FACOLTÀ DI MEDICINA: LA SOFFERENZA DI MATERA

Questione di campanilismo intorno all’istituzione della facoltà di medicina e chirurgia. Le istituzioni materane, in maniera compatta rivendicano la sede nella città dei sassi e non già a Potenza. A tal proposito interviene il capogruppo comunale di idea Antonio Di Giuseppe che, criticando le forme becere di campanilismo, spiega che la decisione di istituire la facoltà a Potenza è da vedere come una grande opportunità di crescita per tutta la regione. È per tanto incomprensibile questa eco continua che richiama sempre ad un senso inutile di estromissione, di disparità sofferto dalla città di Matera. Questo continuo sentirsi secondi a qualcuno da parte della capitale europea della cultura è fuoriluogo perché occorre considerare in tal caso la promozione e la crescita della regione in base alle potenzialità di ciascuno. D’altronde Matera ha le sue potenzialità per cui è nota a livello mondiale ed è proprio per quelle peculiarità che è stata capitale europea della cultura, è sede del g20 di fine mese e grazie all’accordo con la Puglia promuove il suo turismo. Proprio sul g20, nessuno dagli altri versanti lucani ha rivendicato gli accordi con Bari per la ricettività degli ospiti pur essendo evidente e lampante la mancanza di un coinvolgimento del resto della regione.
Chiedere una maggiore considerazione, chiedere di non essere “trascurati” nelle decisioni regionali presuppone un anche un’inversione di tendenza. Per fare squadra nell’interesse della nostra regione, conclude Di Giuseppe, è necessario cambiare l’idea che, il beneficio per qualcuno possa rappresentare uno svantaggio per altri. Potenza e Matera pur se diverse per cultura e tradizioni sono accomunate dallo stesso senso di comunità; subordinare la possibilità di riconoscere opportunità utili e importanti per la crescita di questa Regione al ruolo che, ciascuna di queste due città riveste all’interno del panorama nazionale e non, significa danneggiare sempre più la Basilicata.