UNA SOCIETÀ CHE CONTROLLA IL CORPO E LE EMOZIONI
Lettere lucane
Sono sempre più interessato alla biopolitica, ovvero alle forme di controllo del corpo da parte della politica e della società. La politica del futuro sarà sempre di più biopolitica e psicopolitica, in quanto nelle società occidentali post-religiose l’ideologia dominante è la salute e il rispetto di norme invasive e pervasive quali il salutismo, il peso-forma, la giovinezza e l’uniformità dei comportamenti, delle idee e delle emozioni. Tutto questo viene imposto “per il nostro bene”, ma il risultato è che in un’epoca di massima libertà si è determinato il massimo di conformismo e di sofisticata repressione di tutto ciò che è abnorme, informe, fuori forma, non conforme, ecc. Sono ancora a Rotonda e, parlando in piazza, ho notato che la gente si controlla e reprime vicendevolmente con critiche costanti al modo di essere fisicamente (“quanto sei ingrassato”, “misurati la pressione”, “fai sport”, “sei troppo magro”, ecc.). Il terrore dominante è di essere “diversi”, di non rientrare nei parametri psicofisici che la biopolitica e la psicopolitica hanno stabilito. Ormai è patologico tutto: la timidezza, il sovrappeso, la collera, la gelosia, il tabagismo, la vecchiaia, l’insoddisfazione, la stanchezza, e via discorrendo. Tanto che ormai si vive con un unico obiettivo: essere privi di increspature emotive e psicologiche, e rientrare nei parametri numerici che una società ormai clinicizzata, e dunque repressiva, ha stabilito. Il risultato è che tutti si vergognano di se stessi, e tutti tendono a nascondere il più possibile i propri “difetti”, magari proprio attraverso l’esibizione costante di sé sui “social”, ma sempre della parte più accettabile e accettata dagli altri. Ecco perché i rapporti non durano e perché dilaga, al di là delle apparenze, tutta questa solitudine, perché al fondo tutti si sentono insicuri, brutti, sbagliati e finanche “malati”.