GALLIPOLI COGNATO, L’INDAGATO DELORENZO SI RIPRENDE LO SCETTRO
Al Parco altro che «attività paralizzata» e Commissariamento. Affidamenti e pagamenti a gogo: a firmarli l’ex direttore accusato di truffa e falso
Al “carrozzone” con le fondamenta d’argilla, il Parco regionale di Gallipoli Cognato, ciò che la Procura di Potenza fa uscire dal portone, poi per altre vie comunque rientra dalla finestra. Come da tradizione burocratica italiana, nonostante tutte le problematiche, tra cui lo scioglimento del Consiglio direttivo dell’Ente, già approvato dal Consiglio regionale nel maggio scorso, con contestuale Commissariamento fino alla ricostituzione dei nuovi organi che deve avvenire entro un anno dallo scioglimento stesso, il Parco è vivo più che mai e sull’autostrada dei soldi pubblici il traffico degli affidamenti e dei pagamenti non ha subito rallentamenti. Del «Nuovo codice dei contratti» del Parco, Cronache se n’è già occupata mettendo in evidenza tutte le anomalie che sembrano proprio costituire delle leggi fatte in casa che aggirerebbero il vero Codice degli appalti italiano. Così, protagonista della nuova tappa, l’ex direttore Marco De lorenzo. A fare leva su quello che appare un clamoroso vulnus delle regole, per esempio al Parco di Gallipoli Cognato, fino all’ultimo scaglione economico previsto dal “Regolamento” dell’Ente, che va «da 150mila euro sino alle soglie massime», sono tutti «affidamenti diretti» di cui a monte non c’è una procedura di gara, ma una «“valutazione comparativa”» di preventivi richiesti dal Rup plenipotenziario che decide lui chi invitare sulla base di una propria indagine conoscitiva, c’è proprio l’indagato Delorenzo. Ciò che esce dal portone, rientra dalla finestra. Come accennato, nel dicembre scorso la scoperta investigativa dell’inchiesta della Procura di Potenza che ha travolto il Parco regionale per reati, contestati a vario titolo, quali truffa aggravata, concussione e falso ideologico. Tra gli imputati, proprio l’allora direttore del Parco, Marco Delorenzo, destinatario non soltanto della misura cautelare del di-vieto di dimora nel territorio della Provincia di Matera, ma anche della sospensione dell’esercizio dell’ufficio pubblico ricoperto. Coinvolto dall’inchiesta anche il funzionario del Parco, Egidio Mallia.
Alla base del Commissariamento dell’Ente, la nota inviata dal Presidente Rocco Marotta alla Regione Basilicata, con cui sono state segnalate, post inchiesta della Procura, «criticità emerse in seno al Consiglio Direttivo dell’Ente» e veniva lamentata «l’impossibilità ad attendere agli adempimenti previsti per legge evidenziando la totale paralisi dell’attività tecnica, amministrativa e finanziaria dell’Ente Parco, acuita dalla assenza forzata della figura direttoriale (Marco Delorenzo, ndr) e del funzionario apicale colpiti da provvedimenti cautelari tuttora in vigenza».
Al Parco però sembra che tutto cambi, per non cambiare.
Gli ultimi affidamenti, esperiti sulla base delle regole sui generis del Parco, e le ultime, in ordine cronologico, liquidazioni di pagamenti, sono atti, datati tra fine maggio e inizio giugno, che recano una firma: Marco De lorenzo.
Il Delorenzo è uscito dal portone del Parco di Gallipoli Cognato come direttore, c’è rientrato come Responsabile d’area tecnica. L’organigramma dell’Ente regionale, prevede direttamente al di sotto della Direzione, 2 Uffici: Tecnico Programmatico, il cui responsabile è Delorenzo, e Amministrativo-finanziario, che sulla carta sarebbe ad interim sempre Delorenzo.
Ad ogni modo, tra gli interrogati che meritano risposte, c’è quello sulla trasparenza amministrativa, obbligo di legge per gli Enti pubblici: è un caso o un modus operandi che dopo la prima tappa di Cronache all’interno dell’anomalo universo del Parco di Gallipoli Cognato, quegli stessi affidamenti e quelle stesse liquidazioni di pagamento siano sparite? Al di là degli ultimi casi limite, il Parco non ha memoria: indagare sul passato, anche recente è formalmente, causalità o casualità, pressocchè impossibile.