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PREOCCUPANO I NUOVI FOCOLAI: A CACCIA DELLA VARIANTE DELTA

I DATI Attesa per i risultati sul sequenziamento dei positivi venuti a contatto con il virus indiano. Preoccupano gli 11 contagi di Bernalda

POTENZA. Si attende con ansia il risultato del sequenziamento dei positivi venuti a contatto con i primi casi accertati di variante Delta registrati in Basilicata, verificatisi tra Palazzo San Gervasio, Potenza e Venosa. Gli esiti si conosceranno nelle prossime ore a conclusione di una procedura abbastanza complessa. Intanto c’è un nuovo focolaio con 11 casi in due giorni su 364 tamponi processati. Otto nuovi casi arrivano tutti da Bernalda, dove già ieri erano stati accertati altri tre contagi e gli attualmente positivi sono saliti a 19. Nessun decesso nelle ultime ore, l’ultima vittima risale a dieci giorni fa. Le istituzioni fanno sapere che al momento l’unica arma contro il virus resta il vaccino. Dopo il crollo della seconda metà di giugno, quando le somministrazioni sono an-date avanti ad un ritmo quasi dimezzato rispetto al mese precedente, da una decina di giorni la campagna vaccinale anti-Covid in Basilicata ha ripreso nuovamente vigore. Da giorni siamo ormai sopra la soglia di 5.000 dosi al giorno, un trend che ha portato a recuperare, seppur parzialmente, i ritardi accumulati nelle scorse settimane. Una situazione ben fotografata dall’ultimo rapporto dell’Agenas sull’andamento della campagna vaccinale nelle singole regioni. Ieri sono state effettua-te 5.842 vaccinazioni. A ieri sono 322.382 i lucani che hanno ricevuto la prima dose del vaccino (58,3 per cento) e 191.561 quelli che hanno ricevuto anche la seconda dose (34,6 per cento) per un totale di somministrazioni effettuate pari a 513.943 su 553.262 residenti.
In Basilicata il 90% dei residenti nella fascia d’età 80-89 anni ha ricevuto almeno una dose del vaccino. Si tratta, in ogni caso, di una delle percentuali più basse a livello nazionale. Per quanto riguarda la fascia d’età 70-79 anni, è quella che regala alla Basilicata alcune delle performance migliori nelle graduatorie stilate dall’Agenas: nella nostra regione, infatti, ben il 90,82% degli ultrasettantenni ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Anche per quanto riguarda gli over 60 il risultato delle prime dosi è positivo, ma non per quanto concerne i richiami.
Per quanto riguarda le prime dosi agli over 50 siamo di poco al di sopra del 70%, a metà classifica tra il 64% della Sicilia e il 79% della Puglia. Appena sopra il 40%, invece, la percentuale di cinquantenni lucani che ha già completato il ciclo vaccinale.

Green pass dopo due dosi, niente ristorante per chi non lo ha: l’Italia verso la stretta?

Un milione di prenotazioni per il vaccino anti Covid in poche ore: sembra un sogno, in un paese come l’Italia dove le richieste per i vaccini hanno rallentato bruscamente nelle ultime settimane. È realtà invece in Francia: ma come hanno fatto i cugini d’Oltralpe a raggiungere questo risultato? Il presidente francese Macron ha stabilito che il Green pass, il documento europeo che attesta l’avvenuta vaccinazione, sarà obbligatorio per poter accedere ai ristoranti, ai cinema, nei musei o sui mezzi di trasporto come treni e aerei. Un cambio di rotta improvviso che però – almeno per adesso – sta pagando. La paura per l’espansione della variante Delta in effetti si fa sentire in tutta Europa: Macron ha spiegato che la decisione nasce dal desiderio di evitare una quarta ondata spinta proprio dalla Delta, che sarebbe catastrofica sia per il morale dei cittadini sia per l’economia del Paese.
E adesso una simile discussione si è aperta anche in Italia: imitare o non imitare la Francia? L’idea che, secondo fonti di stampa, sarebbe allo studio del governo è quella di limitare il Green pass solamente a chi ha già ricevuto la seconda dose (o la vaccinazione completa nel caso del siero di J&J). E solo con il certificato sarebbe possibile partecipare a eventi a rischio, come è già adesso nel caso dei matrimoni. Ma non solo: anche per i ristoranti, le discoteche e gli stadi diventerebbe obbligatorio.
Le reazioni all’idea, ovviamente, non si sono fatte attendere: il Partito democratico e Leu sembrano propensi a seguire la stessa strada dell’Eliseo, Lega e Fratelli d’Italia invece gridano la loro contrarietà. Per il sottosegretario alla Salute Sileri la misura spingerebbe i giovani a vaccinarsi: «Pensiamo alle discoteche», ha detto in una intervista al Messaggero. A favore della misura si sono espressi i governatori delle Regioni e la Feder alberghi, mentre contraria è la Fipe-Confcommercio. Insomma, un tema che divide non solo le forze politiche ma anche le categorie del settore.

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