CECERE A MURO CON IL “LUCANEND(I)ARIO”
“Fotoimpressioni da un mondo lontano”: 30 anni di scatti e aneddoti su una Basilicata da scoprire
114 pagine, una copertina flessibile, scatti di una Basilicata nel suo cruciale passaggio fra il Novecento e il Ventesimo secolo, con i versi di alcuni suoi poeti contemporanei.
Quello del pugliese Michele Cecere, non è un volume da libreria, ma quasi un calendario da vivere ogni giorno, sfogliare, tenere alla parete di casa per scoprire le curiosità della Lucania in 52 scatti, tanti quanti le settimane dell’anno.
Con queste premesse, nel Chiostro di Sant’Antonio a Muro Lucano, è stato presentato il lavoro di Cecere, introdotto dai saluti e dalla presentazione di Vituccia Caputi, socia UniTre, associazione culturale organizzatrice dell’evento.
La serata si è svolta in un dialogo aperto tra l’autore-fotoreporter e il dottor Leonardo Lozito, Vicedirettore Nazionale gruppi Archeologici d’Italia, che nell’occasione ha anche ricevuto l’attestazione da UniTre, di “Maestro di Generosità”, in quanto nel terribile terremoto dell’80 con un lavoro di coordinamento sul territorio murese fu “esempio di altruismo, umanità e condivisione” consentendo di restituire ai cittadini il ricco patrimonio artistico altrimenti perduto.
E perdute sarebbero state anche le storie degli anziani incontrati a riposarsi sui muretti all’ombra di un albero, il racconto muto di mattoni e costruzioni rimaste incompiute, le storie di vita dei borghi oggi “fantasma”, di alberi centenari che hanno visto la Storia, di archeologia, di una ricostruzione post sismica che ha stravolto le identità di luoghi ed abitanti e di una Basilicata inesplorata nel suo cuore più intimo, se Cecere non avesse raccolto tra scatti e parole, queste silenti testimonianze di un territorio flagellato da ricerca di lavoro, emigrazione, storie di povertà e riforme agrarie che in realtà poco hanno riformato.
Il colonnato dell’antico Chiostro ha ospitato alcune riproduzioni degli scatti di Cecere, mentre una proiezione ha permesso al pubblico di “entrare” letteralmente nei luoghi immortalati.
Nella prefazione, il regista David Grieco scrive: “Michele Cecere è l’antropologo più puro, più coerente e più appassionato che mi sia capitato di incontrare. Eppure di mestiere fa il bancario. Oppure è un antropologo così puro e così appassionato, proprio perché di mestiere fa il bancario“.
Insomma, un viaggio per immagini e parole che porta i lucani a scoprire la Lucania con occhi diversi, nuovi, e invita i non lucani a scoprire una terra per certi versi misteriosa, così diversa dalle altre.
La tecnologia entra in questo viaggio in sordina, guida l’autore nella ricerca sul territorio e svanisce nello scatto di una capra tra i ruderi di una abitazione. Il tempo si ferma, o forse no, corre a ritroso, ed ogni pagina porta in vita, per sempre, un tempo che fu.