MASSONERIA E APPALTI PUBBLICI: PER DEL VECCHIO I DOMICILIARI
Dalla Calabria alla Basilicata, dopo le perquisizioni di gennaio per il «cartello» con 2 lucani di Terranova del Pollino scattano le misure cautelari
Massoneria e affari privati tramite appalti pubblici truccati: sull’inchiesta della Procura di Paola che sulla “via del Tirreno” giunge fino in Basilicata, sia sul fronte dei soggetti coinvolti dalle accuse che per i lavori da realizzare, c’è un importante aggiornamento: le misure cautelari. A gennaio, come riportato da Cronache Lucane, riguardo al «“cartello” formato da due distinti gruppi di professionisti, imprenditori, architetti, ingegneri e tecnici, ma nel faldone dell’inchiesta del Procuratore Pierpaolo Bruni anche politici, iscritti nel registro degli indagati anche gli assessori del Comune di Belvedere ai lavori pubblici Marco Liporace e al Turismo Vincenzo Cristofaro, era stato emesso il «decreto di perquisizione locale e veicolare e contestuale sequestro». Da ricordare che per l’accusa, nel «cartello» finalizzato alla spartizione di pubblici appalti, pure «taluni facenti parte di una loggia massonica segreta». Da non sottovalutare, inoltre, l’elemento, rimarcato nell’impianto accusatorio, che per l’aggiudicazione degli appalti ad una delle imprese del «cartello», i partecipanti allo stesso «si avvalevano di persone di fiducia all’interno delle amministrazioni locali».
I LUCANI DEL VECCHIO E LE MISURE CAUTELARI
Il Gup del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, vagliando anche il quadro probatorio aggiornato con gli elementi emersi dalle acquisizioni documentali eseguite nei mesi scorsi, ha emesso 6 misure cautelari. Luigi Cristofaro, 38 anni di Scalea, nonchè «promotore e capo dell’associazione a delinquere», e Giuseppe Del Vecchio, 63 an-ni di Terranova del Pollino, sono entrambi agli arresti domiciliari.
Per Paola Di Stio, 46 anni di Belvedere Marittimo, interdizione per 12 mesi dall’esercizio del pubblico ufficio; per Antonio Del Vecchio 57 anni di Terra-nova del Pollino, interdizione per 6 mesi di esercitare l’attività professionale di ingegneri; per Maria Grazia Melega, 30 anni di Santa Domenica Talao, interdizione per 6 mesi di esercitare l’attività professionale di ingegneri; per Francesco Esposito, 37 anni di Tortora, interdizione per 6 mesi di esercitare l’attività professionale di ingegneri.
L’APPALTO A MOLITERNO
Le indagini sono iniziate nel giugno del 2020. Come spiegato dal maggiore Giuseppe Sacco, del Nucleo operativo dei Carabinieri di Cosenza, l’attenzione dei militari si è concentrata su sei appalti in particolare, svolti nella provincia di Cosenza ma anche in quella di Potenza. Il capitano Andrea Massari, che comanda la Compagnia di Scalea, ha sottolineato che il gruppo si avvaleva di persone, all’interno delle amministrazioni comunali, che consentivano delle facilitazioni per vincere gli appalti. Appalti anche importanti, come quello che riguardava la verifica delle caratteristiche antisismiche di un istituto tecnico del Potentino. Nello specifico, il riferimento dell’Arma è alla gara inerente alla «valutazione della vulnerabilità sismica dell’Istituto Tecnico Commerciale del Comune di Moliterno (Pz)». I Del Vecchio di Terranova del Pollino, Giuseppe e Antonio, con Cristofaro, Melega ed Esposito, hanno, per l’accusa che ritiene il «fatto commesso in Moliterno nell’agosto 2020», turbato la gara lucana tramite le «collusioni» previste dal “protocollo” del «cartello». Protocollo, a grandi linee, così sintetizzabile: «Offerte precedentemente concordate e /o la partecipazione fittizia alle gare per conto della organizzazione, hanno conseguito l’aggiudica-zione di appalti, procedendo successivamente a suddividere al 50% gli importi liquidati dalle stazioni appaltanti a titolo di corrispettivo, anche tra i soggetti non aggiudicatari». Nel caso Moliterno, 2 i raggruppamenti temporanei di professionisti (Rtp): il 1° con Cristofaro, Giuseppe Del Vecchio e Melega, il 2° vedeva insieme Antonio Del Vecchio, Francesco Esposito e un altro soggetto non indagato. Al termine delle procedure di gara, sarà «la Rtp di Cristofaro e soci ad aggiudicarsi l’appalto per un valore di poco superiore a 50.000 euro».
Il procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, nello specificare che erano state richieste anche misure cautelari nei confronti di alcuni imprenditori e pubblici amministratori, ma il Gip ha ritenuto non vi fos-sero esigenze cautelari, ha chiosato alludendo alla fase magmatica dell’inchiesta: l’indagine è ancora in corso.