CRLM, ANCORA MANCATA TRASPARENZA CICALA E IL NON “SEGRETO DI STATO”
LUCANI NEL MONDO Ricorsi al Tar di Ticchio e Mollica: il “Re” continua, anche se non può, a nascondere gli atti
Commissione regionale dei Lucani nel Mondo (Crlm): a 48 ore dall’approvazione, continua a rimanere “top secret” l’atto dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale riguardante la costituzione in giudizio al Tar di Basilicata per resistere, sostenendone l’infondatezza, ai ricorsi depositati da Giuseppe Ticchio e Francesco Mollica.
Dalla non regolarità, s’attende la definitiva parola lucani, della riunione della Crlm, la prima nell’attuale legislatura, del 22 maggio scorso, alla mancata trasparenza sulla costituzione in giudizio approvata il 21 luglio: sulla elezione del Comitato esecutivo e su quanto accaduto quel sabato di 2 mesi fa tra le 16 e 40 e le 21 e 48, per una parte, quella Istituzionale, permane ancora netta nebulosità.
Del resto, Cicala che della Crlm è il presidente, non risulta ancora aver dato seguito con proprio decreto alla designazione dell’Anci di Basilicata che il 17 maggio scorso comunicò al presidente del Consiglio regionale la scelta di Mollica quale rappresentante dell’Associazione dei comuni in seno alla Commissione regionale dei Lucani nel mondo.
Come per la costituzione in giudizio, anche in questo caso non si conoscono le ragioni.
La vicenda Mollica è soltanto uno dei tasselli delle contestazioni dallo stesso e dal presidente della Federazione svizzera dei Lucani nel mondo, Giuseppe Ticchio, messe nero su bianco con i ricorsi al Tribunale regionale amministrativo (Tar) di Basilicata.
C’è poi la paventata non legittimità di alcuni partecipanti, vedi gli “australiani”, la contestata disapplicazione del voto ponderato e quella preferenza data dal rappresentante per la Germania a Ticchio, ma andata persa verosimilmente per motivi di connessione internet.
Ticchio si è visto sfuggire il “trono” d’Europa proprio per 1 voto: 14 i suoi, 15 quelli per Friggione.
Eccesso di potere per inesistenza ed erroneità dei presupposti di fatto e di diritto: questa la spada di Damocle che innervosisce il “Re” Cicala e l’elusione della trasparenza sull’approvata costituzione in giudizio al Tar, ne rappresenta come una prova.