I PARADOSSI DEL PD: UNITO A LAURIA, SFILACCIATO A MELFI
Con Gianni Pittella sindaco cambierebbero anche le regole di ingaggio tra alleanze presenti e future
L’improvvisa, spiazzante, inesplicabile. La candidatura a sindaco di Lauria di Gianni Pittella rischia di minimizzare tutto il resto e potrebbe avere nei prossimi mesi una portata che oggi, alla vigilia della campagna elettorale, ancora non si è dipanata in tutta la sua potenzialità. Non c’è dubbio però, che si tratti di un elemento così dirompente che potrebbe scomporre lo status quo che ha imbrigliato la politica lucane negli ultimi anni. Tutto, ovviamente, è legato alla vittoria o meno dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo. Dovesse – e oggettivamente è complesso immaginare il contrario per portato personale, spessore politico ed esperienza elettorale di Gianni Pittella – vincere e diventare sindaco di Lauria si aprirebbero scenari inediti. Il centrosinistra lucano, dopo 25 anni di dominio quasi totale, sta vivendo una lunga fase di smarrimento che molto spesso è sfociata in una vera e propria confusione dove l’autolesionismo e le divisioni quasi tribali hanno fatto inanellare al Pd una se-rie di sconfitte che hanno cambiato radicalmente la mappa politica lucana. E in questa tornata amministrativa le cose non sembrano essere cambiate rispetto al recente passato con scelte confuse, autocelebrative e senza un minimo di regia.
Il Pd ha due problemi su tutti. Il primo è la mancanza di un leader che si manifesta in una lunghissima stasi commissariale e una fase precongressuale degna del miglior Godot. Il secondo è che non c’è una linea politica nemmeno abbozzata con la conseguenza che si va a strappi provando a emulare quanto accade a livello nazionale dove però le cose non vanno tanto meglio nonostante i continui ammiccamenti ai 5 stelle che molti dei tesserati pe-rò continuano a non digerire con facilità.
Non è un caso, infatti, che a Melfi Pd e Cinquestelle alla fine corrano separatamente.
Nonostante fu proprio il sindaco uscente Valvano, nella sua veste di portavoce nazionale dello Psi a favorire l’alleanza, tra le prime in Italia, tra csx e grillini a Matera che ha poi portato alla vittoria di Bennardi.
Melfi è dunque l’esempio “perfetto” del caos in casa dem.
Il centrosinistra pur avendo governato negli ultimi 10 anni la città federiciana non riesce a trovare nemmeno il candidato sindaco dovendo ripiegare dopo mille no sulla vittima sacrificale Simonetti e dove non c’è stato nessun Gian-ni Pittella in grado di mettere una “pezza” alla mancanza di candidature autorevoli.
Non può sfuggire però, che il ritorno nell’agone politico lucano del senatore Pittella non è cosa neutra o solo da vetrina. Gianni ha prestigio e capacità di leadership indiscusse. E soprattutto non è uomo da subire diktat. È politico che decide e che non subisce. Anzi, a dirla tutta, è stato spesso un anticipatore delle dinamiche in divenire come quando fu uno degli artefici del laboratorio lucano del centrosinistra che poi solo dopo divenne Ulivo a livello nazionale.
Si sa che non è un estimatore dell’alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle che invece pare essere diventato una sorta di infatua-zione sull’asse Roma-Potenza-Matera con vista sulle prossime politiche e regionali. Gianni Pittella non a caso è stato il primo dei parlamentari a firmare per il Referendum sul-la Giustizia con tanto di polemiche intestine al partito dei lettiani.
Poi le firme dei parlamentari del suo stesso partito sono diventate più nume-ose e la polemica è un po’ scemata.
Ora va detto che si candida a sindaco di Lauria e non a presidente della Regione o a segretario del Pd regionale.
Ma non c’è dubbio che il suo ritorno nelle questioni lucane avrà un peso. Sulle dinamiche per la scelta dei vertici dell’An-ci o anche sulle eventuali alleanze a venire. Immaginare che ci sia una inversione a U repentina è francamente prematuro. Ma di certo il pensiero realmente riformista libera-le europeista con simpatie socialiste trova con Gian-ni Pittella un sostenitore inatteso. Di contro quelli delle accelerazioni verso un cartello giallo-rosso con derive giustizialiste e populiste potrebbero trovare un ostacolo in più. Non tutto è più scontato. Insomma c’è la possibilità che da destra a sinistra passando per il centro moderato, ora il dibattito diventi un po’ più politico e meno improvvisato.
Se ne vedranno delle belle per buona pace di chi già si vedeva re o regina. La scacchierà ha nuovi pezzi e nuovi giocatori che potrebbero interpret-re la modernità e il futuro con gli strumenti della competenza e della stessa modernità.