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ACQUEDOTTO LUCANO, OGGI SCADE L’ULTIMATUM: REGNA L’INCERTEZZA

Candidatura Amministratore unico: si decide a Roma. Bardi dà buca ai segretari regionali e non rinuncia all’idea del “papa” straniero: un ingegnere

Acquedotto lucano e nomina dell’Amministratore unico:  tempo scaduto.

Oggi è l’ultimo giorno per il deposito delle candidature, ma nel centrodestra regionale regna ancora l’incertezza.

Nella mattinata di ieri, riunone fiume di maggioranza, ma non a Potenza: a Roma. Denso scambio tra i vertici delle 3 segreterie regionali di Forza Italia, che rivendica la postazione dell’Au, Fratelli d’Italia e Lega.

Per cui, come da prassi dell’attuale legislatura Bardi, i destini della Basilicata per l’ennesima volta, decisi nella Capitale. Sempre come da prassi, in scena la processione romana del «commendatore» di Filiano che a mo’ di postino sale per raccogliere il “consiglio”, poi torna in Basilicata, non sempre accade, per rendere edotti i suoi.

Dato l’impegno odierno di Bardi al Quirinale, comunque il passaggio romano era in agenda. Ad ogni modo, la trasformazione tripartitica di Acquedotto lucano, l’Au ai forzisti e i 2 direttori, tecnico e amministrativo, a Lega e Fratelli d’Italia, sembrava lo schema ideale che avrebbe consentito alla coalizione governativa di chiudere senza affanni la pratica candidatura, ma invece si è verificato l’opposto: tutto più complicato di quanto appariva in partenza.

Soprattutto, però, il presidente Bardi vero è che oggi comunque sarebbe stato a Roma, ma era già atteso ieri nella Capitale, soltanto che ha dato buca ai segretari regionali dei partiti della coalizione che lui guida.

Ieri sera, era ancora a colloquio a Potenza con i presidenti di Provincia, Guarino e Marrese.

Da registrare anche un altro dato: al netto delle smentite pubbliche di facciata, come quella dei sindaci pentastellati, l’inconcludenza del centrodestra ha dato vigore alla “cordata” antagonista che va dai 5stelle al centrosinistra, che  però, come i rivali, non è detto che riesca a chiudere su un nominativo.

Fino al termine di oggi, non è possibile conoscere con certezza se l’Assemblea dei soci di Acquedotto lucano, composta da Regione e 119 Comuni, nonchè prevista in prima convocazione il 29 e in seconda il 7 luglio, avrà almeno un candidato da mettere ai voti.

In caso di assenza di candidatura, prevista una proroga tecnica che, tuttavia, sembra non possa superare i 45 giorni.

L’attuale Au Giandomenico Marchese, in teoria rieleggibile, così prevede lo Statuto, parrebbe abbia già comunicato alla controparte, il centrodestra, di non gradire la proroga tecnica che penalizza Acquedotto lucano in quanto in proroga si può operare solo per l’ordinaria amministrazione. Non solo, se bloccato in Aql, Marchese, riportano i rumors, potrebbe perdere la chanche di altra collocazione professionale che nel fratttempo avrebbe già trovato.

In attesa del telegramma di Bardi, in Basilicata prende quota, avrà inciso anche la buca data dal governatore, la convinzione che ormai le ipotesi in campo siano soltanto 2: proroga tecnica, quindi nessun candidato, o il “Papa” straniero con usuale furbizia piazzato da Bardi all’ultimo e in casi dove nel centrodestra non c’è unità e sintesi.

Il “papa” straniero, il piano B di Bardi, sarebbe un fuori regione, ma con collegamenti con la Basilicata, nonchè di professione ingegnere.

Anche nell’ultimo giorno di trattative, l’unica certezza resta il termine perentorio dell’ultimatum per il deposito delle candidature.

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