I TROPPI RITARDI SANITARI E I VINTI DELLA PANDEMIA
Lettere lucane
L’Osservatorio nazionale screening ha evidenziato in questi giorni il problema dei controlli oncologici saltati. A a causa della pandemia ci si controlla meno, le diagnosi tendono ad arrivare in ritardo e gli stili di vita sono mediamente meno salutari. La Basilicata ha una buona tradizione di screening oncologici, sopratutto per quanto riguarda la popolazione femminile; ma oggi anche la Basilicata, come il resto d’Italia, registra un ritardo importante sulla prevenzione. Che fare? Sicuramente provare in ogni modo a recuperare sanitariamente il tempo perduto, ma sopratutto mobilitare un meccanismo solidale diffuso e capillare – magari attraverso l’attivismo sempre più cruciale degli amministratori comunali – per sottrarre il maggior numero di persone a quello che potrei definire abbandono sanitario. Una pandemia devastante come quella che stiamo vivendo, e che tutti ci auguriamo possa terminare al più presto, ha non soltanto causato i ricoveri e i lutti che sappiamo, ma ha tramortito psicologicamente milioni di persone, che ora rischiano di essere esclusi dall’euforia della ripartenza (tutti i “dopoguerra” hanno qualcosa di crudele e di volgare; a tal proposito consiglio di rileggere “Napoli milionaria” di Eduardo De Filippo) e lasciati indietro dal nuovo ordine sociale e culturale che si sta rapidamente costituendo. Da un lato ci sono i morti, dall’altro ci sono i vinti della pandemia, tutti coloro, e sono milioni, che non hanno la forza o gli strumenti, pur essendo sopravvissuti, per uscire indenni da questo passaggio epocale. Ogni evento collettivo drammatico funziona anche come selettore naturale: i più forti si salvano, i più fragili rischiano di soccombere, di non farcela ad adattarsi al “nuovo mondo”. Dunque ora più che mai bisogna andare casa per casa e prendere per mano il maggior numero di persone per aiutarle a camminare nella giungla del dopo-pandemia.