IN BASILICATA ARRIVANO I SOLDI, MA NON LA DIA
Tacco&Spillo
Col piglio investigativo che lo contraddistingue e con una perfetta cognizione giudiziaria che lo ha visto impegnato meritoriamente anche sui fronti caldi della Direzione Nazionale Antimafia, Francesco Curcio procuratore della Repubblica di Potenza non le ha certo mandate a dire, ma ha insistito come più ha potuto sul pericolo d’infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione delle risorse del Pnrr, ormai prossime in Basilicata visto il primo anticipo sugli oltre 190 miliardi che l’UE ha assegnato all’Italia. Ora basterebbe leggersi qualche relazione antimafia sulla pressione costante che i clan della ‘ndrangheta e della camorra esercitano su sistemi economici e sui colletti bianchi della nostra regione per capire una volta per tutte come la preoccupazione legalitaria del procuratore Curcio rischi di avere facile attualità profetica. Eppure dopo una civettuola adesione alla sua proposta d’istituire una sezione lucana della DIA la bolla della politica s’è subito ripiegata nelle sue monadi inconcludenti, anche per aver dato un mandato al governatore Bardi che non ha saputo nemmeno onorare nella visita agostana della ministra Lamorgese. Ha scritto Giovanni Falcone: “Segui i soldi e troverai la mafia”.