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“PIENI POTERI”, LUNEDÌ LE NOMINE DEI DG ESPOSITO È QUELLO CHE RISCHIA DI PIÙ

Di nuovo tutto pronto per il varo dei conferimenti di incarico: con le inchieste della Procura, il presidente Bardi vuole chiudere

Se tutti i salmi finiscono in gloria, quello del presidente di Regione, Vito Bardi, sulla sua personale concezione del comando, accomodata alla meglio da dottrine pseudo militari, non è detto che avrà lo stesso esito.
Bardi, in concomitanza con l’esperienza politica lucana, la sua prima personale, ha dimostrato di possedere 2 abilità: gioca-re al rialzo con gli slogan e mescolare le carte. Difficilmente imbocca la strada dritta, preferendo, al contrario, le curve, i ricami e i cavilli al fine di raggiungere lo scopo. L’inconveniente non calcolato, tuttavia, puntualmente si verifica.
Così Bardi e i suoi, con crescente frequenza, si ritrovano a rincorrere soluzioni sempre più creative per arrangiarsi e tamponare le continue emergenze del sistema Regione. Sistema Regione, o meglio «macchina amministrativa» che Bardi, come da discorso di insediamento nel 2019, prometteva di ammodernare, «con un nuovo approccio», anche in soli «6 mesi».
E invece no: altro che mezzo anno. È ancora, dal 2019, tutto non effettivamente definito, nonostante riordini, regolamenti e la “Pieni Poteri”. Mancano ancora una serie di passaggi e di conseguenti atti per l’attuazione della “Pieni Poteri” con contestuale riorganizzazione di Uffici e Dipartimenti. La “Pieni Poteri”, è noto, prevede un diverso sistema organizzativo delle strutture della Giunta, con la contrazione del numero totale delle posizioni dirigenziali e una diversa distribuzione delle funzioni.
Ad ogni modo tra possibili danni erariali passati che sembrano maturare ed altri futuri che nebulosamente e minacciosamente affollano l’orizzonte, Bardi, tra sbuffi e sbotti, prova a procedere: mescolando, mescolando. Per uno dei passaggi mancanti, sembra essere giunta l’ora della risoluzione: i Direttori generali dei Dipartimenti regionali. Formalmente, su carta, decaduti post “Pieni Poteri”, gli attuali Dg sono da confermare o da sostituire. Lunedì prossimo, il giorno, al momento, stabilito per il varo dei conferimenti di incarico che erano saltati per via della quasi piena scoperta investigativa circa le inchieste della Procura di Potenza che, a vario titolo, coinvolgono anche l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, e il suo Direttore generale, Ernesto Esposito.
Allo stato attuale delle cose, rispetto allo schema previsto, rischia di saltare proprio e soltanto Esposito.
Il presidente Bardi lo riterrebbe incompatibile con il ruolo rispetto alle provvisorie ipotesi accusatorie degli inquirenti. Da ricordare che dallo stesso Bardi, da oltre 1 anno, nessun intervento, invece, per già sostituire il dimissionario Dg ai Trasporti, Alberto Caivano. Nel frattempo la “Pieni Poteri” si estrinseca sempre di più. L’ufficio di Gabinetto di Bardi ormai si occupa di gestione come mai era successo. È normale?
La pratica Dg, a forte connotazione politica, è comunque uno dei tasselli della “Pieni Poteri”.

DAI DG AI DIRIGENTI, I FONDI EUROPEI A PERSONALE ESTERNO: L’ANOMALA BLINDATURA DI BARDI
Il nuovo sistema organizzativo, che, rilievo non secondario, ha bloccato quasi tutto dall’inizio all’attualità, e si è ormai a metà legislatura, è efficace solo a decorrere dalla data di effettiva assunzione degli incarichi dirigenziali per le strutture riorganizzate.
Nel frattempo, la Corte dei Conti osserva e già ha avuto modo di inviare messaggi, restano operativi gli Uffici esistenti. La questione delle proroghe, di alcune in particolari, è per Bardi & Co. piuttosto critica. Sia per la durata delle stesse, ci sono casi in cui deroga e genetico conferimento incarico hanno quasi la stessa durata, che per l’assenza di sottese motivazioni a giustificazione della non interruzione dei mandati. Non solo. Tra le questioni pronte ad esplodere, da mesi i sindacati, tra cui Fedirets, Area Direr e Area Fedir, battagliano su plurime atipicità e anomalie, ce n’è una davvero particolare.
È questa, quella che riguarda i 2 uffici che gestiscono una valanga interminabile di milioni di euro: Autorità di gestione Fesr e Autorità di gestione Psr.
A restituire la cifra di quanto accade a via Verrastro, in proroga l’imperituro Antonio Bernardo è ancora a capo del Fesr benchè nominato, dalla Giunta di centrosinistra e con primo incarico di «3 anni», nel lontano giugno del 2014.Proprio Bennardo, come il suo omologo al Psr, un mese fa, il 26 luglio, ha ricevuto l’ennesima proroga «fino alla conclusione delle procedure di selezione».
L’atto di Giunta, però, l’unico a non votarlo l’assessore Fanelli poichè assente, offre diversi spunti negativamente interessanti.
C’è prima un passaggio sul limite di esterni fissa-to al massimo del 10%del totale, sbarramento va-lido sia per i Dg che per gli incarichi dirigenziali presso la Regione e i suoi Enti strumentali, e, consecutivamente, la conclusione della Giunta che ha come blindato gli uffici Autorità di gestione del Fesr e del Psr in favore di personale esterno, ovvero di «altra pubblica amministrazione».
Da nessuna parte, però, il riferimento, presupposto che se mancante rischia di inficiare in maniera rilevante anche la legittimità della proroga, all’assenza di professionalità interne in grado di ricoprire i 2 ruoli in questione.
In ogni caso, Bardi e assessori, con modalità dalla dubbia regolarità amministrativa, l’analisi anzi conduce a valutazioni tutt’altro che rassicuranti, hanno negato agli interni della Regione la possibilità, quindi c’è anche una perdita di chance, di concorrere per l’Autorità di Fesr e Psr. Mescolando, mescolando, la prossima mossa di Bardi è la nomina dei Dg, ma la “Pieni Poteri” vista dalla torretta d’osservazione sembra tutt’altro che aver superato il campo minato che la circondava e che, non casualmente, continua ad assediarla.

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