HIDDEN PARTNER, IL POTENZA CALCIO NON SI TOCCA IL GIP DI SIENA CONCORDA CON LA DIFESA DI CAIATA
Il Pm chiedeva il sequestro di oltre 200mila euro più la sospensione della licenza: vince la tesi del Prof Cimadomo e dell’avv De Martino
Per il deputato lucano Salvatore Caiata, buone notizie da Siena nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria su reati quali riciclaggio internazionale, reati di natura tributaria e corruzione: il Gip Ilaria Cornetti ha sciolto le sue riserve sulle richieste avanzate dalla locale Procura circa le misure di tipo interdittivo e di sospensione temporanea di licenze, concessioni e autorizzazioni a carico delle 11 società coinvolte. Il Gip, ieri, ha depositato l’ordinanza che, motivando le singole decisioni, rigetta in blocco le istanze di natura cautelare avanzate dall’accusa, pm Siro De Flammineis. Nell’elenco delle società coinvolte, oltre alla Siena Spa del magnate kazako attivo nel settore petrolifero, Igor Bidilo, che è il personaggio chiave dell’inchiesta Hidden partner, anche il ristorante il Campo, La Cascina e il Potenza Calcio, per l’appunto, del presidente Salvatore Caiata, difeso dal Prof. Donatello Cimadomo e dall’avvocato Lorenzo De Martino.
La discussione sulle richieste delle misure cautelari si era tenuta ad inizio maggio al palazzo di giustizia di Siena, con le difese che avevano sottolineato come le società rappresentate non avessero tratto nessun vantaggio dalle presunte attività illecite.
Oltre al sequestro di una somma di denaro pari a 210mila euro, il Pm De Flammineis aveva chiesto per il Potenza Calcio anche la sospensione della licenza che di fatto , qualora accolta, avrebbe impedito la partecipazione della squadra al prossimo campionato di serie C. Per Caiata si tratta, sul fronte giudiziario, della seconda vittoria.
Dai Giudici per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Siena, Alessandro Buccino Grimaldi e Ilaria Cornetti, nel maggio scorso erano state disposte 5 misure, fra coercitive e interdittive, nei confronti di altrettante persone, 12 gli indagati a vario titolo, nonchè il contestuale sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità liquide, di beni mobili ed immobili per un valore di circa 14 milioni di euro.
Per Caiata, però, a cui vengono contestati reati tributari, fu respinta già in prima istanza la richiesta dell’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.