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CONFCOMMERCIO POTENZA: CONCLUSIONE PROGRAMMA CASHBACK, I PRO E I CONTRO

Confcommercio ribadisce che “l’impulso alla diffusione della moneta elettronica andrebbe anzitutto perseguito abbattendo costi e commissioni a carico di consumatori ed esercenti, in particolare per la fascia dei micro pagamenti”

La conclusione (il 30 giugno scorso) della prima fase del programma del Cashback di Stato, il rimborso pensato per incentivare i pagamenti digitali, è l’occasione per esercenti e consumatori di una riflessione approfondita sulle criticità sinora registrate anche in Basilicata e una valutazione oggettiva su vantaggi, in verità molto risicati,  per i consumatori e gli svantaggi, specie di spese aggiuntive, per i commercianti. E’ quanto sostiene Confcommercio Potenza partendo da alcuni numeri del suo Centro Studi: in Basilicata l’uso della carta di credito riguarda tra il 35 e il 40 per cento dei cittadini; la maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra tra gli abitanti del Nord e, più in generale delle grandi città, con un capofamiglia di età inferiore a 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato. Quanto al “giro” generato dal cashback, solo il 3,1% ha ottenuto il rimborso massimo di 150 euro; quasi la metà degli aventi diritto (il 49,6%)  un rimborso tra i 50 e i 99 euro; il 32,8% meno di 50 euro; il 14,5%  tra 100 e 149 euro.

Confcommercio ribadisce che “l’impulso alla diffusione della moneta elettronica andrebbe anzitutto perseguito abbattendo costi e commissioni a carico di consumatori ed esercenti, in particolare per la fascia dei micropagamenti”. Per Ernesto Ghidinelli, responsabile credito di Confcommercio, il messaggio sull’azzeramento delle commissioni è positivo, ma la misura è “transitoria, non risolutiva” perché “occorre avere uno sconto diretto, senza passare dal credito di imposta”. Meglio sarebbe l’esenzione delle commissioni sui micro pagamenti, con una soglia fissata a 50 euro: “si tutelerebbero le imprese familiari che spesso non hanno un potere negoziale con le banche e devono accettare condizioni penalizzanti”.

Inoltre non esiste alcuna obiettiva evidenza della maggiore propensione all’utilizzo dei pagamenti elettronici da parte degli aderenti al Programma. Quasi il 70% delle famiglie che usa la carta già spende più del plafond previsto dal provvedimento. Pertanto, la maggior parte potrebbe ricevere il massimo vantaggio anche senza intensificare l’uso delle carte.

La proposta di Confcommercio Potenza: incentivare e promuovere l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento con un sistema di premialità e non di penalizzazione. Accade infatti che nonostante l’impegno anche dei piccoli esercenti dei centri minori che utilizzano il sistema del Pos collegato al cellulare piuttosto che la più classica “macchinetta” che ha un costo diretto, l’incidenza percentuale dei costi legati agli incassi tramite pos cresce al diminuire della dimensione aziendale, anche in relazione al minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario. Vi è, dunque, una maggiore penalizzazione per le imprese di minori dimensioni.

Confcommercio – dice il presidente Fausto De Mare – guarda con interesse allo sviluppo del commercio elettronico, ma crede nella valenza sociale e culturale del commercio tradizionale, anche perché valorizza i centri storici, i piccoli borghi, le città, che sono il patrimonio della Basilicata. In ogni caso se l’obiettivo è  quello di combattere l’evasione fiscale, bisogna tenere presente che le carte di credito o di debito non esauriscono il novero di strumenti elettronici che consentono la tracciabilità dei pagamenti. Difendiamo dunque la parità di condizioni in termini di diritti ed obblighi tra i due canali online e offline, per assicurare una leale competizione tra le varie forme di commercio. Confcommercio – evidenzia ancora De Mare – avanza alcune idee concrete per rimuovere gli ostacoli alla diffusione della moneta elettronica tra cui: promuovere la realizzazione di piattaforme efficienti che superino gli attuali schemi di produzione ed erogazione dei servizi di pagamento, riducendo i livelli di intermediazione finanziaria tra consumatore/cliente ed esercente; introdurre dei tetti massimi alle commissioni interbancarie”

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