DALLA CORTE DEL “RE” NE SCAPPA UN ALTRO: PURE IL “TUTTOFARE” CIANCIO SALUTA CICALA
Con le sorelle (Eni e Total) non buona l’esperienza: dopo l’ex portavoce Foglietta De Paolis pure il giornalista lascia. Dal Dg Agostino a Conte: quanti dimissionari
Famiglia Cicala e petrolio: se il sindaco di Viggiano, Amedeo, è riuscito a far leva sul giacimento per rafforzare la propria carriera politica, al fratello presidente del Consiglio regionale, Carmine, non sta riuscendo la stessa impresa. Alla corte del “Re”, un altro, l’ennesimo, addio: Domenico Ciancio. Come con Eni, con cui Cicala aveva già chiuso, date le dimissioni con cui, tramite «rinuncia volontaria», Eleonora De Paolis Foglietta ha troncato anticipatamente, nel febbraio scorso, l’incarico di portavoce del presidente, così con Total che ha avuto nell’ufficio stampa Ciancio.
I rumors riportano di come il congedo del “tuttofare” di Cicala, Ciancio, sia legato alla vicenda De Paolis Foglietta. Il suo stipendio cubava mensilmente 4mila e 317euro al mese.
Dato il settore d’appartenenza, Ciancio verosimilmente presagiva che il ruolo di “tuttofare” fosse il grimaldello iniziale preparatorio, dopo un periodo di familiarizzazione con l’ambiente via Verrastro, al lancio sulla postazione lasciata vuota dall’ex portavoce. Così, però, non è stato. Il “privilegio”, il “Re” non lo ha concesso: di qui le dimissioni. Seppur proveniente da rumors, il ragionamento ha una sua logica e potrebbe corrispondere alle reali dinamiche che hanno indotto Ciancio, “a questo prezzo” verrebbe facile dedurre, ad abbandonare la corte.
Sempre più lanciato, invece, verso la conquista del titolo di highlander, il vicino di casa di Cicala, Pierluigi Maulella Barrese nominato dal presidente Carmine per intuitu personae a coordinatore della struttura di Informazione, comunicazione ed eventi del Consiglio regionale.
Il duo Cicala-Barrese ne ha già combinate tante e il coordinatore sa di poter contare sulla clemenza del regnante che ad ogni errore, clamorosi quelli sulla programmazione delle iniziative comunicazionali, chiude entrambi gli occhi. Chissà se nel caso di Ciancio saranno mai noti i veri motivi della separazione. Nel caso di De Paolis Foglietta in un cassetto del Consiglio, c’è delle dimissioni una nota protocollata, ma le ragioni restano ammantate da ombre.
A rompere anticipatamente il vincolo feudale col “Re”, era stato nel maggio dell’anno scorso, formalmente «per ragioni strettamente personali», l’allora Dirigente generale del Consiglio regionale, Arturo Agostino.Così come, sempre l’anno scorso, si liberò tramite dimissioni dagli obblighi dello stare al servizio di “Re” Carmine, il suo Conte: Nicola. Nicola Conte.
Se dalla corte tutti scappano, difficile se non impossibile che la domanda non sia: cosa c’è dietro? Note protocollate a parte, s’intende.