IL FORTE BISOGNO DEI MARATEOTI DI RACCONTARSI
Lettere lucane
Dopo tre giorni di permanenza a Maratea, principalmente per raccontare agli amici di Radio Potenza Centrale storie e personaggi di questa splendida cittadina di mare durante il festival “Marateale”, vado via portandomi dietro una consapevolezza maggiore del sentimento che i marateoti hanno del luogo dove vivono. Porterò con me la malinconia di Pasquale Cernicchiaro, che tra fine anni ‘70 e primi anni ‘80 ha animato una radio privata di Maratea, e che sente forte un sentimento di nostalgia per la semplicità di un tempo. E non dimenticherò la storia di Francesca Palermo, che dopo tanti anni a Milano, anche a causa della pandemia, ha deciso, insieme al compagno, di venire a vivere a Maratea, realizzando il cosiddetto “southworking”. E porterò con me l’amore per Maratea di Sara Simeone, che pur essendo di Sant’Arcangelo, appena può torna nella casa di famiglia nel centro storico, e continua ad approfondire i suoi studi su Francesco Saverio Nitti, che ad Acquafredda di Maratea aveva una villa meravigliosa, che ancora oggi è una delle bellezze di questo luogo. E ancora: non dimenticherò l’impegno di Valentina Trotta, assessore al turismo del comune, la competenza di Pompeo Limongi, custode di grotte ed esperto di attività sportive “outdoor”, l’amore per i libri di Luisa Zaccaro, cresciuta al porto in una famiglia di pescatori e laureata in lettere classiche, la grande conoscenza del patrimonio paesaggistico e culinario di Serenella Gagliardi di Slow Food Basilicata e il dinamismo generoso di Pierfranco De Marco, Presidente della Pro Loco di Maratea, che mi è stato sempre vicino in questi tre giorni intensi e istruttivi. La cosa che più mi ha colpito è il bisogno di questa comunità – che io definisco di contadini di mare – di raccontarsi, e non di essere raccontata da chi non la vive e non la conosce, ma magari ci viene per pochi giorni e pensa di sapere già tutto.
