URSULA FRANCO : L’assoluzione di un colpevole e la condanna di un innocente sono sempre dovute ad un’errata ricostruzione dei fatti. Dal caso Borin ai giorni nostri, passando per il caso Ceste… oggi nella mia rubrica su Appia Polis
La ricostruzione dei fatti è il fulcro sul quale ruota un caso giudiziario
– di Ursula Franco* –
La ricostruzione dei fatti è il fulcro sul quale ruota un caso giudiziario.
Una ricostruzione senza smagliature dovrebbe essere la priorità di una procura, degli avvocati di parte civile e dei giudici che emettono una sentenza.
Infatti, solo ricostruendo i fatti con precisione si possono attribuire le giuste responsabilità.
Una capillare ricostruzione dei fatti non solo permette di distinguere un omicidio da una morte accidentale e da un suicidio, riducendo in modo drammatico il rischio di commettere un errore giudiziario, ma, in caso di omicidio, tutela i familiari di una vittima in quanto non lascia spazio alla difesa del reo.
L’analisi incrociata di interrogatori, di eventuali telefonate di soccorso e delle interviste dei protagonisti di un caso giudiziario attraverso la Statement Analysis permette di stabilire la strategia di indagine e aiuta a ricostruire i fatti anche nel caso gli intervistati/interrogati non raccontino il vero.
Purtroppo spesso interrogatori, interviste e telefonate di soccorso vengono contaminate da chi pone le domande.
Contaminare un’intervista od un interrogatorio significa introdurre, attraverso le domande, termini diversi da quelli usati dall’interrogato, termini che entreranno nel suo linguaggio e lo aiuteranno a mentire.
Chi interroga/intervista infatti:
– non dovrebbe suggerire le risposte;
– non dovrebbe introdurre termini nuovi;
– quantomeno inizialmente, dovrebbe evitare le domande chiuse che permettono all’interrogato di rispondere con un “Sì” o un “No”;
– dovrebbe evitare le domande multiple per impedire all’interrogato/intervistato di scegliere a quale domanda rispondere;
– non dovrebbe mai interrompere, è nei sermoni e nelle tirate oratorie che si trovano spesso informazioni utili ed ammissioni tra le righe; – dovrebbe evitare di dare giudizi morali che mettono l’interrogato/intervistato sulla difensiva.
UN ESEMPIO DI CONTAMINAZIONE
Qualche mese fa la trasmissione “Quarto Grado” ha diffuso uno stralcio di quanto dichiarato dalla teste Manuela Travain nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi. Secondo la nuova difesa di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi condannato per il suo omicidio, le dichiarazioni della teste avrebbero potuto scagionarlo in quanto la Travain transitò davanti alla villetta dei Poggi tra le 9.27 e le 9.28 e, a loro avviso, avrebbe descritto le finestre della villetta come ancora chiuse pertanto Chiara non poteva che essere ancora viva a quell’ora posto che alle 13.00, dopo essere stati avvisati da Stasi, i carabinieri trovarono invece aperta la finestra della cucina del piano terra. Ed invece lo stralcio estratto dalle dichiarazioni della teste Travain e relativo a questo particolare è talmente contaminato da risultare di nessun valore.
Esaminiamolo insieme:
D: Ed era aperto il cancelletto?
R: Spalancato.
D: Spalancato… chiusala porta?
R: Chiusa.
D:Chiusele finestre anche?
R: Sì, sì.
D: Chiusetuttele finestre!?
R: Chiuso, come tutti i giorni precedenti.
Si noti che tutte le risposte sono state suggerite all’interrogata da chi le ha posto le domande.
Peraltro la Travain ha anche mostrato di avere bisogno di convincere:
– quando ha detto “Spalancato” invece che “Sì” o “Aperto”;
– quando ha ripetuto “Sì” per due volte
– e quando ha fatto riferimento a ciò che aveva visto nei giorni precedenti per avvalorare “Chiuso” ottenendo peraltro l’effetto contrario ovvero indebolendo la propria risposta.
LE TELEFONATE DI SOCCORSO
Grazie alla casistica in tema di telefonate di soccorso sappiamo cosa aspettarci da chi chiama, per questo motivo il materiale d’analisi vero e proprio è ciò che risulta “inaspettato”.
Ci aspettiamo che chi chiama sia alterato, insistente e che soprattutto chieda aiuto per la vittima. Ci aspettiamo anche che imprechi e dica parolacce, che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto. Non ci aspettiamo che si perda in superflui convenevoli, che chieda aiuto per sé e che senta il bisogno di collocarsi dalla parte dei “buoni” ovvero di coloro che vogliono il bene per la vittima.
Frequentemente a chiamare i soccorsi sono coloro che hanno ferito a morte i soggetti per i quali chiamano, pertanto in questi casi la telefonata di soccorso assume il valore di un primo interrogatorio.
– Il 13 agosto 2007, alle ore 13.50.24 il fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il suo omicidio chiamò il servizio 118, la telefonata durò 0.59 secondi. Eccone un breve stralcio che ci fornisce importanti informazioni sullo stato del rapporto tra i due ragazzi all’epoca dell’omicidio di Chiara:
Operatore: Ma cosa succede?
Stasi: Eh, credo abbiano ucciso una persona, non sono sicuro, forse è viva.
Tatiana Tulissi, 36 anni, è stata uccisa l’11 novembre 2008 all’esterno di una villa di Manzano (Udine) nella quale abitava con il compagno Paolo Calligaris. In primo grado Calligaris è stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Tatiana. È in corso il processo d’Appello.
Dalla telefonata del Calligaris al 118:
Operatore 118: 118, buonasera.
Paolo Calligaris: Buonasera, sono Paolo Calligaris da Manzano, via Orsaria, numero 13, barra B, ho una persona qui che non mi dà segni di vita.
Il linguaggio rappresenta la percezione verbalizzata della realtà, sia Alberto Stasi che Paolo Calligaris hanno usato il termine gender neutral “persona” invece di riferirsi alla vittima dicendo “la mia fidanzata (Chiara/Tatiana), rivelandoci così lo stato dei loro rispettivi rapporti con le fidanzate.
*******************
* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. Recentemente entrata nel Forensic Team della COLD CASE FOUNDATION, una Fondazione Americana che si occupa di casi irrisolti, Executive Director: FBI Profiler Gregory M. Cooper
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti ImpostazioniACCETTO
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.