IL RITORNO IN LUCANIA DI IMMA, INVIATA DI GUERRA
Lettere lucane
In questi giorni si parla molto di Afghanistan. Tutti sentono il dovere di esprimere un’opinione su ciò che sta accadendo, ma pochi conoscono quella ricca e complessa realtà sociale e culturale. Tra i lucani, chi ha titolo per esprimersi è una scrittrice e giornalista che ho conosciuto da poco, Imma Vitelli. Qualche giorno fa ho presentato a Senise il suo bel romanzo d’esordio – “La guerra di Nina” (Longanesi) – e lì ho avuto la possibilità di apprezzare meglio la sua profonda conoscenza del Medio Oriente, dove è stata inviata di guerra per molti anni. Sono grato al Rotary club di Senise per aver organizzato questa presentazione, perché altrimenti non avrei conosciuto questa lucana di grande spessore umano e professionale. Nel suo romanzo, Imma racconta la guerra in Siria attraverso una storia d’amore feroce e struggente. In ogni pagina si sente che quella realtà l’autrice l’ha vissuta a fondo; e vivere a fondo quelle realtà significa non avere visioni semplicistiche, ma punti di vista articolati, complessi, sfumati. Chi da occidentale conosce il Medio Oriente – nel mio piccolo un po’ lo conosco – fa molta fatica a separare il bene dal male, la ragione dal torto. Imma è cresciuta a Policoro e, ascoltandola, mi sono chiesto per la quale ragione io non abbia mai sentito il suo nome. Confesso che ho provato rammarico, perché di solito sono molto attento alle realtà giornalistiche e letterarie della Basilicata. Da ciò che ho capito, Imma ha deciso di non andarci più, in guerra. E, leggendo alcuni passaggi lucani del suo libro, ho sentito un malcelato bisogno di riannodare alcuni fili con la sua storia. Tanto che iniziando il mio discorso mi è venuto l’assurdo istinto di dirle “bentornata a casa”. Così, senza sapere nulla del suo rapporto con la nostra terra. Forse mi sbaglio, ma sento che Imma Vitelli un giorno scriverà un grande romanzo ambientato in Lucania.