti, su responsabilità.
Si affrontino sollecitamente e in maniera incisiva i progetti di riforma nelle sedi cui questo compito è affidato dalla Costituzione.

Cari ragazzi che ascoltate,

al contrario di quanto i mafiosi speravano, la conseguenza del sacrificio di Falcone, Borsellino e di chi si trovava con loro è stato il grande aumento della diffusione, permanente nel tempo, di una mentalità nuova, di consapevolezza e di rifiuto del fenomeno mafioso.

Provenendo da Punta Raisi si passa accanto al monumento che rammenta la terribile strage di Capaci: è un punto coinvolgente, di forte ricordo.

Voi giovani, che gridate no alle compromissioni, alle clientele, alle complicità, alla violenza, costituite un monumento vivo, dinamico e prezioso.

In voi si esprime la voce della società contro condizionamenti illeciti, intrighi, prepotenze, violenza sopraffattrice; la voce dell’Italia che chiede che tutti e ovunque possano sentirsi realmente e pienamente liberi nelle proprie scelte e nelle proprie iniziative. In definitiva, la voce della civiltà e della storia.

Cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio 

https://www.quirinale.it/elementi/56732

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siamo CAPACI #siamocapaci 

Il 23 maggio e il 19 luglio sono le pagine più buie della storia di Palermo, ma segnano allo stesso tempo il risveglio della società civile che davanti a tanta barbarie inizia ad alzare la testa.

Il 23 maggio è ormai da anni diventata la data simbolo della lotta alla mafia, del “NO” al malaffare.

E ogni anno, grazie anche all’impegno della fondazione Falcone (creata dalla sorella del giudice, Maria) e del Miur, l’Italia intera si mobilita con l’iniziativa

Palermo chiama Italia

per ricordare e rinnovare l’impegno per la legalità.
Il programma del 2021, nel 29esimo anniversario della strage, risente dei limiti imposti dalla pandemia, ma è comunque fitto di appuntamenti e vede la presenza in città anche del capo dello Stato, Sergio Mattarella. 

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