LA RICERCA MEDIEVISTICA IN BASILICATA
Intervista al professor Francesco Panarelli
Un salto nel passato glorioso lucano, quando la Lucania diventa Basilicata, quando la Basilicata era al centro di avvenimenti storici e sociali di ampia portata internazionale, con uno sguardo verso l’oriente di Costantinopoli e altro verso il nord dell’Impero e quel ambito Mediterraneo, culla di civiltà. Troppo spesso si utilizza , anzi è di moda utilizzare il termine “Medioevo”, per stigmatizzare certi comportamenti retrogradi o oscurantisti, si dovrebbe studiare meglio questo lungo periodo, che per quanto la Basilicata, fu al contrario fulgido dall’arrivo degli Altavilla, alla corte angioina a Lagopesole o le vicende successive degli eredi di Carlo I e tanto altro. Per noi lucani è l’era delle grandi costruzioni, sia castellari che di abbazie e monasteri, che tanto ci raccontano della nostra storia, del paesaggio che cambia, delle vicende politiche e sociali.
Mosaici di eventi ricostruiti nelle recenti ricerche, partendo dalle fonti, e studiando le fonti, spesso manipolate per “giochi di potere o di mantenimento di potere o priviliegi”, perché la ricerca non finisce mai, come ha fatto la brillante storica Donatella Gerardi nel suo poderoso studio “ Il Fondo Private, ovvero documenti del monastero di S. Michele Arcangelo di Montescaglioso (secc. XI-XV)” , fondazione monastica benedettina che vide la luce durante le prime fasi della conquista normanna dell’Italia meridionale e che ha attraversato i secoli del Pieno e del Basso Medioevo, fino al periodo degli Aragonesi. accreditandosi come la più potente istituzione monastica della Basilicata sud-orientale. Alla presentazione ad Avigliano del poderoso lavoro di Donatella Gerardi abbiamo intervistato Francesco Panarelli, professore di Storia Medioevale e direttore del dipartimento studi umanistici dell’Università della Basilicata.