MORTE DI MARIA UNGUREANU, IL GIP HA ARCHIVIATO DANDO RAGIONE ALLA DIFESA DEI CIOCAN: È STATO UN INCIDENTE
Come richiesto dalla Procura di Benevento, è stata archiviata dal GIP Vincenzo Landolfi l’indagine per omicidio e violenza sessuale, un’indagine aperta nei confronti dei fratelli Ciocan ma anche dei genitori della bambina, Marius ed Elena Ungureanu, per il reato di violenza sessuale
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE
MORTE DI MARIA UNGUREANU, IL GIP HA ARCHIVIATO DANDO RAGIONE ALLA DIFESA DEI CIOCAN: È STATO UN INCIDENTE
Il 28 luglio 2016, dopo essere stata nominata consulente della difesa dei fratelli Ciocan, la criminologa Ursula Franco, che a tutt’oggi assiste l’avvocato Verrillo, aveva dichiarato a Fanpage:
“Maria Ungureanu non è stata uccisa, si è trattato di un incidente”
Il 19 giugno 2016, la piccola Maria Ungureanu, 9 anni, è stata ritrovata senza vita in una piscina di San Salvatore Telesino.
La procura ha inizialmente iscritto nel registro degli indagati per omicidio e omicidio e violenza sessuale Cristina e Daniel Ciocan, difesi dall’avvocato Salvatore Verrillo.
Come richiesto dalla Procura di Benevento, è stata archiviata dal GIP Vincenzo Landolfi l’indagine per omicidio e violenza sessuale, un’indagine aperta nei confronti dei fratelli Ciocan ma anche dei genitori della bambina, Marius ed Elena Ungureanu, per il reato di violenza sessuale
Secondo il GIP Landolfi “La morte di Ungureanu Oana Maria non è da ricondurre ad un’azione omicida del Ciocan (…) Si osserva, in proposito, che i consulenti ed i periti già nominati hanno tutti concordemente escluso la configurabilità dell’omicidio.”
Un riepilogo di ciò che è successo in questi quasi 5 anni:
Il 25 giugno 2016, il Procuratore della Repubblica Giovanni Conzo ha dichiarato: “L’unica ipotesi che si può scartare con una certa sicurezza è quella della morte accidentale”
Il 18 luglio 2016, il GIP Flavio Cusani ha rigettato la richiesta di arresto emessa dalla Procura di Benevento nei confronti di Cristina e Daniel Ciocan.
Nel luglio 2016, a un mese dalla morte di Maria Ungureanu, i RIS di Roma hanno isolato lo sperma del padre della bambina, Marius Ungureanu, su una maglietta in uso esclusivo a Maria e sulla coperta del suo lettino.
Il 28 luglio 2016, dopo essere stata nominata consulente della difesa dei fratelli Ciocan, la criminologa Ursula Franco, che a tutt’oggi assiste l’avvocato Verrillo, aveva dichiarato a Fanpage: “Maria Ungureanu non è stata uccisa, si è trattato di un incidente”
Il 23 settembre 2016, la psicologa Roberta Bruzzone, che assiste la famiglia della bambina, ha dichiarato a Fanpage: “Maria è stata violentata e uccisa”
Il 14 dicembre 2016, il GIP Flavio Cusani ha rigettato la seconda richiesta di arresto emessa dalla Procura nei confronti di Cristina e Daniel Ciocan.
Nel gennaio 2017, l’avvocato Fabrizio Gallo ha dichiarato al settimanale Giallo:
“Siamo convinti che ad uccidere la bambina sia stato Ciocan. Finora non ha fatto altro che mentire. L’assassino non può essere che lui”
Il 5 giugno 2017, i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli hanno detto no all’arresto dei fratelli Ciocan e si sono così espressi: “Sospetti molto inquietanti gravano proprio sui genitori della bambina, almeno per ciò che concerne gli abusi sessuali”
Nel dicembre 2017, i giudici della Corte Suprema di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso della procura di Benevento e hanno così concluso: “(…) omissione da parte del PM della valutazione probatoria in relazione all’accertata presenza di liquido seminale del padre della vittima sulla maglietta/reperto 27 (…) il pregiudizio aveva ispirato l’indagine e che un “colpevole” era stato suggerito fin dall’inizio dalla madre della bambina che aveva espresso labili sospetti sul Ciocan; che anzi sospetti molto inquietanti gravano proprio sui genitori della bambina, almeno per quanto concerne gli abusi sessuali (…) come fossero state trascurate importanti ipotesi investigative e come ci si fosse fidati senza alcun controllo delle dichiarazioni rese da Marius Ungureanu, pur a fronte di elementi preoccupanti quali le tracce di sperma appartenenti al predetto rinvenute su una maglietta e su una copertina sequestrate e il tenore di alcune conversazioni registrate (…)”
Nel giugno 2018, il medico legale professor Francesco Introna ha escluso l’omicidio e, proprio in seguito alla sua consulenza, la Procura di Benevento ha chiesto l’archiviazione per Cristina e Daniel Ciocan.
Nel gennaio 2019, il GIP Flavio Cusani ha archiviato la posizione di Cristina Ciocan e ha imposto alla procura di Benevento l’iscrizione nel registro degli indagati dei genitori della piccola Maria, Marius e Andrea Elena Ungureanu, in merito agli abusi e il prosieguo dell’attività investigativa per altri sei mesi. Marius e Andrea Elena sono difesi da Fabrizio Gallo, del team difensivo fanno parte la psicologa Roberta Bruzzone e la biologa Marina Baldi.
Nel gennaio 2019, l’ex giudice del Tribunale del Riesame di Napoli, Nicola Quatrano, che si è occupato del caso, in merito alla causa di morte di Maria, ha dichiarato:
“Non è successo quello che la Procura di Benevento riteneva fosse successo” e riguardo alle violenze sessuali che la bambina subiva: “Era un aspetto della questione che non è stato approfondito in quest’ansia di trovare degli elementi di prova contro le persone che si era deciso fossero colpevoli”
Le ipotesi di reato ora contestate a Daniel e Cristina Ciocan sono quelle di ABBANDONO DI MINORE.
Antonio Romano, 74 anni, proprietario del complesso ricettivo dove è affogata Maria Ungureanu, e Daniela Romano, 40 anni, rappresentante legale e responsabile del servizio di prevenzione della struttura, sono invece accusati di OMICIDIO COLPOSO per non aver adottato le misure di sicurezza idonee ad evitare l’accesso alla piscina.
*