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IL TERRIBILE FUOCO GRECO

Un’arma bizantina temutissima: a contatto con l’acqua, le fiamme avevano più vigore

Spesso lo vediamo in alcuni film cappa e spada, nel periodo romano con le navi che lanciano fiamme, ma seppur usata dagli eserciti del Sacro Romano impero d’oriente è un’arma dell’alto medioevo inventata a Costantinopoli, il così detto fuoco greco  una delle più temute, spietate e complesse macchine da guerra. Usato  per gli scontri in mare, ma anche in terraferma. Usato sia negli assalti alle fortezze sia per difenderle. Inoltre venne creata anche un’arma in miniatura , “leggera” e più piccola, da poter essere usata anche negli scontri uomo contro uomo. Era la macchina dalla quale veniva direzionato il micidiale “fuoco greco”. A renderlo così “magico” e temuto era la sua capacità di prendere fuoco al contatto con altri oggetti e di durare a lungo – ci spiega lo storico Vito Telesca di Storia Meridiana  Cercare di spegnerlo era un’impresa ardua perché l’acqua non faceva che alimentarlo ulteriormente rendendolo quasi perenne! Per i nemici era diventato un incubo e tutti cercarono il modo per scoprirne il segreto e, trovare un modo per difendersi e spegnerlo.  Era probabilmente  una miscela di petrolio, calce viva, pece, zolfo, salnitro, fosforo e nitrato di potassio che si incendia al semplice contatto con l’acqua.

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