QUOTIDIANO DEL SUD, DOPO IL SEQUESTRO NUOVI GUAI: SONO INDAGATI 2 GIORNALISTI
Morte anziana al San Carlo di Potenza: il magistrato Romaniello spiega le accuse di calunnia e ricettazione
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha esercitato l’azione penale nei confronti di due giornalisti del «Quotidiano del Sud» «in relazione ai reati di calunnia e di ricettazione in danno di un magistrato oggi in servizio presso il Tribunale di Salerno, Gerardina Romaniello, e di un medico, Fausto Saponara».
A renderlo noto lo stesso magistrato, Gerardina Romaniello, in servizio presso il Tribunale di Salerno. Per il Quotidiano del Sud, un altro guaio a solo poche settimane dalla notizia del decreto di sequestro, emesso dal Gip del Tribunale di Potenza su richiesta della locale Procura, per beni del valore complessivo di oltre 1,4 milioni di euro, nell’attuale disponibilità delle società Finanziaria Edito-riale S.r.l. e Publifast S.r.l., entrambe con sede in provincia di Cosenza, sottratti illecitamente alla Lucana Edizioni S.r.l. del capoluogo, dichiarata fal-lita a dicembre 2017, già editrice della testata giornalistica “Il Quotidiano della Basilicata”. Tornando alla comunica-zione del magistrato Romaniello: «La Procura della repubblica di Catanzaro, a seguito di ordinanza del G.I.P., ha esercitato l’azione penale nei confronti di Roberto Marino e Leo Amato del Quotidiano del Sud, in relazione ai reati di calunnia e di ricettazione, commessi in danno della scrivente e del dr. Fausto Saponara».
«Quanto alla calunnia – ha proseguito -, secondo l’imputazione, i due, in concorso tra loro, con esposto verbalizzato presso la Procura della Repubblica di Potenza in data 17.3.2016, incolpavano falsamente la scrivente e il dr. Saponara, dei reati di diffamazione, calunnia e abuso d’ufficio ai danni di Iuele Giuseppe, nonché ai danni di organi aziendali ed istituzionali, con articoli dal contenuto diffamatorio e calunnioso. Nello specifico, attraverso il predetto esposto e gli oltre cinquanta articoli diffamatori, incolpavano falsamente la scrivente e il dr. Saponara di un complotto fasullo, nonostante le misure cautelari applicate per la vicenda dell’exitus e nonostante le segnalazioni ad organi istituzionali; descrivevano falsamente la scrivente come subdola promotrice della carriera del marito, e le addebitavano ingiustamente, quale giudice del Tribunale di Potenza e di Iuele Giuseppe in particolare, di svolgere le sue funzioni con il vizio di un grave pregiudizio ai danni dell’imputato Iuele». «A titolo di prova, contestualmente all’esposto ha spiegato il magistrato Romaniello-, depositavano copia di Cd rom, che asserivano falsamente essere pervenuto pochi giorni prima, in forma anonima, presso la redazione di Potenza del Quotidiano del Sud; tale Cd rom, in realtà, era stato da loro stessi confezionato in data 15/3/2016 apponendovi la registrazione, clandestinamente effettuata dalla giornalista Cavallo, con il concorso morale e materiale di Iuele Giuseppe, della conversazione dalla stessa avuta, nella data del 16/7/2014, con la scrivente ed il suo coniuge; tale registrazione, soprattutto, era stata dagli stessi imputati Amato e Marino manipolata e alterata, tagliandone preordinatamente le parti iniziale e finale, dalle quali emergeva la presenza e la voce di Iuele, ed il contributo di questi, in concorso con la giornalista Cavallo, nella captazione abusiva del colloquio tra Cavallo, la scrivente e il dr. Saponara e nella istigazione maliziosa da parte della giornalista Cavallo, diretta ad ottenere da parte della scrivente l’espressione di un giudizio personale su Iuele Giuseppe».
«Quanto alla ricettazione, secondo l’imputazione ha sottolineato Romaniello , Marino e Amato, in concorso, ricevevano da Cavallo Giusi e Iuele Giuseppe il file audio registrato dalla predetta giornalista in data 16/7/2014, provento del delitto di cui agli artt. 167, 5 e 23 del D.lgs. 196/2003, in quanto contenente la registrazione, clandestinamente effettuata dalla predetta Cavallo (con il concorso di Iuele Giuseppe), della conversazione dalla stessa avuta, in data 16.7.2014. Tale condotta era posta in essere al fine di trarne profitto, ed in particolare: al fine di conseguire il delitto di cui calunnia e quello di diffamazione a mezzo stampa, ed incrementare così le vendite del Quotidiano del Sud – Edizione della Basilicata, mediante una campagna stampa scandalistica e violenta, al fine di trarne vantaggio nella causa civile presso il Tribunale di Potenza, che ve-deva convenuti Amato e la sua testata per una richiesta di risarcimento danni avanzata contro di loro dal dr. Saponara, in ragione di una precedente campagna di stampa diffamatoria dallo stessa subita ad opera della medesima testata giornalistica. «In tale procedimento, infatti ha concluso il magistrato oggi in servizio presso il Tribunale di Salerno, Gerardina Romaniello -, depositavano una trascrizione anonima, parziale ed infedele del file audio in esame, già utilizzato per la pubblicazione di ulteriori articoli lesivi dell’immagine del medico».