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L’UOMO DELLE ISTITUZIONI BARDI PERCHÉ SI TIENE STRETTO CUPPARO?

La consigliera Sileo (Lega), citando Aristotele: “Non solo si può essere impegnati in modo onesto, ma ci si può anche disimpegnare in modo bello”

Sin dall’inizio ha rappresentato una criticità per Bardi. Era destinato all’assessorato alle infrastrutture. Ha poi dovuto dirottarlo a quello alle attività produttive per un potenziale conflitto di interessi con l’azienda di famiglia che si occupa proprio di costruzioni di pubbliche infrastrutture.

Il suo partito, di fatto, l’ha poi scaricato sulla nota vicenda di Acquedotto lucano. Salvo poi fare la pace, anche se quasi di facciata.

Non più tardi di qualche settimana fa l’azienda di famiglia ha avuto una morte sul lavoro sulla quale sta indagando la competente Procura.

Dopo pochissimi giorni, un’altra inchiesta per smaltimento illecito di reflui. Con il sequestro preventivo da parte della Procura di Lagonegro dell’azienda di famiglia a Chiaromonte. Con un conflitto di interessi, o quantomeno con una inopportunità evidente, visto che nell’ipotesi accusatoria, tutta da verificare per l’amor del cielo, ci sarebbe anche il danno ambientale, sui cui controlli è competente anche l’Arpab guidata dall’alleato Antonio Tisci di Fratelli d’Italia.

Ora arriva la notizia dell’inchiesta della Procura di Potenza, coordinata dal Procuratore Curcio e dal Sostituto Antimafia Montemurro, che riguarderebbe proprio ipotesi di illecito nell’esercizio della funzione di assessore alle attività produttive. E, certamente è stato un caso, ma al cronista un po’ più maligno subito e’ tornato alla mente il 29 giugno scorso. Al Teatro Stabile di Potenza, il senatore Lomuti mette assieme al tavolo dei relatori, tra gli altri, il Procuratore Curcio e l’assessore Cupparo per un convegno sulla legalità. Parlano in molti, tra cui lo stesso Procuratore che segue con attenzione gli interventi degli altri relatori. Ma giunto il turno di Cupparo, Curcio si alza e se ne va per improcrastinabili impegni di lavoro. Sicuramente una casualità, ma tu guarda alle volte quanto il destino e’ beffardo.

Stante tutti questi presupposti, ma considerato anche quanto recentemente dichiarato da Bardi che si e’ definito uomo delle istituzioni, avendo un passato da generale della Guardia di Finanza, la domanda sorge spontanea. Cosa fa ritenere al presidente ancora opportuno che Cupparo resti al suo posto? Si è uomini dell’istituzione nei fatti, non a chiacchiere.

Tutti sono innocenti fino a sentenza di condanna passata in giudicato, ma da un Generale della Guardia di Finanza ci si aspetterebbe qualcosa in più in termini di scelta di suoi delegati di governo. Non c’è nessuno meno esposto in questo momento alle attenzioni della magistratura?

Bardi sente un debito di riconoscenza così forte per la campagna elettorale sostenuta da Cupparo per Acquedotto lucano, da non chiedergli un passo indietro, solo e soltanto per opportunità?  Lungi da noi, e anche da Bardi, condannare preventivamente chicchessia. Per dirla alla consigliera Sileo (Lega) che, citando Aristotele, ha affermato in queste ore: “Non solo si può essere impegnati in modo onesto, ma ci si può anche disimpegnare in modo bello”.

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