CEF: NON CONFONDIAMO LE LIBERTÀ
La Shoah rappresenta “un orrore assoluto”, mentre la vaccinazione anti-Covid “non nega la dignità degli esseri umani”: così afferma una nota della presidenza della Conferenza episcopale francese (Cef)
Green Pass in Francia ??
I vescovi: non confondiamo le libertà
Isabella Piro – Città del Vaticano
La Shoah rappresenta “un orrore assoluto”, mentre la vaccinazione anti-Covid “non nega la dignità degli esseri umani”: così afferma una nota della presidenza della Conferenza episcopale francese (Cef)
Des réfractaires à la vaccination ont fait usage de l’étoile jaune. C’est une grave confusion de pensée. La tribune publiée le 22 juillet 2021 veut le dire fortement.
La Shoah représente une horreur absolue à partir de laquelle nos conduites politiques doivent être jugées et non devenir un jouet au bénéfice de n’importe quelle cause. La vaccination dont il est question est la réponse médicale disponible pour faire face à une épidémie qui risque de paralyser encore la vie économique mais surtout la vie sociale et les échanges d’affection et d’amitié. Elle ne nie pas la dignité d’êtres humains en justifiant leur élimination.
En la rendant obligatoire pour certains et en imposant un passe sanitaire pour certaines activités, le gouvernement assure ses responsabilités légitimes sous le contrôle du parlement. Sous ce même contrôle, il impose des restrictions à celles et ceux qui refusent le vaccin. Il appartient aux instances juridictionnelles de notre État de droit de vérifier que l’imposition du passe sanitaire est conforme au droit, limitée à la durée de l’épidémie sous une forme gravement contagieuse et que les restrictions aux libertés d’aller et venir sont proportionnées.
Ne confondons jamais la liberté de voyager et celle d’exister ni la liberté d’aller au cinéma ou au café et celle de louer Dieu ou de ne pas le louer, même s’il est clair que ni l’État ni les citoyens ne doivent négliger que toutes les libertés se tiennent. Cette épidémie nous fait éprouver à tous combien nous sommes responsables les uns des autres. C’est comme une annonce de l’unité du genre humain et de l’union intime avec Dieu.
Mgr Éric de Moulins-Beaufort, archevêque de Reims, Président de la Conférence des évêques de France,
Mgr Olivier Leborgne, évêque d’Arras, et Mgr Dominique Blanchet, évêque de Créteil, vice-présidents de la Conférence des évêques de France,
Père Hugues de Woillemont, Secrétaire général de la Conférence des évêques de France.
Negli ultimi giorni, ambienti contrari ai vaccini hanno azzardato un paragone tra la discriminazione subita dagli ebrei durante la Shoah e quella che, secondo i no-vax, verrebbe introdotta dal “Green pass”: per chi è contrario al vaccino, consentire lo svolgimento di alcune attività, come ad esempio mangiare in un ristorante al chiuso, solo ai possessori del certificato verde di avvenuta vaccinazione, significherebbe mettere in pratica una vera e propria discriminazione, come avvenuto per gli ebrei ai tempi del nazismo, costretti a portare una stella gialla di stoffa appuntata sugli abiti.
Ma questa “è una grave confusione di pensiero – afferma la Cef – La Shoah rappresenta un orrore assoluto rispetto al quale la nostra condotta politica deve essere giudicata, e non diventare un giocattolo per qualsiasi causa.
La vaccinazione in questione, invece, è la risposta medica disponibile per affrontare un’epidemia che rischia di paralizzare ulteriormente la vita economica, ma soprattutto la vita sociale e lo scambio di affetti e amicizie. Essa non nega la dignità degli esseri umani, giustificando la loro eliminazione”.
Responsabilità del Governo e il controllo pubblico
Per questo, il fatto che il governo di Parigi voglia “rendere obbligatorio il Green pass per alcune attività”, significa che “sta adempiendo alle sue legittime responsabilità sotto il controllo del Parlamento”, spiegano i vescovi.
E “sotto lo stesso controllo, l’esecutivo impone restrizioni a coloro che rifiutano il vaccino”.
Saranno quindi “le autorità giudiziarie dello Stato di diritto – sottolinea la Cef – a verificare che l’obbligo del lasciapassare sanitario sia conforme alla legge, limitatamente alla durata dell’epidemia nella sua forma più contagiosa ed in modo che le restrizioni alla libertà di movimento siano proporzionate” all’effettiva emergenza.
Vescovi: importante pensare al bene comune
Di qui, l’invito dei vescovi d’Oltralpe a “non confondere mai la libertà di viaggiare con quella di esistere, la libertà di andare al cinema o al bar con la libertà di lodare o non lodare Dio, anche se è chiaro che né lo Stato né i cittadini devono trascurare che tutte le libertà sono correlate”
“Questa epidemia – concludono i presuli francesi – ci fa sentire tutti responsabili gli uni degli altri. È un annuncio dell’unità del genere umano e dell’intima unione con Dio”
La nota è a firma dei Monsignori Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Cef, Olivier Leborgne e Dominique Blanchet, vicepresidenti, e di padre Hugues de Woillemont, segretario generale del medesimo organismo.
L’obbligo di “Green pass” per accedere ad alcune attività sociali e commerciali è stato annunciato dal Capo dello Stato, Emmanuel Macron, lo scorso 12 luglio, in un discorso alla nazione pronunciato a reti unificate. Motivando la decisione con “la forte ripresa” della pandemia da Covid-19 nel Paese a causa della variante “Delta”, il presidente ha spiegato che il certificato verde (o l’attestato di un tampone negativo) saranno obbligatori per accedere a cinema, musei, bar, ristoranti, centri commerciali e mezzi pubblici.
Il pass è richiesto dai 12 anni in su, che è l’età delle persone vaccinabili.
Al contempo, Macron ha reso noto che, dal prossimo autunno, i tamponi saranno gratuiti solo con prescrizione medica; altrimenti, saranno a pagamento.
La vaccinazione, infine, sarà obbligatoria per alcune categorie, come gli operatori sanitari e i care-givers.
Il discorso del Capo dello Stato ha suscitato diverse manifestazioni di protesta in varie città della Francia, tra cui Parigi, Marsiglia e Strasburgo, dove le persone hanno sfilato per le strade al grido di “Libertà! Libertà!”
Infine, da ricordare che ad oggi, 25 luglio, in Francia si contano 5,98 milioni di contagi e 112mila decessi per coronavirus.