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QUADERNI DI PENSIERO FUTURO SUL COVID

I dati del quarto trimestre Istat confermano la capacità di
resistenza dei lucani

Il secondo numero dei Quaderni di Pensiero Futuro continua l’approfondimento su cosa è accaduto
in Basilicata in seguito alla pandemia da Covid-19 al fine di esercitare, come parte sociale, un
intervento consapevole e informato nel processo decisionale in cui si è chiamati a dare un
contributo e, al contempo, offrire uno spaccato informativo per comprendere le dinamiche in corso
nella nostra regione. I dati del quarto trimestre Istat confermano una certa capacità complessiva di
resistenza della società lucana, sia per quanto riguarda i sistemi produttivi, sia per quanto riguarda il
tenore di vita e la spesa delle famiglie: potremmo definirla la resistenza della fragilità.
Nella prima fase della crisi le regioni del Mezzogiorno, meno colpite dall’ondata epidemica, hanno
anche ottenuto un vantaggio in termini di tenuta dell’economia, salvo poi perderlo
progressivamente nella fase successiva, quando la seconda ondata epidemica ha reso necessarie
nuove restrizioni alla mobilità. Anche se inizialmente lo shock del Covid-19 ha colpito soprattutto
le regioni settentrionali, derivandone quindi un peso maggiore in termini di contagi e di decessi, dal
punto di vista economico il vantaggio delle regioni del Sud si è quindi progressivamente ridotto con
il passare dei mesi.
A differenza dell’impatto profondamente asimmetrico della precedente crisi finanziaria del 2008, la
Svimez stima un calo del Pil nel 2020 relativamente omogeneo a livello territoriale: -8,2% nella
media delle regioni meridionali e – 9,1% nel Centro-Nord, con una punta del -9,4% nel Nord-Est e
una dinamica al Centro in linea con la media nazionale (-8,9%).
Dei tre indici lavoro, coesione sociale, istruzione che compongono il barometro regionale Cisl del
benessere/disagio delle famiglie, la Basilicata in quello relativo al lavoro – che a sua volta si
riferisce a: tasso di occupazione 20-64 anni, tasso di mancata partecipazione 15-74 anni,
percentuale di lavoratori dipendenti in Cig, incidenza del lavoro precario sugli occupati con almeno
15 anni, incidenza di lavoratori sovra-istruiti – è tra le regioni che fa peggio classificandosi
quartultima, dopo la Basilicata, infatti, ci sono solo la Campania, la Sicilia, e la Calabria.
È dal 2007 che in Basilicata si assiste ad un progressivo peggioramento, una costante discesa
dell’indice lavoro. Su questo indice molto incide l’altissimo livello di disoccupazione e di mancata
partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani in Basilicata. Questo indice è anche un
monito al sistema produttivo lucano che non è in grado di accogliere la parte più istruita della
popolazione. Alla progressiva diminuzione dei posti di lavoro si accompagna il tasso di emigrazione
che anche durante la pandemia non si è arrestato: infatti anche nel 2020 la Basilicata ha perso 6 mila
residenti, ossia il 12 per mille nella provincia di Potenza, e il 7 per mille nella provincia di Matera
(indagine demografica Istat del 2020)

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