DUILIO LOI, L’UOMO DEGLI ULTIMI DUE ROUND
Straordinario campione, rasentò l’imbattibilità
La sua foto più famosa scattata da Vito Liverani è quel destro stampato sul faccione di Carlos Ortiz; un colpo secco da far diventare il volto del portoricano come un dipinto naif. Proprio quel destro che rare volte aveva vinto prima del limite, potenza poca ma classe tanta, tantissima, immensa. E’ difficile definire Duilo Loi, quel pugile dal fisico di un peso piuma, fantastico peso leggero, campione mondiale dei superleggeri ma che eccelse anche nei welter; anche la sua cittadinanza ed origine reclamata da Trieste dove nacque il 19 aprile 1929 da padre sardo e madre triestina, da Genova dove crebbe e iniziò a boxare, dalla Sardegna terra paterna dove visse per un periodo della sua vita e dalla stessa Italia perché entrò nel cuore di tutti gli sportivi e non, amanti della boxe e anche di chi non la seguiva.
La sua frase più famosa «Ma quali sacrifici. I sacrifici veri li fanno gli operai »Eppure Duilio Loi ne ha fatti di sacrifici, orfano e capofamiglia a 15 anni; pugile professionista e faceva altri lavori perchè le borse erano poco sostanziose ed aveva famiglia. Umile, Immenso, Grande Uomo. l’uomo degli ultimi due round, in quanto si riservava sempre energie nel finale per frastornare gli avversari con una strabiliante girandola di colpi e finire in bellezza,, ha rasentato l’imbattibilità, ben 126 incontri, 115 vittorie, 8 pareggi e solo 3 sconfitte, poi riscattate da vittorie nelle rivincite. Per nove anni campione europeo. Mancino naturale a scuola gli insegnarono a scrivere con la destra, sul ring cambiava spesso guardia, cambiava lo stile di combattimento,. Il suo avversario Eddie Perkins disse: “Mi sono battuto tre volte con Duilio Loi, ma ho incontrato tre pugili diversi”.
Uomo dalla grande etica, rifiutò la proposta del mafioso americano Frankie Carbo di fare 3 incontri combinati contro il campione mondiale dei pesi leggeri Joe Brown: la pagò: per anni anche se primo in classifica non ebbe l’opportunità del mondiale, arrivò dopo anni a San Francisco in California, nel 1960 sconfitto da verdetto non unanime ma la stampa americana sottolineò che Ortiz aveva sostenuto il più duro incontro della carriera ed il pubblico applaudì l’italiano e non il campione americano. La rivincita era d’obbligo e Loi ha tessuto un capolavoro tattico. Era il 1 settembre del 1960, in piena Olimpiade di Roma.
Loi era al suo 112 incontro- -il pubblico a San Siro; una folla mai vista prima per un incontro di pugilato urlò il suo nome quando si avviò verso il ring, scandiva il suo nome quando vide il portoricano subire la supremazia dell’italiano, reso innocuo dalla ragnatela difensiva di Loi e scoppiò un uragano di applausi da far tremare Milano. Loi era campione mondiale. Legato al lucano Rocco Mazzola, suo amico ai tempi della scuderia Ignis. Duilio andava spesso agli incontri del pugile di Potenza. Duilio Loi ci ha lasciato il 20 gennaio 2008