ROBERTO SPERANZA ED IL MERITO A MENDICARE
Tacco&Spillo
Per ironia del caso la rimpatriata del lucano Roberto Speranza è coincisa con la giornata celebrativa che gli dovrebbe essere più lontana per attribuzione e condotta: quella del merito. Al Teatro Stabile di Potenza, invece, l’emaciato ministro, provvisto del solito grigiore amletico ed a passo interrato, ha sfoggiato sorrisetti adolescenziali e socialisti per la montagna di soldi che l’Europa darà, a debito, per rattoppare la sanità pubblica che la politica, compresa quella dei suoi sinistri padrini D’Alema e Bersani, ha ridotto in colabrodo. Eppure un Paese normale ed una politica consapevole della responsabilità del suo compito avrebbero spezzato da tempo l’uso di questa retorica di glassa e di nulla che ha incoronato Speranza perfino ministro. Ora si dovrebbe parlare dell’Italia con il tasso di letalità più alto d’Europa come dell’arretratezza del suo piano pandemico oppure della trama giudiziaria delle mascherine o ancora dei trombati di Articolo Uno divenuti consulenti ministeriali o dei 240mila euro dati al pensionato Filippo Bubbico per la guida di Acquirente Unico. Ha scritto William Shakespeare:“Vedendo il merito a mendicare e la vuota nullità gaiamente agghindata”.