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SOPPRESSIONE DIOCESI DI TRICARICO, MELFI: «È UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA COMUNITÀ, IMPENSABILE CHIUDERLA»

Anche Sergio Potenza, ex vice sindaco del capoluogo ha commentato la notizia: «Ennesima perdita per le comunità di Basilicata»

L’annuncio dato dal metropolita della Cei Basilicata monsignor Salvatore Ligorio, già vescovo di Tricarico, della soppressione delle diocesi di Tricarico e Acerenza, ha fatto sussultare un sentimento, mai sopito, di forte attaccamento ad una cultura religiosa che dopo anni di splendore nell’intera Basilicata e perché no anche a livello mondiale, perde il suo vigore e la sua visibilità. Antonio Melfi, già sindaco della città e consigliere regionale commenta questa decisione: «Certo non è assolutamente pensabile contrastare le decisioni che vengono assunte dal Vaticano, ma ciò non può farci retrocedere dal sostenere che non è concepibile pensare che il piccolo sia superfluo e pesante nel rapporto costi e benefici. La diocesi di Tricarico è assurta negli anni a punto di riferimento per il messaggio di carità cristiana diffuso nel mondo. Non si scopre niente di sconosciuto se si sottolinea l’opera del venerabile mons. Raffaello Delle Nocche che ha portato in più di un continente il messaggio evangelico attraverso l’ordine delle suore di Gesù Eucaristico da Lui istituito per volontà del Signore. Non è trascurabile l’imponenza della cattedrale di Tricarico, il Museo Diocesano di Tricarico, che sono pilastri di una cultura e di una storia che nella diocesi hanno trovato l’archetipo della essenzialità di un’opera di diffusione della cristianità. Non possiamo non fare sentire questo nostro accorato appello al Santo Padre, con umiltà e con preghiera, affinché possa riconsiderare, nell’ottica di una rivalutazione temporale, le strategie assunte sulle sorti delle piccole diocesi, esortandoLo a tenere in alta considerazione la funzione da queste svolta nei secoli.  Senza volere peccare di irriverenza, non ci si può tuttavia non sorprendere del fatto che gli stessi pastori, che si sono avvicendati nelle due sopprimende diocesi, non abbiano “osato” avanzare al Santo Padre la possibilità di costituire una diocesi Tricarico-Acerenza, allo scopo di salvaguardare sia la tenuta dei costi che soprattutto, la cura ed il plusvalore dei benefici, in termini di accoglienza e prossimità con fedeli che, per quanto esigui secondo la mera logica dei numeri, tuttavia patiscono situazioni di isolamento e marginalità a causa della particolare morfologia del territorio lucano oltre che della atavica carenza di infrastrutture di collegamento. Dal canto nostro, non possiamo che affidare e confidare le nostre speranze alla preghiera a Colui che è Padre di tutti e che ha a cuore il destino degli ultimi». Anche Sergio Potenza del gruppo Popolari Uniti ha commentato la notizia della soppressione della diocesi con sgomento: «La soppressione delle diocesi di Tricarico ed Acerenza rappresenta una grave perdita per la comunità di Basilicata, sia sul piano simbolico che concreto. Il territorio lucano, con la propria morfologia e le difficoltà infrastrutturali, già soffre di  uno spopolamento galoppante. In questo tempo così complicato per l’umanità non tutto può essere valutato alla stregua degli indicatori economici e dei soli numeri. Per andare controtendenza ed arginare lo spopolamento dei piccoli centri, senza dimenticare l’invecchiamento della popolazione rimasta in loco, bisogna investire sui di essi e sulla migliore qualità della vita. È necessaria la presenza delle diocesi. Il ruolo e la fiducia che infondono tra le comunità è elemento inscindibile per la diffusione del pensiero e dell’opera cristiana. I Popolari uniti, partito a forte vocazione cattolica, si uniscono all’appello già rivolto al Santo Padre da altre personalità politiche, affinché possa essere rivalutata la decisione assunta. Un appello rivolgiamo anche al Vescovo mons. Salvatore Ligorio, personalità affinché possa intercedere con il Santo Padre per il mantenimento delle diocesi. In ultimo, le istituzioni tutte, per quanto laiche, non possono restare inermi di fronte all’ennesima perdita per il territorio».

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