Le patologie ortopediche del segmento muscolo-scheletrico
Se ne è parlato a “Doctor” su Cronache Tv con il Dott. Romeo. Pronti a partire gli ambulatori territoriali
Si è parlato di patologie ortopediche e delle nuove strutture ambulatoriali nella puntata di “Doctor”, condotta dalla giornalista Eliana Positano, in onda la domenica sera su Cronache Tv. Ospite il dott. Rocco Romeo, Direttore del Dipartimento di Traumatologia e Ortopedia dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza che su questo aspetto diagnostico sta investendo molto, diversificando l’offerta e mettendosi al passo con i tempi. Inizieranno a breve le prenotazioni per le visite ambulatoriali differenziate che si terranno a partire da metà settembre presso gli ospedali di Potenza, Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri e che permetteranno di diagnosticare e curare patologie specifiche per ogni segmento muscolo-scheletrico con prestazioni specifiche che riguardano i vari segmenti: mano e polso, piede e caviglia, anca e ginocchio, spalla e gomito, colonna vertebrale (per problematiche connesse in particolare a patologie degenerative) e l’ambulatorio per la traumatologia dello sport che fornirà risposte adeguate e rapide a chi pratica sport anche a livello amatoriale. Verrà così garantita una risposta diagnostica immediata ma anche un adeguato riscontro chirurgico. Scannerizzare e differenziare i vari comparti Anatomici, per l’Azienda San Carlo è senza dubbio di fondamentale importanza per essere competitivi.
INTERVENTI ALL’AVANGUARDIA PER FERMARE L’EMIGRAZIONE SANITARIA
Le équipe mediche del Dipartimento sono altamente specializzate in tecniche interventistiche all’avanguardia: per quanto attiene le tecniche di sintesi nel trattamento delle fratture, vengono effettuate artroplastiche sostitutive del ginocchio, dell’anca e della spalla, garantendo minori tempi di recupero funzionale e minore ospedalizzazione. Proprio sulla protesica ha evidenziato il Dott. Romeo si offre all’utenza una serie di tecniche all’avanguardia che possono permettere al San Carlo di attrarre quell’utenza che spesso si rivolge alle strutture private convenzionate. Le emigrazioni verso le strutture private a volte rappresentino una sorta di cartina tornasole solo per il chirurgo che esegue l’intervento per quella che viene definita una ‘questione di opportunità’. Capita che si spinga verso il trattamento chirurgico, in alcuni casi non necessario, ma che serve unicamente per far quadrare i conti del professionista e della clinica privata. Basti vedere, a tal proposito, la percentuale delle proposte di trattamento chirurgico in clinica privata rispetto alle visite effettuate. Una questione che interessa l’intero Paese senza distinzioni di sorta. Nella buona riuscita dell’operatività del Dipartimento, è auspicabile una fattiva collaborazione con i medici di base che potranno utilizzare un numero telefonico dedicato per il teleconsulto, fornendo al paziente risposte specifiche e precise.
LE PATOLOGIE: IL SEGMENTO SPALLA E GOMITO
Tracciato un excursus di quelle che, per settore muscolo-scheletrico, sono le principali patologie. Affrontato il tema delle lussazioni della spalla dovute a traumi e dell’artrosi legata più che altro ad una serie di fattori.
Nelle lussazioni, la testa dell’omero esce fuori dalla sua sede per un’origine traumatica: le strutture capsulolegamentose che tengono unite la testa alla glena perdono la loro funzione di contenimento ma possono essere ricostruite sia in artroscopia che a cielo aperto. La differenza tra le due tecniche è che nelle lesioni minime si usa prevalentemente l’artroscopia con cui si ancora la capsula mediante fili premontati all’osso. Utile anche la tecnica Latarjet che prevede il distacco di un pezzettino d’osso dalla parte superiore interna della glena omerale, avvitato poi sulla glena stessa. Nelle tecniche ‘a cielo aperto’, invece, si fa una capsuloplastica rinforzando la parte anteriore della capsula per far sì che la testa dell’omero non vada fuori sede. Per quanto attiene le patologie del gomito, utile a flettere ed estendere l’avambraccio e al movimento di pronazione e supinazione di mano e polso, il problema più diffuso è il ‘gomito del tennista’ in cui si ha l’infiammazione del tendine comune degli estensori del polso e della mano per sovraccarico funzionale. Utile come primo passo il trattamento conservativo con Fans e cicli di fisioterapia a cui potrebbe far seguito un necessario intervento chirurgico con cui si ottiene una detenzione del tendine epicondiloideo.
Tra le patologie, anche l’instabilità del gomito che prevede una revisione dei collaterali con ritensionamento degli stessi e uso di ancorette metalliche con fili premontati, utili ad avere un punto fisso sull’osso.
IL SEGMENTO MANO E POLSO
Tra le patologie più diffuse certamente il ‘Tunnel Carpale’, caratterizzato da una sofferenza del nervo mediano che scorre in un canale insieme ai tendini flessori della mano e del polso. Essendo una struttura molto debole, quando si gonfiano le guaine dei tendini per sovraccarico funzionale, si ha un restringimento dello spazio con una sofferenza del mediano stesso. La sintomatologia è abbastanza evidente e si presenta con dolore notturno alle prime tre dita della mano e formicolio. La diagnosi è prima clinica attraverso il ‘segno di phalen’ e il ‘segno di tinel’ e poi strumentale mediante l’elettromiografia che misura gli impulsi sensitivi e l’eventuale calo nella velocità di conduzione. A seconda della gravità della compressione ci sono tre livelli di stadiazione che vanno da lieve a medio a grave. La terapia può essere farmacologica con neurotrofici o con piccole infiltrazioni di cortisone nello spazio a disposizione del nervo: tale cura tende a far diminuire l’ipertrofia della guaina sinoviale che avvolge i tendini liberando spazio. L’ultima ratio è l’intervento di liberazione del nervo attraverso una miniincisione in endoscopia con anestesia locale in prestazione ambulatoriale. La patologia può rientrare tra le malattie professionali per l’uso continuo di polso e mano.
SEGMENTO ANCA E GINOCCHIO
Uno dei problemi più gravi a livello ortopedico è legato alle patologie dell’anca che sostiene il nostro peso e le variazioni di carico dovute ai nostri movimenti. In una camminata lenta l’anca è sottoposta ad un forte ‘rapporto di leva’ che si quadruplica nel caso di una camminata veloce. Le patologie degenerative artrosiche dell’anca sono classificate in primitive e secondarie: una delle cause primitive è riconducibile all’obesità. Le forme artrosiche secondarie si presentano quando l’articolazione dell’anca, fatta da testa femorale e bacino, non presenta congruenze tra queste due sfere e per cui si ha il consumo precoce cartilagineo. Un fenomeno che può riguardare chi ha displasia congenita in cui le due parti dell’articolazione non scorrono in maniera perfetta tra di loro sin dalla nascita. La coxartrosi può colpire anche in età molto giovanile. In caso di esiti displasici, la soluzione il più delle volte è l’intervento di protesi che deve dipendere esclusivamente dalle necessità funzionali del paziente. Per quanto riguarda il ginocchio, i traumi maggiori sono riconducibili a lesioni o rotture di menisco, legamenti e cartilagini che è possibile risolvere facendo ricorso all’artroscopia dopo aver effettuato una precisa diagnosi. Ci sono patologie sicuramente più gravi come le deviazioni morfotipiche in varismo e valgismo del ginocchio (che si presentano con gambe a ferro di cavallo o a x) che possono favorire un processo artrosico. Per prevenire l’insorgenza di artrosi, legate ad uno squilibrio biomeccanico che comporta il consumo dell’articolazione, occorrono interventi di riallineamento che ristabiliscono l’asse preciso che è di 5-6 gradi di valgismo.
SEGMENTO PIEDE E CAVIGLIA
Frequente è l’instabilità della caviglia causata dalla rottura dei legamenti esterni e da alterazioni del controllo neuromuscolare. Anatomicamente la caviglia è molto instabile di per sé perchè sostiene il peso del corpo ma ha legamenti esterni ed interni molto deboli rappresentati da ispessimento della capsula. Nelle instabilità croniche si possono effettuare interventi chirurgici sulla capsula.
PATOLOGIE DEGENERATIVE DELLA CO-LONNA VERTEBRALE
Le più frequenti sono le discopatie accompagnate da fenomeni artrosici delle articolazioni posteriori tra le vertebre e comportano dolore lombare cronico. Il disco posto tra una vertebra e l’altra, col passare del tempo perde la sua elasticità gravando il cario nella parte posteriore in cui ci sono le articolazioni interapofisarie. La terapia è prescritta dopo un’attenta valutazione e dopo l’effettuazione di esami strumentali come la risonanza magnetica che permette di vedere lo stato dei dischi e delle articolazioni interapofisarie. Si tratta di un rimedio principalmente conservativo mediante farmaci e cicli fisioterapici, riservando la chirurgia solo a casi ben selezionati.