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GUARENTE: IL MORALIZZATORE, A TEMPO PERSO, DEI VANDALI DEL CANESTRO DA BASKET

Il sindaco di Potenza si lascia andare, sui social, ad esternazioni che potrebbero portare ad una deriva preoccupante

Improbabile moralizzatore a tempo perso e fomentatore di smisurato odio civile: a Potenza, il sindaco leghista Mario Guarente non perde occasione per cedere alla tentazione del vizio dell’inconcludenza nociva. Nel Carroccio giocare a fare il finto braccio armato della legge in uno scenario di inventato far west, è pratica usuale a tempi non sospetti, cioè da molto prima che un assessore, leghista, del Comune di Voghera uccidesse con la propria pistola un marocchino. Non c’è modo di far comprendere ai leghisti che ad educazione civica non si insegna il Mein Kampf e che, strumenti di lombrosiana memoria a parte, le sanzioni esistono e non potrebbe essere altrimenti, ma il senso del bene comune non si impartisce a suon di offese e minacce. Piazza dei Comuni: a due giorni dall’inaugurazione, uno dei canestri da basket è stato rotto. Se atto di vandalismo, non c’è dubbio che vada stigmatizzato. In ogni caso, l’esempio viene dall’alto e se il sindaco sbotta sui social, magari in favor di like, con «siete solo delle bestie», tra l’altro rivolto ad anonimi autori, allora meglio tornare alle caverne e far comandare a chi ha la clava più grande. Anche perché, in onor del mezzo usato, i social, in poche battute digitate, Guarente ha effettuato un vero e proprio ritorno al “media-evo”: «Se le vostre famiglie non vi educano al rispetto». Confondere aprioristicamente i genitori con i figli è una sconcertante aberrazione in re ipsa la cui portata la comprende chiunque senza bisogno di studi o titoli. Le azioni van-no represse con gli strumenti di legge e con la prevenzione. Dire a chi o a coloro che hanno rotto per insano divertimento il canestro da basket che vanno perseguiti che sono dei «peggiori delinquenti del mondo» in nuce e che come tali vanno perseguiti è uno sproloquio che a parte la violenza verbale, nulla può produrre in realtà. Violenza contro violenza, odio contro odio e subito nei commenti al post del sindaco frasi di un’aggressività che travalica di molto la rabbia. Se la misura è quella, chissà cosa dirà a se stesso Guarente quando lui che la cosa pubblica la amministra compie qualche, eufemisticamente definita, svista. Chi prima parlava solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività, adesso può farlo pubblicamente con i social e gli effetti sono i seguenti: «Vanno (quelli del canestro, ndr) messi in carcere e buttare la chiave… oppure per ogni atto una amputazione». S’attende, dal guru Guarente, la pubblicazione del nuovo manuale dell’occhio per occhio, dente per dente. Bar e social permettendo.

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