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WALKER GALLIPOLI COGNATO RANGER: COSÌ LO “SCERIFFO” SI FA LE LEGGI

L’Ente Parco regionale trasformato nel regno degli affidamenti diretti: niente gare aperte, un Rup plenipotenziario decide come e a chi dare i soldi pubblici

Enti Parco situati in Basilicata, dal nazionale dell’Appennino lucano, già commissariato dal dicembre 2018, al regionale, anch’esso commissariato, di Gallipoli Cognato e delle piccole Dolomiti lucane: oltre il “Parco dei balocchi”, ci sono gli “sceriffi” che riscrivono le leggi a proprio piacimento.

Se per l’Appennino lucano è stata, tra le altre cose, già accertata, di qui il commissariamento, una «illegittimità che permea l’intera organizzazione dell’Ente investendo a tutto tondo l’attività amministrativa nel suo complesso», per il Parco regionale di Gallipoli Cognato, primi scossoni sono stati registrati a seguito della scoperta investigativa, lo scorso dicembre, dell’inchiesta della Procura di Potenza per reati, contestati a vario titolo, quali  truffa aggravata, concussione e falso ideologico. Tra gli imputati, l’allora direttore del Parco, Marco Delorenzo, destinatario non soltanto della misura cautelare del divieto di dimora nel territorio della Provincia di Matera, ma anche della sospensione dell’esercizio dell’ufficio pubblico ricoperto. Coinvolto dall’inchiesta anche il funzionario del Parco, Egidio Mallia. Dell’opportunità e della possibilità che questi firmino ancora atti, Cronache se ne occuperà in prossimi approfondimenti.

Quello burocratico all’interno del Parco regionale è un viaggio a tappe con alcune stazioni che appaiono dei veri e propri “vasi di Pandora”.

Al Parco di Gallipoli Cognato, analizzate determinate vicende, risultano artefatti sia i dipinti, i singoli episodi amministrativi che muovono persone e soldi pubblici, sia la cornice: le regole non esistono perchè sono inventate. Data la pluralità dei “quadri” meritevoli di attenzione, per un inizio nell’immersione delle anomalie dell’Ente, si può cominciare, per l’appunto, dalla cornice: il Regolamento che disciplina gli affidamenti. Non è casuale, forse, il sottotitolo che al Parco hanno scelto per il documento: «Nuovo codice dei contratti». Per essere nuovo è davvero nuovo, anzi innovativo e più unico che raro in Italia: il Parco può affidare a chi vuole e come vuole, la classica procedura di gara è mitologia del passato. Ma non è tutto. Al “festival” della creatività normativa, tante le sorprese. La figura del Responsabile unico del procedimento è trasformata in un burocrate plenipotenziario che non deve annoverare il concetto di gara d’appalto nella cassetta degli attrezzi, perchè a lui basta invitare chi gli pare e piace sulla base di una propria indagine conoscitiva. Più che una interpretazione, è quanto corrisponde a ciò che è stato stabilito nel «Nuovo codice dei contratti» redatto dal Parco. Al paragrafo, ovvero articolo, Scelta degli operatori economici da invitare, l’indicazione: «Il Rup procede con indagini territoriali e di mercato».

Al posto delle gare d’appalto, è stato ideato un meccanismo che, con modalità direttamente proporzionali, metterebbe in relazione i preventivi da acquisire con gli importi dell’affidamento.

Al di fuori della Repubblica popolare del Parco di Gallipoli Cognato, le soglie di gara e le modalità degli inviti, sono stabilite dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che comunque non impedisce, anche per i cosiddetti importi sotto soglia, «di ricorrere alle procedure ordinarie» delle gare e, quindi, con reale competizione tra concorrenti e valutazione oggettiva, in base a criteri prestabiliti, delle relative offerte.

Al Parco di Gallipoli Cognato, fino all’ultimo scaglione economico previsto dal “Regolamento”, «da 150mila euro sino alle soglie massime», sono tutti «affidamenti diretti» di cui a monte non c’è una procedura di gara, ma una «“valutazione comparativa”» di preventivi. Così paradossale il «Nuovo codice dei contratti» del Parco che il ricorso al Mercato elettronico della Pubblica amministrazione è sì previsto, ma in riferimento a una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara e comunque se degli invitati dal Rup, nessuno ha presentato un’offerta. Pur solo analizzando la cornice, data l’arbitrarietà delle regole e l’ampia discrezionalità di cui gode il funzionario di turno, difficile non fare collegamenti astratti con le accuse, truffa aggravata, concussione e falso ideologico, mosse dalla Procura di Potenza in relazione a finanziamenti relativi a Fondi europei per l’agricoltura.

Questo, però, sarà oggetto di approfondimento delle prossime puntate.

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