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L’ASSURDO ENIGMA SUL SE I LUCANI ALL’ESTERO SIANO RISORSA O PROBLEMA

Oggi la strategia più accreditata dalla classe dirigente a livello regionale è quella di ignorare la convergenza con gli emigrati

Le unità immobiliari dei Lucani all’estero iscritti all’Aire nei propri Comuni di provenienza è parte integrante e essenziale come risposta alle risorse del territorio regionale di Basilicata, poiché costituisce un punto di riferimento costante sia per l’emigrazione di prima generazione sia per le successive, ma anche per quanti ancora oggi sono costretti ad emigrare in cerca di lavoro e alla scoperta di un futuro dignitoso, oppure provvisoriamente per maturare esperienze al di fuori dei confini regionali, per poi far ritorno é mettere a frutto le conoscenze acquisite all’estero. La presente premessa è indispensabile per inquadrare il tema dell’importanza della casa dei Lucani all’estero e iscritti all’Aire dei nostri comuni per il quale chiediamo, ha tutti gli effetti che sia considerata come abitazione principale al pari dei residenti, perché tenuta a disposizione per ferie o per definitivo rientro.

Il mantenimento del possesso dell’immobile nei nostri comuni per noi Lucani all’estero, riveste una particolare importanza sia sul piano affettivo e culturale da parte nostra, ma anche per le attività di ogni ordine e grado sul piano socio-economico territoriale. Ma è anche una testimonianza d’appartenenza che rafforza i valori ricevuti per chi ha vissuto parte della propria vita in questi territori oppure raccontate da chi ci ha preceduto, allargare l’orizzonte culturale rafforza le proprie radici.

Un Lucano tutto d’un pezzo «forse per necessità di lavoro o per altre esigenza è possibile che, lo sradichi dalla propria terra, ma mai nessuno sradicherà la Lucania dal cuore di una Lucana o un Lucano» Saremo pure un popolo pacifico e silenzioso, come siamo stati descritti dal nostro corregionale Sinisgalli, ma nessuno mai potrà distoglierci di amare la nostra terra. A ogni modo l’immobile proprio o ricevuto in eredità da chi ci ha preceduto, materializza il desiderio di custodire, mantenere e saldare il nostro legame con la nostra terra d’origine.

Questo è il punto di riflessione.

Primo: la politica e le istituzioni a tutto campo e indipendentemente della loro appartenenza sia a livello regionale che comunale, quale importanza da, hai propri corregionali e concittadini all’estero, per costoro siamo un problema o una risorsa. Se ha questo interrogativo, non segue una risposta convinta, non ci sarà futuro per nessuno. Secondo: alla politica tutta e alle istituzioni spetta si oppure  no la valorizzazione delle risorse umane e materiali dei Lucani all’estero, una forma di rispetto che purtroppo a oggi non percepiamo ancora. Perciò la domanda sorge spontanea, rivolgendomi alla politica e alle istituzioni, nessuna esclusa: desiderate continuare a disperdere questo grande patrimonio affettivo-culturale-storico, che noi intendiamo tradurre in un rafforzamento economico, rilanciando alla grande questi nostri luoghi d’origini oppure vi è più facile adottare la politica del «tanto peggio tanto meglio». Ancora una volta la palla e nel campo delle istituzioni e nella classe politica dirigente in carica, a questo punto siete chiamati a dimostrare capacità e determinazione nel prendere a cuore e risolvere anche i problemi dei Lucani iscritti all’Aire. A maggior ragione in questo momento particolare del covid, vi sentiamo ancora più assenti e distratti fino a fare confusione sulle cose più semplici che per qualche verso sono già sulla via della risoluzione. Non percepiamo segnali costruttivi per un futuro migliori per tutti, al contrario la tendenza e quello di alzare muri dell’indifferenza e dell’ostilità verso di noi, gli esempi dei giorni scorsi, ne è un’esempio vivente, anziché elevarsi a costruttori di ponti tra i due mondi. Allo stato attuale, dicevo, ciò che si percepisce è un sentimento di ostilità e di alzata muri nei nostri confronti, fino a non essere considerati neanche figli della stessa terra di Basilicata.

Stiamo diventando una specie umana da ostacolare e da penalizzare, tenerci lontano dal territorio e dal potere decisionale, perché usurpatori dei nostri comuni e di tutta una regione che guarda caso negli anni passati, siamo stati noi quelli che, abbiamo costruito i nostri Comuni e la Regione. Questo solo per ricordarlo a chi se ne fosse dimenticato. Ai più vi invito-invitiamo a rileggervi la storia dell’emigrazione Lucana da quando esiste, ma soprattutto a partire dal dopo seconda guerra mondiale, che grazie al serbatoio di rimesse e di amore, che non abbiamo mai fatto mancare ai nostri comuni e alla nostra regione abbiamo contribuito con le nostre rimesse, dicevo, la rinascita della nostra terra. Siccome la storia dei Lucani nel mondo parte da lontano, è corretto ricordare che le classi dirigenti del passato non avendo esperienze in materia di emigrazione hanno impiegato un pò di tempo a capire se, eravamo un  risorsa o un problema, ma quando l’hanno capito, hanno fatto dei propri corregionali all’estero una gallina delle uova d’oro. Non solo la Basilicata usufruì di questa immensa ricchezza, ma anche tutto il territorio nazionale. Allo stato attuale ne la classe dirigente regionale, tantomeno quella nazionale è capace di copiare i buoni propositi delle classi dirigenti del passato, per capire come arrivare ha canalizzare la presente ricchezza. Oggi la strategia più accreditata della classe dirigente a livello regionale, è quella di non volersi rendere conto, quando è fondamentale la convergenza tra i Lucani in regione e i Lucani nel mon-do.

A questo punto l’interrogativo sorge ancora una volta spontaneo “Noi Lucani all’estero siamo una risorsa oppure un problema”.

Restiamo in attesa di chi è in grado di risponderci una volta per sempre.

 

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