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FURTI A PATERNO: INCIDENTE PROBATORIO PER MIJAILOVIC

Accolta la richiesta del legale dello slavo per confutare l’accusa di tentato omicidio. Si attende la perizia

Si è svolto davanti al Gip Ida Iura l’incidente probatorio chiesto dal legale di Slobodan Mijailovic (in foto), Antimo Castiello del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Il cittadino slavo è detenuto in carcere a Potenza a seguito di una presunta serie di furti perpetrati assieme ad altri complici in alcune abitazioni di Paterno. Nei concitati momenti della fuga, l’auto dei malviventi una Audi A6 Avant avrebbe imboccato contromano una strada periferica e, in prossimità di una rotonda tra viale Giustino Fortunato e via Ponte delle Chianche, si sarebbe avuto l’impattato con il mezzo dei carabinieri che procedeva in senso opposto. Mijailovic, assieme a Deni Mijailovic e Danjel Plavsic entrambi in carcere a Matera è stato fermato dalle forze dell’ordine, mentre altri due complici sarebbero fuggiti nelle campagne limitrofe. Per gli slavi, l’accusa di furto e ricettazione a cui si sarebbe sommata quella di tentato omicidio. Ed è proprio su questo punto che il legale campano ha insistito anche durante l’udienza di convalida del fermo presentando una memoria difensiva con alcuni video allegati, dai quali si evincerebbe che non si è trattato di tentato omicidio ma solo di un mero incidente: tanto che le auto presentano segni di impatto sul fronte laterale destro compatibili con una manovra azzardata probabilmente effettuata dall’auto dei militari di Marsiconuovo nel tentativo di fermare i ladri. I due militari, nell’urto hanno riportato ferite lievi guaribili in tre e cinque giorni. E su questo punto batte proprio Castiello: se ci fosse stato intento omicidiario, presumibilmente l’impatto sarebbe stato molto più violento e i traumi riportati dai militari sarebbero stati certamente differenti. Presente in aula, davanti al Gip, lo stesso Slobodan Mijailovic comparso, non per un esperimento giudiziale, ma per confutare la tesi accusatoria che indicherebbe alla guida del veicolo dei malviventi un uomo di carnagione scura, con capelli neri e codino, alto circa un metro e ottanta. Non si tratta certamente dello slavo che non corrisponde assolutamente a quelle fattezze fisiche e che soprattutto ha una carnagione molto chiara e capelli corti. Per lui anche l’accusa di aver avuto una colluttazione con uno dei militari nei cui confronti avrebbe scagliato un cacciavite. Dopo un breve inseguimento i tre sarebbero stati fermati ma proprio Slobodan Mijailovic, per evitare che scappasse, è stato ammanettato ad un palo della luce in attesa di rinforzi. L’uomo a quel punto sarebbe diventato vittima di alcuni passanti che avrebbero reagito nei suoi confronti con violenza fisica oltre che verbale. Una palese violazione dei diritti umani come ha sottolineato il legale con una vera e propria tortura che ha portato anche alla denuncia nei confronti degli autori di quelle violenze gratuite perpetrate verso un cittadino straniero. A seguito dell’esito dell’udienza davanti al Gip, l’avvocato Castiello rappresenterà al Pubblico Ministero come anche il giudice abbia avuto un attimo di esitazione rispetto all’identikit del presunto autista, chiedendo quindi una rivisitazione del quadro indiziario. Nell’incidente proba-torio, è stata affidata la perizia tecnica all’Ing. Gianluca Cuomo che dovrà in tempi rapidi, stabilire o meno se ci sia stata volontà da parte degli slavi di uccidere i militari dell’Arma. In particolare, si dovrà stabilire se sono stati gli slavi a puntare verso l’auto dei carabinieri e se la manovra effettuata avrebbe potuto di fatto ammazzare i due militari. Attesa anche la fase delle operazioni peritali sul luogo del sinistro per verificare quella che sarebbe una concatenazione causale tra i due mezzi. La perizia, invece, verrà depositata entro sessanta giorni.

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