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IL CORIACEO “SCARABEO RINOCERONTE”

Lisandro: “È un carro armato: pur pesando pochi grammi può trasportare carichi superiori 850 volte il proprio peso”

Questa volta il naturalista lucano Carmine Lisandro ci documenta un animale non molto conosciuto, che frequenta zone agricole ed aree boschive umide, con presenza di alberi marcescenti o materiale vegetale in decomposizione.

“Si tratta di un insetto che nell’osservarlo attira la nostra attenzione per una sporgenza, più marcata nel maschio adulto, molto simile ad un corno che utilizza per scavare nel terreno, ma anche come arma di attacco o difesa nelle dispute con i maschi rivali, oppure utilissimo per rigirarsi quando si trova a pancia in su -spiega Lisandro- è un corno per il quale gli è stato affibbiato il nome di Scarabeo rinoceronte.

 

Si tratta di un coleottero, della famiglia degli Scarabei, abbastanza comune nel nostro territorio ma poco conosciuto in quanto esce dal suo rifugio prevalentemente nelle ore serali ed a volte capita  di trovarselo in casa attirato dalla luce o di sentirlo ronzare mentre svolazza intorno ai lampioni.

La Natura ci ha regalato uno dei coleotteri notturni tra i più grandi presenti nel nostro territorio -prosegue il documentarista- infatti può essere lungo più di 4 cm e, non bastasse, lo ha dotato di una lucida corazza bruno rossiccia molto dura formata da due ali modificate chiamate “elitre” che, oltre a ricoprire le ali membranose adatte al volo, serve a proteggerlo da eventuali predatori, quasi fosse un carro armato in miniatura.

A prescindere dalle parti inferiori, ricoperte in entrambi i sessi da una peluria rossiccia, le differenze fisiche tra i due sessi sono molto evidenti: in primo luogo il maschio ha dimensioni maggiori, il torace molto incavato ed il “corno”, rivolto all’indietro, molto sviluppato.

La femmina è più piccola, il torace è quasi piatto ed il corno è poco evidente.

Lo Scarabeo rinoceronte ha un ciclo di vita di circa tre anni o poco più, partendo dallo stadio di larva a insetto formato.

Nel periodo estivo, diventato adulto, non avendo un apparato masticatore sopravvive alcune settimane, giusto il tempo di accoppiarsi, sfruttando le energie accumulate allo stadio di larva, accoppiamento che, quasi sempre avviene sul terreno o a qualche cm di profondità.

Avvenuto l’accoppiamento la femmina deporrà delle uova di colore bianco tra materiale in decomposizione e screpolature di alberi vetusti.

Alla schiusa fuoriescono delle larve di colore bianco con la testa bruna ed a forma di “C”,  molto somiglianti alle larve del Maggiolino ma, a tal proposito occorre sfatare la convinzione che le larve dello Scarabeo rinoceronte siano dannose per le coltivazioni: mentre le larve del Maggiolino, lunghe massimo 4 cm. sono “fitofaghe“ in quanto si cibano esclusivamente di radici, quelle dello Scarabeo rinoceronte che possono arrivare anche a 10 cm di lunghezza, sono “detrivore” cioè si nutrono di sostanze vegetali in decomposizione così da favorire, contrariamente a quanto si crede, la creazione di humus.

Tra i suoi nemici più accaniti – prosegue Lisandro- troviamo uccelli come il Gufo, il Falco pecchiaiolo, la Gazza, la Ghiandaia e la Cornacchia grigia contro i quali, lo Scarabeo, insetto totalmente innocuo, che non può né mordere né pungere, si difende grazie alla sua coriacea corazza ma anche irrigidendo il corpo, fingendosi morto (comportamento chiamato Tanatosi) per poi, cessato il pericolo, fuggire cercando rifugio tra foglie o cespugli.

Pur pesando pochi grammi lo Scarabeo rinoceronte è ritenuto tra gli animali più forti in Natura: è stato calcolato che può trasportare carichi superiori 850 volte il proprio peso per cui, facendo le dovute proporzioni, è come se un uomo potesse sollevare 60 tonnellate.

 

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