SUD: PD, RISORSE ASSISTENZA SOCIALE A PARTIRE AREE PENALIZZATE
La sollecitazione dei Parlamentari DEM: «Accompagnare il territorio ad un decisivo cambio di rotta»
C’è un treno da non perdere per avere presto nei servizi sociali di tutta Italia un numero di assistenti sociali coerente con i bisogni del territorio. C’è un livello essenziale di 1 assistente sociale ogni 5mila abitanti e l’indicazione di un nuovo obiettivo di 1 ogni 4mila. Ci sono le risorse per l’assunzione a tempo indeterminato di assistenti sociali, per arrivare a questi rapporti. Ci sono questioni aperte e miglioramenti da fare, «ma non perdiamo questa opportunità. Ci sono le risorse e c’è la volontà politica, una cosa che fa la differenza. La legge di Bilancio è un’opportunità, cogliamola», dicono dalla politica. A risollevare la questione i parlamentari del Pd.
«Quanto è stato fatto con la scorsa legge di Bilancio rappresenta un passo avanti importante per garantire servizi e prestazioni di assistenza sociale più efficienti. È altrettanto importante, però, far si che quei territori che per ragioni storiche hanno difficolta à ad assicurare prestazioni idonee, anche a causa di un bassissimo rapporto di assistenti sociali rispetto al bacino d’utenza, siano accompagnati verso un deciso cambio di rotta». Lo affermano i parlamentari del Pd Bruno Bossio, De Luca, Fedeli, Frailis, Lacarra, Lattanzio, Losacco, Manca, Margiotta, Miceli, Navarra, Pagano, Pezzo-pane, Pittella, Raciti, Siani, Stefano, Topo, Valente, Viscomi.
L’aumento degli assistenti sociali assunti a tempo indeterminato nei servizi non è ovviamente solo un tema sindacale: significa contrastare la precarietà nei servizi, a partire dagli assistenti sociali ma poi anche per tutte le altre figure. Le persone hanno bisogno di riferimenti chiari e stabili, sarebbe assurdo se io dovessi cambiare ogni sei mesi il medico di fiducia e rispiegargli tutto daccapo. Per questo serve investire su reti strutturate e stabili. La legge di Bilancio stanzia un contributo di 40mila euro per l’assunzione di assistenti sociali a tempo indeterminato nei comuni dove il rapporto è già almeno di 1 ogni 6.500 abitanti e di 20mila euro dove il rapporto è di 1 uno a 5.000, per arrivare ad averne 1 ogni 4.000. Lo Stato cioè si fa carico di “un pezzo” del percorso ma ovviamente non si sostituisce (né potrebbe farlo) alle funzioni dei Comuni. Il punto di equilibrio trovato è quello dell’ 1 a 6.500.