ERGASTOLO che fa DISCUTERE ed indignare “La Giunta della Camera Penale di Napoli”
“stabilire il limite o addirittura la decenza dell’esercizio di difesa non è certamente compito dei giudici e men che mai di giudici che, senza scomporsi, hanno condannato dei ragazzini all’ergastolo”
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ERGASTOLO che fa DISCUTERE ed indignare “La Giunta della Camera Penale di Napoli”
?È feroce nel dispositivo poiché – fermo restando l’oggettiva ed indiscutibile gravità della vicenda – condannare a pena perpetua due ragazzi poco più che adolescenti ed incensurati per il raptus di un momento significa non credere minimamente alla finalità rieducativa della pena e, di fatto, aderire ad una logica meramente vendicativa della sanzione penale.
?Significa legare, senza alcuna compassione ed umanità, la vita di due ragazzini a 10 minuti di follia.
?Ma questo ai giudici non deve essere sembrato sufficiente.
?Nella motivazione hanno deciso di infierire anche sugli avvocati – i valorosi, preparatissimi ed eticamente giganteschi Renato Borzone e Roberto Capra – accusati di aver dileggiato la condotta delle vittime mettendole sul banco degli imputati.
?Infine, in un crescendo scomposto la Corte afferma che il diritto di difesa sarebbe stato esercitato oltre il limite consentito ed, addirittura, oltre la decenza. Senza infingimenti è ben chiaro cosa la Corte imputa ai difensori: di aver – udite, udite! -messo in dubbio la parola dell’accusa e della polizia giudiziaria (alcuni dei quali, peraltro, escussi quali testimoni, sono tuttora sottoposti ad indagini).
?Cioè, di aver assolto al proprio compito.
?Ora, non sappiamo se tali accuse violente, risibili e del tutto fuori luogo considerata la tragicità per tutti della vicenda siano figlie di una totale ignoranza della stessa funzione del processo che, per sua natura, è il luogo in cui si confrontano e si scontrano tesi contrapposte senza alcuna verità precostituita; oppure se, come talvolta accade, essa sia frutto della rabbia di non essere riusciti a scalfire in alcun modo le serie obiezioni difensive;
o se, infine e molto più banalmente, sia l’espressione del fastidio che una parte (purtroppo non più minoritaria) della magistratura giudicante ha nei confronti della difesa ritenuta un ostacolo alla conclusione di un processo già preventivamente deciso.
?Un punto però deve essere chiaro anche perché certe parole in libertà rischiano di minare l’integrità morale ed anche fisica degli avvocati difensori:
stabilire il limite o addirittura la decenza dell’esercizio di difesa non è certamente compito dei giudici e men che mai di giudici che, senza scomporsi, hanno condannato dei ragazzini all’ergastolo.
?Essi non hanno, invero, alcuna legittimazione ne’ tantomeno alcuna superiorità morale che gli consenta di ergersi a censori delle scelte difensive degli imputati e dei loro avvocati.
?La percezione degli ultimi mesi è che la magistratura, in piena crisi di credibilità per le note vicende che stanno disvelando scenari più squallidi che inquietanti, stia cercando una nuova legittimazione attraverso la ferocia e l’aggressività.
?Comminare pene draconiane o accusare maldestramente gli avvocati, però, non le restituirà alcuna verginità ma rischia soltanto di accelerare quel processo di implosione della giustizia che è già oggi in fase avanzata.
?La Giunta della Camera Penale di Napoli
Camera Penale Napoli
#sapevatelo2021
Omicidio Cerciello, i giudici: “Indubbia capacità criminale e nessun pentimento di Elder e Hjorth”
Diffuse le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo per i due giovani americani, emessa lo scorso 5 maggio: “Atteggiamento sempre volto a sminuire le loro responsabilità” per l’uccisione del vicebrigadiere
Una “personalità allarmante”, una “indubbia capacità criminale evidente nonostante la giovane età”
Così i giudici della prima Corte d’Assise descrivono Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due giovani americani condannati all’ergastolo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.
Nelle motivazioni della sentenza, i giudici sottolineano una “sconcertante perpretazione di gravi reati posti in essere in un’inquietante escalation di illegalità”, puntando il dito contro quello che definiscono “modelli comportamentali devianti”
E cioè “l’esaltazione delle droghe e l’ostentazione di armi e denaro quali simboli di affermazione, documentati dalle immagini rinvenute sui loro telefonini”
Omicidio Cerciello Rega, i giudici: “Nessun pentimento”
I giudici, nel motivare la condanna all’ergastolo stabilita lo scorso 5 maggio, descrivono “la frustrazione di due ragazzi entrambi di famiglie benestanti, che si trovano in Italia, in vacanza, e quella sera cercavano lo ‘sballo’ a Trastevere. Volevano assumere alcol e cocaina, ricevuta la sola da Brugiatelli e da Pompei pianificano la richiesta estorsiva non già perchè la somma loro sottratta sia importante, tutti e due ammettono che 80 euro non era un importo rilevante per loro, ma la frode subita suscita in loro rabbia, voglia di rivalsa, devono dimostrare a loro stessi che nessuno può raggirarli cosiì facilmente”
I giudici sottolineano inoltre come l’atteggiamento degli imputati nel corso del processo sia stato “sempre volto a sminuire le loro responsabilità”
e non abbiano mai dimostrato “nessun pentimento. A fronte di tali risultanze – spiegano quindi – non si ravvisano elementi positivamente apprezzabili per riconoscere le circostanze attenuanti generiche”
Elder e Hjorth condannati all’ergastolo: “Azione delittuose condivisa e voluta da entrambi”
Nelle motivazioni della sentenza i giudici della prima Corte d’Assiste parlano di
“un programma condiviso e voluto da entrambi, l’azione delittuosa inizia insieme e termina insieme“
spiegando così anche la decisione di condannare sia Elder sia Natale all’ergastolo, nonostante che sia stato di fatto Elder a sferrare le 11 coltellate che hanno ucciso il vicebrigadiere Cerciello.
E smontano la tesi della difesa secondo cui avrebbero reagito spinti dal panico e dalla paura, senza sapere di avere di fronte un carabinieri.
“Nel caso in esame deve escludersi la sussistenza di un atteggiamento difensivo. I due imputati sono ben consapevoli di trovarsi in una situazione di illiceità da loro stessi provocata e dalla quale non possono ritenersi legittimati ad uscire mediante il ricorso a una simile violenza, non siamo di fronte ad una reazione armata ma al contrario ad un’azione finalizzata all’offesa volta ad evitare il verosimile arresto da parte delle forze dell’ordine intervenute sul posto e qualificatesi”
“Il vicebrigadiere Cerciello non può più riferire la sua versione, ma il suo corpo martoriato parla per lui e attesta la furia omicida di Elder”
continuano i giudici, che aggiungono:
“La volontà omicidiaria è evidente, anche l’arma, un coltello da combattimento, con lama lunga circa 18 centimetri lo conferma, le ferite riportate dalla vittima escludono che i fendenti possano essere stati inferti a scopo di difesa, tutte le lesioni risultano molto gravi“
La condanna all’ergastolo per Elder e Hjorth era arrivata dopo oltre 13 ore di camera di consiglio e un lungo e difficile processo.
I giudici avevano accolto la richiesta della pm Maria Sabina Calabretta, mentre gli avvocati dei due giovani americani hanno da subito annunciato l’intenzione di fare appello, aveva detto Renato Borzone difensore di Finnegan Lee Elder
“Questa sentenza rappresenta una vergogna per l’Italia, con dei giudici che non vogliono vedere quello che è emerso durante le indagini e il processo. Non ho mai visto una cosa così indegna. Faremo appello: qui c’è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito. Abbiamo assistito al solito tandem procure e giudici”
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