CUPPARO, IL RUGGITO DEL CONIGLIO 2 SU AQL LA DIFESA DELL’INDIFENDIBILE
Sull’affaire candidatura per l’Au, l’assessore va allo scontro col dirigente di Forza Italia Mariani e gioca il jolly contro i portavoce dei papabili esclusi
Acquedotto lucano e nomina dell’Amministratore unico: l’assessore regionale alle Attività produttive, Franco Cupparo, torna sul “luogo del delitto”.
Proprio oggi, l’Assemblea dei soci, la Regione più 119 Comuni, in prima convocazione, la seconda, invece, è in programma il 7 luglio.
Una delle Forza Italia lucane, quella della Giunta, composta da Cupparo con l’altro assessore forzista, alla Sanità, Rocco Leone, insieme al presidente Vito Bardi, ha il suo “Papa straniero” candidato: l’ingegnere Alfonso Metello Francesco Andretta.
Il rivale di Andretta, per la cronaca, è il candidato, invece, della “cordata” giallo-rossa: il docente Unibas Michele Greco. Tornando in Forza Italia, la spaccatura si è generata poichè mentre le correnti del partito vagliavano al-cuni nomi, tra cui il fratello di Nicola Pagliuca, Lorenzo, o il penalista Sergio Lapenna, dal Generale la forzatura.
Cupparo è tornato sul “luogo del delitto” per «ulteriori precisazioni e valutazioni» rispetto a quelle già date pochi giorni fa, ma in realtà, dato il tripudio di contraddizioni, emerge con poca difficoltà come l’assessore si sia voluto togliere un sassolino nella scarpa nei confronti del dirigente di partito che andato all’attacco: Giuseppe Mariani.
Con l’attuale Forza Italia, come già si intuiva, i pan-ni sporchi si lavano in pubblico.
LO SCONTRO CON CON MARIAN
Dallo storico dirigente regionale di Forza Italia, Giuseppe Mariani, l’invettiva pesante nei confronti degli sponsor di Andretta tanto che, tra i vari interrogativi posti, quello: «Il Presidente Bardi è, o non è di Forza Italia?».
Cupparo che ha esordito mostrando sdegno per le polemiche, a suo dire, «artificiose e di tono personale», ha poi finito per metterla proprio sul personale. «Giuseppe Mariani ha dichiarato l’assessore regionale, dovrebbe spiegare innanzitutto perché nel suo territorio c’è poca attività di FI. Avrebbe fatto meglio a tacere dopo la nomina della sorella in un ruolo apicale dell’Asm, tra l’altro sostenuta da un diverso partito di maggioranza, senza imputare, questa volta, nulla a Bardi. Invece, Mariani arriva persino a chiedere una non meglio precisata commissione di inchiesta continuando a confondere compiti e ruoli che spettano a chi fa politica attiva sui territori, e non a casa propria, limitandosi a mandare comunicati ai giornali, e a chi è stato eletto nelle Istituzioni».
LA FINTA MERITOCRAZIA E LE NOMINE DI PARTITO
A parte il passaggio su Mariani, volto evidentemente a inficiarne la credibilità e la genuinità della sua invettiva, quella di Cupparo è stata un’operazione di difesa dell’indifendibile, poichè inesistente: la meritocrazia del centrodestra. Per Cupparo «la candidatura di partito non c’è stata e né poteva esserci perché l’ho detto con il collega Leone e lo ribadisco: per noi il metodo seguito è l’autentico cambiamento a cui lavoriamo sin dall’insediamento della Giunta, sottraendo le nomine in enti, aziende e società partecipate dalla Regione da ogni logica che non risponda a curriculum vitae dei candidati».
«E aggiungo ha precisato l’assessore: abbiamo bandito la logica del familismo politico che apparteneva alle precedenti giunte e maggioranze di centrosinistra».
Il «commendatore» di Filiano, Vito Bardi, avendo già usurato parte della propria pubblica credibilità su determinati argomenti e non potendo ricorrere all’alfiere inamovibile, nonostante tutto, Rocco Leone, anche lui attendibile quanto un meteorologo che discetta di architettura, non aveva altra scelta che affidarsi al rimasto Cupparo. La “mappa del potere” lucano, nomi apicali in una mano e tessere con tanto di candidature nell’altra, è già di per sè più che dimostrativa del nulla sostenuto da Cupparo.
Lo stesso assessore poi è così sprovveduto che per dare la “botta” a Mariani, neanche si è accorto di aver direttamente ammesso che i partiti della maggioranza quando ci sono nomine da fare, trattano e come al di là del merito, presunto o meno, di questo o di quell’altro selezionato. La nomina del direttore generale dell’Arlab perchè è saltata, con tanto di Avviso pubblico con guarda caso “allegri requisiti” se non per questioni politiche?Anche qui il merito, di cui il già C&P dalle fortunose coincidenze ha una strana concezione, non centra nulla. Inoltre, per concludere, in quanto nè per forma nè per contenuto, la controre-plica di Cupparo fornisce spunti rilevanti, da comprendere come mai i tre, gli assessori e Bardi, alla ri-cerca di un candidato eccellente per caratura professionale e preparazione tecnico-amministrativa, hanno individuato colui che nel curriculum ha tanto sui rifiuti e poco sull’acqua, così come in ambito tecnico-amministrativo. Del resto in ambito tecnico-amministrativo, non casualmente il futuro A-ministratore unico di Acquedotto lucano, come già previsto, ha facoltà di nominare a sua volta due direttori d’area. Ai punti, se non contasse il voto dei soci di Acquedotto lucano, Grieco appare avanti. Il punto, però, non è la rivalità Grieco-Andretta, che ha una valida carriera alle spalle e accettando in buona fede non immaginava, è verosimile dedurre, di trovarsi nel mezzo di una burrasca politica della maggioranza.
Il nodo focale è il negare la spartizione delle postazioni di comando tra i partiti.
Per libertà di pensiero, l’assessore Cupparo può dire ciò che vuole, ma pare proprio avere problemi di memoria. Proprio lui, ed era il 7 giugno, invitava la maggioranza tutta a lasciare la nomina apicale di Apibas in quota Idea per «onorare l’impegno politico». Leone è un pediatra, ma in qualità di medico qualche pasticca di fosforo potrebbe pure consigliarla al collega di parito e di Giunta.
IL “RETROSCENA” DI CUPPARO
In riferimento agli altri “papabili” al vaglio di Forza Italia, Cupparo ha inteso “svestire” pubblicamente non i diretti interessati, quanto i loro portavoce di partito: «I nomi, tutti autorevoli, circolati sulla stampa in questi giorni appartengono a legittime aspettative personali e forse al desiderato di qualcuno che però si è guardato bene dal favorire una discussione nel partito e di coinvolgere chi lo rappresenta in Regione».