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ACQUEDOTTO LUCANO, I COMUNI SCALDANO I MOTORI SULL’AU: ATTESA “CORDATA” GRILLINA

Il 24 scadono i termini per la presentazione delle candidature, poi l’Assemblea del 29 e quella decisiva del 7 luglio: poi la partita del Dg o dei direttori

Acquedotto lucano: su rinnovo della governance dell’Azienda pubblica, Comuni soci scaldano i motori in vista della scadenza per la presentazione delle candidature.

SARÀ UN AU E NON UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Per Acquedotto lucano due le strade percorribili: l’individuazione di un Amministratore unico o, «su decisione motivata dall’Assemblea» dei soci, composta dalla Regione più 119 Comuni, da un Consiglio di amministrazione composto da 5 componenti.

Questo punto è già superato poichè nell’Assemblea svoltasi nel gennaio scorso, in ordine al sistema di governance è già  stata deliberata la scelta dell’Amministratore unico, il cui compenso annuale lordo è di 128mila e 878 euro, con la possibilità di maggiorazione sino al 20% in relazione ai risultati di gestione e alla realizzazione degli obiettivi assegnati,  e non, di conseguenza, del Consiglio di amministrazione.

Per non liste, che tra l’altro avrebbero dovuto rispettare il principio della parità di genere, la procedura è per l’eventuale elezione del Consiglio di amministrazione, ma candidature per l’Au.

ELEZIONE AU LE DATE FONDAMENTALI

Il percorso che si concluderà con la nomina del futuro Au di Acquedotto lucano è scandito dalle seguenti tappe.

L’Assemblea è stata convocata al 29 giugno per cui la finestra temporale per la presentazione delle candidature si chiuderà il 24 giugno, dovendo le stesse risultare depositate almeno cinque giorni prima di quello fissato per l’Assemblea. Quella del 29 giugno, però, è la prima convocazione, occorrendo, la seconda, dalla quale uscirà la nomina dell’Au, dovendo ricadere in una data non successiva al 15esimo giorno dalla prima convocazione, è stata fissata al 7 luglio.

DA NOMINARE PURE IL COLLEGIO SINDACALE

La stessa Assemblea, inoltre, procederà alla nomina anche del collegio sindacale che è composto da 3 professionisti, di cui uno con funzione di Presidente. Se l’Au l’uscente, tuttavia rieleggibile, è Giandomenico Marchese, per il collegio sindacale gli uscenti sono il presidente Vincenzo Marranzini, professionista affermato di Matera, e i componenti Arcangelo Colella, assessore al Bilancio del Comune di Matera, nonchè fratello del procuratore Salvatore Colella in servizio nella Città dei Sassi, e l’avvocato Carmine Nigro, sindaco di Gorgoglione e già assessore regionale.  Marranzini e Nigro, hanno già espletato 3 mandati e stando nel collegio sindacale da circa 10 anni hanno attraversato i mandati di ben 3 diversi Amministratori unici. Come da ultimi compensi stabiliti nel 2018, per il presidente del collegio sindacale 28mila e 350 euro lordi annui e per i compo-nenti effettivi 20mila e 250 euro lordi annui.

NOMINE APICALI: L’AU SCEGLIERÀ 1 DG O 2 DIRETTORI

L’Assemblea di Acquedotto lucano, inoltre, a luglio eleggerà il prossimo Amministratore unico, ma non anche il Direttore generale. Nomina questa di non minore importanza sia sotto il profilo gestionale che economico. Non casualmente, fu l’attuale Au Marchese, eletto il 16 maggio del 2018 con durata del mandato per «tre esercizi sociali», a scegliere come Dg, nel gennaio 2019, il già dirigente a tempo indeterminato della di Aql, Enrico Gerardo Marotta il cui stipendio risulta pari a 119mila e 950, con previsione del più 16% in relazione alla realizzazione degli obiettivi assegnati. Più nel dettaglio, l’organo amministrativo può nominare il Direttore generale, o in alternativa un Direttore Area Tecnica ed un Diretto-re Area amministrativa, determinandone, inoltre, poteri e emolumenti.

Con la prossima governance, potrebbe ripetersi lo schema applicato dal predecessore di Marchese, l’ex Au Michele Vita, che anzichè un Dg, scelse proprio un direttore di area amministrativa  e uno di area tecnica. Previsione questa più che affidabile, atteso che oltre ai milioni di euro per la gestione ordinaria, Aql dovrà amministrare un ulteriore fiume di milioni di euro che pioveranno da misure  finanziarie straordinarie come il Revocery plan. Per cui una struttura tecnico-gestionale, sul modello delle Aziende sanitarie, appare ipotesi più probabile a confronto del Direttore generale plenipotenziario. Vero è che la Regione detiene il 49% del capitale azionario di Acquedotto lucano, ma nell’elezione dell’Au scatta un meccanismo che si potrebbe definire di “sterilizzazione” per cui il peso effettivo è largamente minore.

LA “CORDATA” GRILLINA

Per questo e altri motivi, nella scelta della nuova governance di Aql, determinanti potrebbero essere alcuni primi cittadini: il Comune di Potenza, per esempio, detiene il 6,5% delle quote, ed è il Comune con il peso maggiore, mentre quello di Matera ha, invece, il 5,33%.

Attesa la “cordata” grillina col sindaco pentastellato di Matera, Bennardi, che potrebbe far facile leva sull’appoggio dei primi cittadini a 5stelle di Pisticci e Venosa, entrambi Comuni con importante peso societario. Non minore attenzione c’è anche per le manovre del Pd e del centrosinistra a questo giro dall’altro lato della barricata.

Elezione dell’Amministratore unico di Acquedotto lucano: in vista della scadenza del 24 giugno e delle Assemblee del 29 giugno e del 7 luglio, quella decisiva, i Comuni e i partiti scaldano i motori.

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