Massimo MANICONE ~ BIBOPOLARE : presenta il suo “Com a na crap”

E quando mai vi ricapita un disco come “Com a na crap”, capace di spaccare a metà l’inflazionato scenario dell’indie contemporaneo ricordando a tutti che essere “indipendenti” è un’altra cosa?

Bibopolare è un pazzo, c’è poco da dire.
Chi te lo fa fare, oggi, di fare un disco difficile e diverso, investendo soldi, tempo e speranze in qualcosa che il mercato vuole convincerti ad etichettare come “di nicchia”, al punto da essere ad un passo dalla tumulazione? Perché non pensare al quarto d’ora di celebrità in playlist dorate, fatte apposta per soddisfare la bulimia d’ascolto e mediocrità a cui i grandi burattinai del mercato musicale ci hanno ormai addomesticato?

E invece, Bibopolare se ne frega, registra un disco nel suo bagno, canta in dialetto lucano otto tracce che parlano di disagio, fame, aspirazioni, sogni che si infrangono e desideri che si hanno paura a pronunciare; una ricerca di ascolto e comprensione che l’artista cerca a gran voce parlando una lingua ai più sconosciuta, ma capace di fare leva su quel rimasuglio di atavica umanità che rende tutti gli esseri umani uguali e connessi di fronte a ciò che è spontaneo, urgente e naturale. Nella tracklist di “Com a na crap” si alternano momenti di slancio sperimentale e strumentale (come nelle spoken track di “Intro” e “C’ho fang”) a inni funky e dolorosi (“Arret”, che pezzo!) passando per la lirica amorosa elegante e semplice di “Uard”.

Un connubio tra tradizione, folklore e sonorità d’oltreoceano, che trovano nell’alchimia di Bibopolare una muscolosa dimostrazione di libertà ed indipendenza, in barba a chi vuole convincerci ancora che “Indie” sia tuttalpiù un fatto di estetica – e non di mentalità.

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