MELFI, CURCIO SPEGNE GLI SLOGAN POLITICI: «NON SERVIREBBE CREARE UN ALTRO TRIBUNALE»
Il Procuratore capo di Potenza s’oppone alla «frammentazione» giudiziaria: tra carenze d’organico e piccole realtà facilmente influenzabili
ll giorno la strumentalizzazione politica in Consiglio regionale della questione del soppresso Tribunale di Melfi, da ricordare che in autunno nel comune federiciano si svolgeranno le elezioni amministrative loca-li, a spegnere gli slogan politici è stato il Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Curcio.
Su Melfi aspra si prevede la battaglia elettorale tra il Movimento 5stelle e la Lega. A sollecitare un parere di Curcio, proprio l’unico senatore lucano leghista, Pasquale Pepe, che della Commissione parlamentare di inchiesta sulla mafie è il vice presidente. La risposta del Procuratore capo, tranciante: «Sono per non creare un altro Tribunale».
Questa la conclusione con la quale Curcio ha chiosato la risposta dopo aver descritto i vari fattori che non possono che non condurre nella direzione esplicitata.
Seppur indirettamente, poichè l’argomentazione di Curcio è stata prettamente tecnica e di quanto più lontano da una connotazione politica possa esserci, il riscontro del Procuratore capo si rivelato quanto mai utile a portare ordine nella dialettica del dibattito pubblico.
A restituire la cifra dell’entità della campagna elettorale a cui si è assistito durante i lavori del Consiglio regionale di 2 giorni fa, il dato che partendo da una mozione per la riapertura del soppresso Tribunale di Melfi, si è giunti, poi, su spinta di Fratelli d’Italia, ad inserire anche il ripristino delle sede giudiziaria a Pisticci. Per Curcio, la riapertura del Tribunale di Melfi rappresenterebbe una «frammentazione» della Giustizia lucana che su una bilancia svantaggi-benefici, penderebbe di più dal lato del primo piatto. Tra le motivazioni fornite da Curcio, tra l’altro per coincidenza temporale l’audizione è avvenuta il giorno dopo la scoperta investigativa sul «sistema di potere» dell’avvocato lobbista Pietro Amara con il poliziotto «relation man» Filippo Paradiso e l’ex Procuratore capo prima a Trani e poi a Taranto, Carlo Capristo, una lobby così potente e attiva su più canali, politici, imprenditoriali e giudiziari, tale «schiacciare» finanche le ritrosie di Palamara, una in particolare merita attenzione.
«Le realtà centralizzate ha spiegato Curcio sono più difficilmente raggiungibili da chi le vuole influenzare e un piccolo Tribunale, purtroppo, in cui magari il magistrato è anche del posto, è più facilmente influenzabile». In pratica per garantire la serenità, l’indipendenza e l’imparzialità dell’amministrazione della Giustizia, per Curcio, meglio i presidi giudiziari efficienti, ma non troppo frammentati sul territorio. Un’alternativa ci sarebbe: la presenza della giurisdizione, a Melfi, per una certa tipologia di reati anche ampliando la competenza del giudice di pace ad altre fattispecie, ma potenziando la struttura centra-le in sede distrettuale. A limite, ha aggiunto il Procuratore capo di Potenza, mantenendo comunque l’unitarietà dell’attività investigativa a Potenza, si potrebbe costituire una sezione distaccata, ma «non creare un altro Tribunale».
Tra l’altro, ha ricordato Curcio, a Potenza già ci sono «carenze di organico terribili» che andrebbero risolte e non vanno ulteriormente aggravate.