A POTENZA, SCIOPERO DEI COMPARTI ELETTRICO, GAS ED IGIENE AMBIENTALE
Protesta in piazza M. Pagano: al centro delle preoccupazioni dei sindacati e dei lavoratori, l’articolo 177 del Codice degli Appalti
Uno sciopero generale per dire no all’articolo 177 del Codice degli Appalti: si è svolta ieri mattina in Piazza Mario Pagano a Potenza lo sciopero dei lavoratori dei comparti elettrico e gas, unitamente a quelli del comparto di igiene ambientale. Lo sciopero si è svolto in tutta Italia (con presidi davanti alle prefetture) per cancellare l’art. 177 del co-dice degli appalti e contro la «desertificazione e la destrutturazione dei servizi pubblici essenziali», come hanno specificato i sindacati. Ai nostri microfoni, è for-te proprio la loro preoccupazione in merito: per il segretario della Cgil Basilicata, si tratta di uno «sciopero nazionale in tutta Italia contro l’articolo 177 del codice degli appalti che mette in discussione la tenuta di tutti i servizi pubblici essenziali: un articolo ha specificato Summa ai nostri microfoni che obbliga tutte le aziende pubbliche concessionarie di servizi energetici, quindi tutte le aziende che hanno servizi pubblici In concessione, ad esternalizzare l’ottanta per cento delle loro attività. Immaginate quale impatto avrebbe nei servizi pubblici: questo metterebbe a rischio posti di lavoro e soprattutto frantumerebbe i servizi essenziali così importanti per i cittadini nel momento in cui stiamo ridisegnando il paese per quanto riguarda la transizione energetica». Anche il segretario generale lucano della Uil Tortorelli, ha espresso una profonda preoccupazione per la questione, ai nostri microfoni: «Siamo fortemente preoccupati -ha specificato Tortorelli per le categorie del settore energia, gas e dei trasporti Siamo preoccupati per un duplice effetto di questi provvedimenti: uno riguarda i disservizi che potrebbero arrivare ai cittadini con un aumento dei costi e l’altro sui lavoratori. Obbligare di trasferire il 80% degli appalti ad altre società significa frammentare le attività con un duplice effetto negativo anche qui: ricadute sulla qualità del lavoro e la precarizzazione dei settori e degli appalti».