PRIMA LA LEGGE, POI LA POLITICA E LO SPRECO IL BILANCIO… PER IL CDX QUESTO SCONOSCIUTO
REGIONE Il Collegio dei Revisori boccia Bardi e burocrati, su tutti il Dg Tripaldi: neanche la rateizzazione di un debito sanno fare
Regione e conti in Bilancio, dopo 3 impugnazioni da parte del Governo nazionale in soli 6 mesi, l’ordine di sa-lire a bordo della nave della legalità: «Si ritiene che i responsabili della spesa non debbano assecondare impegni strettamente non collegati all’obbligo del rispetto di norme di legge, anche nel caso in cui l’indirizzo politico sia difforme da questa indicazione». Se il cognome è un presagio, dalla Basilicata non poteva arrivare conferma più suggestiva: si conferma Nestrore la spina nel fianco di Bardi & Co. Bilancio regionale e dintorni: il centrodestra e i suoi burocrati, su tutti il responsabile finanziario della Regione, Domenico Tripaldi, proprio non riescono a far quadrare i conti. Nestore, da parte sua, non cede al canto ammaliante delle sirene di tabelle e fantomatiche alchimie finanziarie, riuscendo così a diradare la confusione delle carte ed a puntualizzare costantemente tutto ciò che non va e che necessita di rettifiche. Analizzati i carteggi, il parallelo con la letteratura greca è come spontaneo: il Nestore dell’Iliade era la voce dell’antica saggezza nell’esercito greco in guerra per la conquista di Troia, mentre Giuseppe Marco Nestore in qualità di componente del Collegio dei Revisori della Regione Basilicata è l’esperto analitico che cerca di riportare i conti dell’Ente sul giusto binario. Per completezza di informazione, il presidente del Collegio è il ragioniere Giovanni Brenna e l’altra componente è Anna Grisorio.
Dalle ultime due riunioni del Collegio dei Revisori, ancora emergenze rilevanti.
Tante e variagate le tematiche, ma un certo ordine nell’affrontare l’ampia e complessa materia lo si può comunque delineare.
DEBITI FUORI BILANCIO: LE RATE ALL’INSAPUTA DEI CREDITORI
Si presta a rappresentare un ideale punto di partenza, l’argomento debiti fuori Bilancio suddiviso in 2 categorie: quelli derivanti da sentenze esecutive e quelli connessi al costo dell’acquisizione di beni e servizi.
Riguardo alla prima categoria citata, la Regione deve affontare 2 pagamenti rilevanti, come da condanna: l’uno da 4milioni e 150mila euro e l’altro da 450mila euro. Sul secondo debito il Collegio ha invitato la Regione a riconoscerlo previa emanazione di relativa legge, compiendo, inoltre, le verifiche necessarie ad accertare eventuali responsabilità ai fini di conseguenti azioni di rivalsa. Del primo debito, oltre 4milioni di euro, non si sa molto: il problema è stato «stralciato» e rinviato. Per l’acquisizione di beni e servizi, il conto sale. Basti pensare, per esempio, alle 3 fatture di Ferrovie Appulo lucane da complessivi 18milioni e 558mila euro per corrispettivi risalenti al 2019. Poi c’è la fattura da oltre 7milioni di euro di Trenitalia così come da liquidare i trasferimenti del Tpl gomma alle Province di Potenza e Matera. In Regione vogliono applicare la legge non alla lettera, ma come più conviene. I burocrati si sono riparati dietro il comma 2 dell’articolo 73 del Decreto legislativo 118 del 2011 che, relativamente ai debiti, testualmente riporta come: «Per il pagamento la Regione può provvedere anche mediante un piano di rateizzazione, della durata di tre esercizi finanziari compreso quello in corso, convenuto con i creditori». Proprio questo il punto che il Collegio dei Revisori non ha potuto non segnalare a doppia sottolineatura e in grassetto che il piano di rateizzazione deve essere « convenuto con i creditori». Cosa che non risulta: la Regione vuole pagare a spizzichi e bocconi i debiti, all’insaputa dei creditori: «dalla documentazione ricevuta, non si rileva se tale accordo sia stato stipulato». Ricordato anche come il piano di rateizzazione, evidente il richiamo ai 3 esercizi finanziari, va poi «definito nel rispetto della norma».
IL DUBBIO DEI REVISORI E I COMPITI A CASA PER IL DG TRIPALDI: MA LA REGIONE È IN NEGATIVO?
Per il Dg Tripaldi, i compiti a casa dal Collegio dei Revisori: controllare «tempestivamente» i nuovi accertamenti relativi al 2020. I Revisori aveva già fatto notare, avendone la conferma poche settimane dal Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sulla proposta di legge di approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 non fosse «assolutamente certo il conseguimento dell’equilibrio di bilancio, che rappresenta l’effettiva capacità dell’ente di garantire, anche a consuntivo, la copertura integrale, oltre che agli impegni e al ripiano del disavanzo, anche ai vincoli di destinazione e agli acca-tonamenti di bilancio». Per la legge statale 145 del 2018, le Regione «si considerano in equilibrio in presenza di un risultato di competenza dell’esercizio non negativo».
Dal Collegio dei Revisori la richiesta di controllare «cortesemente» se la Regione «rispetta ancora alla situazione attuale l’obbligo» dell’equilibrio così come appena citato dalla leg-ge 145 del 2018.
SE BARDI & CO. NON SANNO FAR QUADRARE I CONTI, ALLORA BISOGNA RISPETTARE LA LEGGE E DISATTENDERE «L’INDIRIZZO POLITICO» PER EVITARE ALTRI DANNI ECONOMICI
Tanti i conti che non tornano: prima di fare le rovesciate, imparare come si effettuano i passaggi.
Il centrodestra ha problemi con l’ordinario eppure si concentra sullo straordinario, convenzioni Formez e molto altro ancora, anche inutile per molti versi. Per cui, date le 3 impugna-zioni in soli 6 mesi, nonchè tutti i tasselli contabili ancora da incastrare, la «raccomandazione» alla Regione da parte del Collegio dei Revisori a «non assumere impegni e a pagare spese se non per servizi espressamente previsti da norme di legge, fatti salvi gli impegni già assunti nei precedenti esercizi».
In più se straordinario finanziario dovrà esserlo, lo sarà per individuare gli interventi strutturali che ispirati a principi di economicità e non alla “Pieni Poteri” di Bardi e affini, possano concretamente «ridurre la spesa obbligatoria senza intaccare l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione».
La fortuna, contabilmente intesa, poichè vera emergenza sanitaria, ha ricordato Nestore a Bardi e burocrati, è stata che nel corso del 2020 e dei primi mesi del 2021 la pandemia Covid-19 ha evitato il sorgere di esigenze che si sarebbero tradotte in una spesa facoltativa. Adesso però, dato il drastico ridimensionamento dei contagi e l’attuale ripresa di tutte le attività economiche, non è che l’Ente può aprioristicamente e arbitrariamente concedersi «iniziative e proposte che danno luogo ad una spesa non obbligatoria». I conti non lo permettono.
Di qui l’invito ai responsabili della spesa a «non assecondare impegni» che non siano «strettamente collegati all’obbligo del rispetto di norme di legge». La legalità è la legalità e fin quando non ci sarà la quadra, quello l’ordine da seguire: pure «nel caso in cui l’indirizzo politico sia difforme da questa indicazione».