PROCURATORE BOSSI : scelta condivisa e applicata da giorni
#appesiadunafunediacciaio
“FORCHETTONE NON RIMOSSO GESTO CONSAPEVOLE”
#appesiadunafunediacciaio
“FORCHETTONE” l’errore umano è andato oltre ‼️
Art. 437. (Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro)
Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Se dal fatto deriva un disastro o un infortunio, la pena è della reclusione da tre a dieci anni.
AGGIORNAMENTO
Il D.Lgs. Luogotenenziale 10 maggio 1945, n. 234 ha disposto (con l’art. 4, comma 1) che “Salvo quanto disposto negli articoli precedenti, le pene previste per i reati contemplati nel libro secondo, titolo sesto, capo primo, e titolo tredicesimo, capo primo del Codice penale, sono aumentate da un terzo alla meta'”
Ha inoltre disposto (con l’art. 7, comma 1) che la presente modifica ha efficacia fino ad un anno dopo la cessazione dello stato di guerra.
Hanno “ammesso” le tre persone fermate nella notte per l’incidente alla funivia del Mottarone.
Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani.
“Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso“, dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su Rai Tre.
“C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta‘, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.
La svolta è arrivata quasi all’alba, dopo una notte di interrogatori serrati e, a tratti, anche tesi e drammatici.
A tre giorni dalla tragedia del Mottarone, il crollo della cabina della funivia in cui sono morte quattordici persone, tra cui due bimbi, ci sono tre fermati.
Si tratta di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio.
A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri, in seguito all’analisi della cabina precipitata e agli interrogatori.
Un confronto di oltre dodici ore con dipendenti e tecnici dell’impianto convocati nella caserma dell’Arma, a Stresa, dal pomeriggio di ieri.
Persone informate sui fatti, in un primo momento, ma già ieri sera, con l’arrivo dei primi avvocati, è stato chiaro che la posizione di alcuni di loro era cambiata.
Dopo mezzanotte è arrivato anche Nerini, raggiunto in seguito anche dal suo difensore, l’avvocato Pasquale Pantano.
Mottarone: Eitan estubato, ha riaperto gli occhi
Il bimbo di 5 anni è l’unico sopravvissuto nello schianto della cabina della funivia
Adesso è necessario mollare la pressione mediatica su i sanitari lo hanno chiesto i familiari, alle ore 17 nuovo bollettino medico
Eitan, il bambino di 5 anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, ha riaperto gli occhi. “Il risveglio sta proseguendo e poco fa è stato estubato”, dice il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle. “Per un momento – aggiunge La Valle – il piccolo Eitan ha ripreso conoscenza”. Al suo fianco, oltre agli anestesisti e agli psicologi dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, c’era la zia Aya, sorella del padre morto con la madre e il fratellino di due anni nella cabina della funivia precipitata. “Questa è una fase molto delicata – dicono i sanitari del reparto di Rianimazione diretto da Giorgio Ivani – La notte è passata tranquilla e conferma la stabilità clinica del bambino nonostante le condizioni critiche. Il fatto che siamo riusciti a estubarlo è un fatto positivo”. Quando ha aperto gli occhi, dunque, Eitan si è trovato di fronte il volto conosciuto della zia. La prognosi resta riservata e si attendono le prossime ore per completare il risveglio.
Il bimbo è ricoverato nel reparto rianimazione diretta dal dottor Giorgio Ivani. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto ieri non ha evidenziato danni neurologici, sia a livello celebrale sia a livello del tronco encefalico; nella giornata di ieri i sanitari inizieranno un lento e graduale risveglio. La prognosi resta riservata ma filtra tra i sanitari un cauto ottimismo.
26 maggio 2021
Sono arrivati questa notte i primi arresti per la strage della funivia Stresa- Mottarone.
Dopo ore di interrogatori ad oltranza tre persone sono state portate nel carcere di Verbania, tra loro anche Luigi Nerini, 56 anni e proprietario della società ‘Ferrovie del Mottarone’ che gestisce l’impianto.
Oltre a Nerini, le persone fermate per l’incidente alla funivia che ha causato 14 vittime sono un ingegnere, il direttore del servizio, e il capo operativo del servizio.
Le accuse nei loro confronti sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime. I tre fermati erano consapevoli da settimane del guasto al sistema frenante di sicurezza. Lo afferma il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi Già dalle prime rilevazioni il sistema frenante era apparso manomesso. Era stato utilizzato un dispositivo, un cosiddetto forchettone, per disabilitare i freni di emergenza. Non una dimenticanza, ma una scelta deliberata per, così appare dalle prime informazioni, evitare continui disservizi e blocchi della funivia. E quando il cavo si è spezzato il freno di emergenza non è entrato in funzione. Oltre a Nerini, sono in stato di fermo un ingegnere e il capo operativo del servizio. L’analisi dei reperti ha permesso agli inquirenti che indagano sull’incidente alla funivia del Mottarone di accertare che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”. Lo ha spiegato il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, secondo cui il ‘forchettone’, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso per “evitare disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe necessitato un intervento più radicale con un blocco se non prolungato consistente”. “La rottura del cavo è stata l’innesco della tragedia. Ora si tratta di approfondire quanto accennato sui freni. Abbiamo bisogno dell’intervento dei tecnici”. “Domenica l’altra cabina non aveva il ‘forchettone’, ma verificheremo se l’apposizione era stata fatta anche su quella”, aggiunge a proposito del sistema utilizzato per evitare che la funivia si fermasse di continuo e che, secondo gli accertamenti della procura, ha causato la mancata attivazione dei freni. “Bisogna anche capire – conclude – se la presenza di un solo ‘forchettone’ o due avrebbe avuto effetto analogo” Nel pomeriggio di ieri i carabinieri di Stresa hanno ascoltato sei dipendenti della società e per un paio di loro la posizione si è inaspettatamente aggravata, tanto da far scattare in serata le prime iscrizioni nel registro degli indagati e quindi le manette. La manutenzione dell’impianto, ossia “i controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento e dal manuale d’uso” dell’impianto spetta alle Ferrovie del Mottarone, società di proprietà di Nerini e i tecnici che lavorano per garantire la sicurezza sono i primi a finire nel mirino degli inquirenti dopo l’incidente. I militari dell’Arma, in queste ore stanno acquisendo la documentazione amministrativa, che, come ha spiegato il pm, consentirà di stabilire quali sono le persone che entrano nell’inchiesta. Da sciogliere c’è anzitutto il nodo della proprietà che il sindaco di Stresa Marcella Severino sostiene essere ancora in capo alla Regione Piemonte, dato che non sarebbe stata completata la procedura di cessione prevista dall’accordo di programma stipulato nel 2014. E poi il ruolo delle diverse società coinvolte, nella gestione e nella manutenzione dell’impianto. Nel frattempo al Mottarone, dove ieri la pioggia è caduta abbondante per tutto il giorno e oggi fa capolino il sole, la funivia è sotto sequestro e la zona è transennata. La cabina precipitata, attualmente coperta da un telo, dovrà essere rimossa, impresa non semplice perché si trova in un punto impervio. Il relitto, con i cavi e il materiale recuperato, saranno oggetto delle perizie che il magistrato affiderà al Politecnico di Torino. “La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro” ha spiegato il procuratore che ha visionato una piccola parte dei video delle telecamere di sorveglianza della funivia del Mottarone. “La visuale – ha precisato – è però limitata alla zona dell’arrivo”. L’ipotesi della ‘forchetta’ fa parte degli accertamenti da fare. Dal video non si vede. La ‘forchetta’ – ha aggiunto – è un meccanismo che fa parte del sistema di blocco e sblocco della cabina e se sia stato inserito o meno dovrà essere accertato”. L’inchiesta in corso Nell’inchiesta della procura di Verbania sono finiti anche tutti i video delle telecamere del sistema di sorveglianza della struttura relativi ai giorni precedenti alla caduta della cabinovia. Nelle immagini a bassa definizione si vede anche l’ultima corsa verso l’alto interrotta a pochi metri dalla vetta quando si è spezzato il cavo trainante e la cabinovia ha ‘scarrellato’ verso il basso a velocità crescente dato che il sistema frenante di sicurezza non è entrato in funzione impedendo alla cabina di restare ancorata ai due cavi portanti. Il malfunzionamento dei freni ha fatto urtare la cabina contro un pilone quindi la cabinovia è precipitata al suolo da circa 20 metri prima di finire la sua corsa diverse decine di metri più a valle contro alcuni tronchi di abete. Oltre ai video di domenica, la procura ha deciso di sequestrare anche i filmati dei giorni prima per capire se si sia verificata qualche anomalia che possa spiegare l’incidente. Il giorno prima dell’incidente sul Mottarone, la funivia avrebbe avuto un guasto con blocco dell’impianto. Non è chiaro al momento se durante il blocco ci fossero persone a bordo delle cabine. “Così ci è stato riferito: si è bloccata la funivia e c’è stato un intervento per rimetterlo in funzione. Se questo sia collegato o meno ancora non lo sappiamo” ha sottolineato Bossi. “Il sistema di freni di sicurezza non ha funzionato” “Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza pacificamente non ha funzionato perché la cabina si sarebbe bloccata. L’oggetto dell’accertamento che sarà svolto è capire perché questo si sarebbe verificato” ha precisato Bossi. Ora, ha aggiunto il procuratore, “gli accertamenti tecnici sono assolutamente indispensabili”. La cabina, ha detto Bossi, “è slittata a valle senza che il sistema di emergenza sia entrato in funzione. Questo è verosimilmente successo e questo è oggetto di indagine”, cioè “se può essere un malfunzionamento o altro: è chiaro che è un fatto meccanico, però dobbiamo capire qual è”. Probabilmente verrà aperta una procedura non solo per “omicidio colposo plurimo” e per “lesioni colpose” ma anche anche per “disastro colposo”. “Penso che procederemo per un reato piuttosto raro che è quello di attentato, naturalmente colposo, alla sicurezza dei trasporti, con conseguenza di disastro colposo”, ha detto il procuratore della Repubblica Bossi, parlando in Procura con i giornalisti. “L’intera area è stata posta sotto sequestro – aggiunge – cominceremo dai rilievi tecnici per accertare le cause dell’incidente”. “Dobbiamo avere il quadro completo ed esaustivo di tutti i soggetti giuridici che a vario titolo sono interessati alla gestione o alla revisione dell’impianto” ha chiarito il procuratore. “C’è l’ente proprietario, che deve essere ancora chiarito se è ancora la Regione Piemonte o se è avvenuto il passaggio al Comune di Stresa e in che modo, c’è la società che gestisce l’impianto, Ferrovie del Mottarone, ci sono le società che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dell’impianto nel biennio 2014-2016 e c’è una società incaricata della revisione annuale. L’ultima ci risulta sia stata effettuata nel novembre 2020″, spiega ancora il procuratore. Le aziende coinvolte sono più d’una”. Anche l’impianto di videosorveglianza della funivia è stato posto sotto sequestro dalla procura di Verbania,spiega il procuratore Bossi, precisando che le telecamere “riprendono arrivo e partenza” e che, al momento, “non risultano esserci immagini riprese dall’interno della cabina precipitata, anche se non mi sento di escluderlo”. “Logica vorrebbe che si è spezzato il cavo e l’impianto frenante non ha funzionato, ma può anche essere il contrario. Lo dovranno stabilire i consulenti”, ha detto il procuratore Bossi. “Ho già parlato col Politecnico di Torino, anche se non ho ancora dato l’incarico – ha precisato – serviranno ingegneri meccanici e stiamo valutando se servano anche esperti in metallurgia”.
Assessore ai Trasporti del Piemonte: cabina indietro a 100 km orari “Ci sono due sistemi frenanti che devono agire se purtroppo capita una cosa di questo genere. Se il sistema frenante non si aziona la cabina torna indietro, si calcola lo abbia fatto a oltre cento chilometri orari. In corrispondenza del pilone non dovrebbe esserci stato nessun urto, ma la pendenza che cambia a quella velocità ha fatto da trampolino e la cabina è saltata per aria a centro chilometri orari, facendo un volo di 54 metri, e poi è ancora rotolata per qualche decina di metri”. L’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, ha ricostruito così la dinamica dell’incidente. L’assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano, ha invece precisato in Consiglio regionale che “la proprietà dell’impianto del Mottarone è del Comune di Stresa dal 1997 anche se “la trascrizione non è potuta avvenire perché il Comune non ha prodotto gli atti più volte richiesti”. L’assessore ha poi ribadito all’agenzia Ansa: “Noi siamo ancora nella fase di lutto, stiamo ancora pregando per la vita di Eitan, ma i titoli di oggi ci sollecitano a informare il Consiglio prima di tutti: il tema che è emerso in questi giorni merita una risposta”. Acquisizioni documenti anche in Regione I carabinieri di Stresa (Verbania) stanno effettuando in queste ore acquisizioni dei documenti inerenti la manutenzione e la gestione dell’impianto della Funivia del Mottarone nell’ambito dell’indagine della Procura di Verbania sull’incidente. Da quanto riferito, gli enti e le società interessate, come Regione Piemonte, Comune di Stresa e anche uffici ministeriali, si sono messi a disposizione degli investigatori. Il materiale sequestrato si aggiunge a quello già raccolto negli uffici della società Ferrovie del Mottarone. Cirio: “Momento di estremo dolore, emerga la verità” “E’ un momento triste per la nostra Regione, domenica era il giorno della ripartenza,l’occasione per riassaporare il primo scampolo di vita normale.Il destino lo ha fatto coincidere con una tragedia immane”. Così il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha parlato nell’Aula del Consiglio regionale, che ha osservato un minuto di silenzio per le vittime del Mottarone. “In attesa che si chiarisca la verità, che dovrà essere chiarita con tutti i mezzi – ha aggiunto – apprezziamo che la Procura abbia subito aperto una inchiesta e che il ministro dei Trasporti abbia istituito unacommissione di indagine: la verità dovrà emergere” Leitner: “Al momento non ci risultano avvisi di garanzia” “Al momento non ci risultano avvisi di garanzia a nostro carico”. Lo apprende l’agenzia Agi da fonti dell’azienda altoatesina Leitner di Vipiteno specializzata in impianti e fune, mezzi battipista e impianti eolici in merito alla tragedia della funivia del Mottarone, nella quale hanno perso la vita 14 persone. “Il controllo di novembre è stato fatto da Sateco di Torino che è azienda specializzata nel controllo magneto induttivo delle funi traenti. Noi sull’impianto Stresa-Mottarone abbiamo in carico la manutenzione straordinaria ed ordinaria, non quella giornaliera e settimanale che sono a carico della societaàdi gestione Ferrovie del Mottarone”. Il medico: la situazione resta critica, ma Eitan dà segni di risveglio “Il risveglio è partito, la risposta del bambino è positiva. Comincia a dare i primi segnali di risveglio con colpi di tosse e alcuni momenti di respiro spontaneo. Ma in termini precauzionali stiamo andando con più calma e attenzione proprio perché la situazione del bambino è critica, seppur abbiamo dei segnali positivi”. Così il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, dopo che Eitan, il bambino di cinque anni unico sopravvissuto alla strage della funivia Stresa-Mottarone, è stato risvegliato dal coma indotto dai medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino dov’è ricoverato. “La situazione clinica resta critica e la prognosi resta riservata. Il bambino è ancora intubato. Se andiamo avanti in questa maniera e resta stabile l’auspicio è che riusciamo a instubarlo domani mattina. Procediamo con cautela perché la situazione complessiva di politrauma rende l’attenzione all’evoluzione anche del risveglio più attenta e accorta”, aggiunge Giovanni La Valle. “In questo momento ci preoccupano di più le eventuali complicanze non legate al sistema neurologico che abbiamo verificato che è integro, ma quelle che potrebbero sorgere dal politrauma appunto – continua La Valle – Non dimentichiamo che due giorni fa è stato operato per stabilizzare le fratture e che in questo momento lo stiamo tenendo sedato e stabilizzato dal punto di vista emodinamico”. Eitan resta quindi ricoverato in rianimazione seguito dal direttore del reparto Giorgio Ivani e dalla sua equipe. Papa Francesco: “Grande dolore, trepidazione per il piccolo Eitan” Papa Francesco “ha appreso con grande dolore la notizia del drammatico incidente avvenuto presso la funivia Stresa-Mottarone e desidera esprimere ai familiari delle vittime vicinanza e sentito cordoglio. Pensando con commozione a tante vite tragicamente spezzate mentre erano immerse nella meraviglia del creato, assicura la preghiera per quanti sono scomparsi, per chi li piange e per il piccolo Eitan, la cui delicata vicenda segue con trepidazione”. È quanto si legge nel telegramma di cordoglio per le vittime dell’incidente di domenica alla funivia Stresa-Mottarone, inviato a nome di Papa Francesco dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin al Vescovo di Novara mons. Giulio Brambilla.Il Papa “partecipa in modo particolare all’afflizione della comunità locale e della Diocesi di Novara, e si stringe all’amato popolo italiano, sgomento per la grave tragedia. Mentre implora dal Signore il conforto per chi soffre, di cuore imparte a quanti sono nel dolore la benedizione apostolica”. Giro d’Italia: modificato il percorso della tappa con il Mottarone “La direzione del 104/o Giro d’Italia di ciclismo – a seguito dei tragici eventi di domenica scorsa, che hanno coinvolto la funivia del Mottarone – e di concerto con il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, la Regione Piemonte e le altre istituzioni interessate, ha deciso di modificare il percorso della 19/a tappa della corsa rosa, in programma venerdì”. Il nuovo percorso sarà di 166 km e la partenza verrà data da Abbiategrasso alle 12,35. L’arrivo è previsto sempre tra le 17 e le 17,30. In pratica i corridori percorreranno10 chilometri in meno del previsto: sparisce dal percorso il Mottarone, che era il Gran premio della montagna di 1/a Categoria e viene sostituito dall’Alpe Agogna, salita di 4/a Categoria: in pratica, invece che salire sul Mottarone, il Giro proseguirà da Armeno verso Gignese, dove la corsa ritrova il percorso originale che la porterà verso il Passo della Colma e poi al traguardo posto sull’Alpe di Mera.
FONTE : www.rainews.it